Per festeggiare il 25 aprile e la Resistenza, la redazione ha messo insieme un numero composto da storie molto diverse tra loro ma che in qualche modo toccano e condividono quei valori che sono ancora oggi alla base della nostra Repubblica, sebbene molti sembrino non ricordarsene più.
Storie dei nostri giorni fatte di uomini che resistono alla forza distruttiva della natura ma anche a quella, ancora più odiosa, della politica e della burocrazia, come i protagonisti del racconto sulle aree dei Sibillini colpite dal sisma.
Storie di denuncia come quella di Serena Vittorini che con il suo lavoro raccoglie virtualmente il testimone dai colleghi che l'hanno preceduta e che da otto anni vigilano sulla ricostruzione post terremoto a L'Aquila, realizzando un'informazione tanto indipendente quanto puntuale.
Se Padre Paolino e la sua missione in Uganda sono la dimostrazione che è possibile esportare con successo gli stessi principi di pace e fratellanza scritti nella nostra carta costituzionale anche in luoghi molto lontani, il racconto di Angelo Ferrillo e della rinascita del Bataclan a un anno dal tragico attentato terroristico, sono l'emblema della resistenza alla barbarie di un terrorismo cieco e sempre più spietato che mette a dura prova le democrazie europee.
No promised land di Andrea Ferro, infine, ci porta in Veneto, tra i sogni spezzati di chi invece non è riuscito a “resistere” e ha deciso di partire, di lasciare terre natali divenute invivibili senza però trovare, al di là del mare, quell'accoglienza in cui sperava.
Perché resistere non è solo un dovere ma soprattutto una necessità
Redazione di WJ
di Alessandro Cinque
A Rushere e per molti altri chilometri intorno, se sei italiano, allora automaticamente sei amico di Padre Paolino. In questa zona poverissima dell'Uganda occidentale Padre Paolino Tomaino, missionario comboniano, è qualcosa di più che un semplice punto di riferimento
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di Serena Vittorini
Nel 2009 L’Aquila è stata l’epicentro di un sisma distruttivo che ha azzerato il tessuto economico e sociale del territorio. Il centro storico è stato quasi raso al suolo e ad otto anni dal terremoto sono pochi gli spazi che hanno rivisto la luce
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di Alessandro Barcella
26 anni fa decine di migliaia di cittadini albanesi sbarcarono sulle coste pugliesi, in fuga da un paese al collasso. Oggi l’Albania è terra di passaggio di altri profughi e si interroga sul proprio futuro, tra la nostalgia di un passato glorioso e lontano, una economia in ripresa ma ancora fragile e la speranza di essere accettata in Europa
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di Carmine Castella ,Luca Matarazzo ,Raffaele Monaco ,Vincenzo Noletto e Amedeo Novelli
Cinque fotografi raccontano le storie di chi non ha voluto arrendersi al terremoto prima e alla burocrazia poi per amore di questa terra bellissima fatta di montagne e colline incontaminate e disseminata di tesori grandi e piccoli
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di Angelo Ferrillo
13 novembre 2015: Parigi è sotto attacco. 130 vittime. 130 vite finite in 258 minuti. Ad un anno da quei minuti di buio, il sangue riprende a pulsare nel cuore di Francia
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di Simone Crescenzo
Il fiume Tevere è carico di storia e di vita, eppure per molto tempo non ha attirato l’attenzione dei romani. Lungo le sue sponde uomini e donne lavorano, si divertono e sopravvivono. Mettendoci al livello dell’acqua, si ha un’immagine inedita e diversa della città di Roma
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Fotografie di Andrea Ferro
Seduto a terra, di fianco a lui, ascolto K raccontare di sé. La sala è grande, silenziosa e con ampie vetrate sul paesaggio montano. Pochi ragazzi seduti qui e là. Chi assorto nei suoi pensieri, chi concentrato sullo schermo del telefonino. E io ancora una volta a chiedermi: che diritto ho di trovarmi qui? Chi sono io per loro? Qual è veramente il mio ruolo in tutto ciò?
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di Max Cavallari
Un progetto fotografico che supera le distanze fisiche e racconta la vicinanza tra gli italiani all’estero e le loro famiglie nel Bel Paese, attraverso una serie di ritratti 2.0, scattati mentre sono connessi online
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di Valeria Altavilla
Il progetto Bologna Wa(l)king nasce da una visione della fotografia come strumento per guardare la società in modo trasversale: una società che si sbriciola nell'indifferenza generale ma che offre nuovi motivi di stupore, la capacità di vederla nella bellezza del dissidio, la volontà incessante di cambiamento
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