La morte di Giulio Regeni è una tragedia terribile che ha il solo merito di farci aprire gli occhi sull'effetto di politiche internazionali che continuano a creare problemi anziché risolverli. L'Egitto dei generali, in cui Giulio studiava e dove la sua vita è finita anzitempo, è un Paese che vive in uno stato di totale sospensione della democrazia. Nel tentativo di mettere fuori gioco i Fratelli Musulmani, in questi anni esercito e servizi egiziani si sono macchiati di una serie infinita di crimini senza che la comunità internazionale dicesse o facesse alcunché. L'idea che la democrazia sia un gioco nel quale, quando si perde, si possa eliminare l'avversario per riprendere il controllo della partita, non solo è sbagliata ma produce ingiustizie che alimentano la formazione di quella rabbia che è terreno fertile per il proselitismo degli estremisti religiosi. Questo perverso sistema di vasi comunicanti, in Medio Oriente alimenta da anni un meccanismo apparentemente perpetuo di azione e reazione, in un ciclo di conflitti che appare ormai infinito.
Ma la storia di Giulio è anche la storia di un ricercatore serio e preparato che diventa un bersaglio proprio a causa del suo lavoro di studioso, di testimone, ma solo da un punto di vista accademico. Sì, perché Giulio non faceva certo l'inviato e tanto meno la spia. I pochi articoli pubblicati dal Manifesto sotto pseudonimo non erano certo lo scopo della sua permanenza in Egitto e in ogni caso, riletti a posteriori, non giustificavano l'interesse dei servizi egiziani, deviati o non. Eppure, nonostante fosse tutt'altro che uno sprovveduto e si muovesse con la massima cautela è finito nel mirino di killer spietati, aguzzini che lo hanno torturato e ucciso, esecutori anonimi e silenziosi, emanazione di un regime totalitario al potere grazie anche al placet di Unione Europea e Stati Uniti. Così, al dolore per Giulio si accompagna la consapevolezza amara di un mondo che trasforma le sue menti migliori in martiti inconsapevoli.
Amedeo Novelli
di Luca Toffolon - Collettivo Fotosocial
La storia dei pastori nomadi che si muovono tra le montagne italiane è il pretesto per riscoprire un patrimonio culturale fatto di gesti e tradizioni antiche
Leggi l'articolo
di Albertina d'Urso
A pochi giorni dall'uscita del libro Out of Tibet abbiamo intervistato l'autrice per conoscere meglio un progetto cominciato quasi dieci anni fa
Leggi l'articolo
di Valeria Ferraro
10 ottobre 2015, Istanbul. Poco dopo le dieci del mattino si diffonde la notizia di un doppio attentato alla stazione di Ankara durante un incontro di giovani attivisti e simpatizzanti del partito filo-curdo
Leggi l'articolo
di Marylise Vigneau e Aun Raza
Due fotografi, una mostra e una storia che viene da molto lontano. Le immagini della vita all'interno di un ospedale psichiatrico di Lahore in Pakistan ci accompagnano in un viaggio che non è fatto solo di sofferenza
Leggi l'articolo
di Roberto Chirico
Immaginandomi seduto in un taxi inizia il mio viaggio, attraverso strade a volte animate e congestionate e a volte deserte, in un Iran in continuo sviluppo
Leggi l'articolo
di Claudio Aresi
Una serie di ritratti per raccontare gli ultimi pionieri della Polaroid, ossia i ragazzi per lo più proveninenti dal Bangladesh che girano per le strade delle nostre città armati di istantanea e gadget
Leggi l'articolo
di Alessandro Perini
Un lavoro sul problema casa realizzato in provincia di Brescia che ben rappresenta la situazione di molti altri comuni italiani. Un dramma di cui si parla sempre meno, nonostante siano ormai migliaia le famiglie prive di alloggio
Leggi l'articolo
di Marco Leonardi
L'ennesima storia di mala gestione connessa al dissesto ambientale e al pericolo per la salute pubblica che ne deriva. Cronaca di un'Italia che affonda lentamente per l'incapacità politica e il malaffare
Leggi l'articolo
di Gabriele Cecconi
Un viaggio nel mondo sospeso dei richiedenti asilo. Un esercito di persone che vive per mesi in una specie di limbo in attesa di conoscere il proprio destino
Leggi l'articolo
Witness Journal
Registrazione Tribunale di Milano
n. 257 del 16.04.2007
Direttore responsabile - Amedeo Novelli
Redazione
Cristiano Morati, Giulio Di Meo, Nicola Sacco, Diana Orini, Rosa Pugliese, Matilde Castagna, Luna Coppola, Martina Giordani, Cosimo Calabrese, Francesco Zanet
Traduzioni - Dan Newton
Editore - Witness Journal APS
Provider - KOLST
COME PARTECIPARE
Witness Journal è un progetto aperto al contributo di tutti, ma si basa comunque su una serie di “regole” il cui rispetto permette di tutelare sia la redazione, sia il fotografo. Ecco quali sono.
Ogni proposta deve avere i seguenti requisiti:
a) l'originalità delle opere
b) la piena titolarità dei diritti d'autore e di ogni altro diritto
c) le eventuali liberatorie dei soggetti ripresi
Inviando le immagini, implicitamente, l'autore si assume inoltre ogni responsabilità circa la conformità del proprio lavoro ai suddetti requisiti, escludendo da ogni responsabilità in proposito l'editore.
Ogni progetto candidato dovrà essere composto da:
1) da 15 a 30 immagini (i file originali con i dati EXIF)
2) un testo in italiano di massimo 3.000 battute
I testi dovranno aiutare a fornire al lettore il contesto dei fatti, ma non devono contenere analisi o giudizi di parte. La redazione svolge un compito esclusivamente tecnico di revisione dei testi in termini di forma, stile e impaginazione, e fa ciò senza mai intervenire sul significato dei contenuti veri e propri.
Diritto d'autore
I diritti d'autore delle immagini restano di totale proprietà del fotografo. All'editore è però concesso e riconosciuto il diritto di pubblicazione.