Polaroid

di Claudio Aresi

Una serie di ritratti per raccontare gli ultimi pionieri della Polaroid, ossia i ragazzi per lo più proveninenti dal Bangladesh che girano per le strade delle nostre città armati di istantanea e gadget

Polaroid

Fotografie di Claudio Aresi

Una serie di ritratti per raccontare gli ultimi pionieri della Polaroid, ossia i ragazzi per lo più proveninenti dal Bangladesh che girano per le strade delle nostre città armati di istantanea e gadget

Certo che il fascino delle vecchie Polaroid era pura magia, ve le ricordate? Vi ricordate quella sensazione? Schiacciavi un bottone rosso, sentivi il rumore della cartuccia e poi pian piano usciva un rettangolo di plasitica che dopo pochi minuti al buio, per miracolo, si trasformava nell'immagine capace di fermare un sentimento, uno scherzo, un ricordo, un'emozione. Ma i tempi sono cambiati e ora il digitale ha mandato in pensione pellicole e Polaroid ma non il loro fascino vintage scopiazzato da una miriade di app per il telefonino. Eppure c'è ancora qualcuno che non si arrende: sono gli ultimi pionieri della Polaroid. Quasi tutti bengalesi o pakistani, si aggirano per Milano, così come per buona parte delle città italiane, con al collo la fotocamera e dei grossi mazzi di rose in mano. Sono educati e gentili. Sbucano dal nulla, ti balzano davanti e ti propongono quel pezzetto di magia. Anche a me è successo ma non so perchè anziché farmi fotografare ho chiesto di giocare a parti invertite. Così più per gioco che per altre ragioni ho continuato a raccogliere ritratti di questi fotografi ambulanti appassionandomi alla loro storia e riscoprendo il fascino delle Polaroid al punto di dedicere di comprare finalmente la mia macchina istantanea anziché continuare a chiederla in prestito. Voglio essere anche io uno degli ultimi pionieri della Polaroid.


No grazie

di Tommaso Sorgentone

La redazione di Darlin, sito "giovane" e milano-centrico, ha pubblicato un'intervista interessante a un venditore bengalese che lavora nella zona delle colonne si San Lorenzo, scoprendo che...

Che ormai Milano ne sia invasa non è una novità. Se frequenti un luogo pubblico dopo le 18, che sia un bar, un ristorante o se semplicemente cammini per strada sarai certamente stato assalito da un più o meno simpatico venditore e dalla sua insistenza. Il fenomeno dei rosari è ormai ben conosciuto: scrutano la situazione, individuano una coppia (anche se più volte capita che l’abbordaggio non riguardi solo le coppie), e si lanciano in offerte ed occhiate compassionevoli atte a far leva sull’angolino più sensibile e nascosto che c’è in ognuno di noi. Ma coloro che si mostrano disponibili a sganciare qualche moneta sono sempre meno, forse per colpa della crisi, forse a causa dell’insistenza o magari per la scarsa utilità di un prodotto già visto e rivisto? Questo il punto di vista di Sozib, venditore new age che da sempre si dedica al più redditizio commercio di oggetti di comune utilità come cartine, accendini, filtri e fazzoletti di carta. Shahalom invece crede ancora nell’amore e persevera nella vendita di rose, anche se con qualche ammodernamento tecnologico che gli permetta di incrementare il suo guadagno. Li abbiamo incontrati l’altra sera tra le colonne di San Lorenzo e porta Ticinese per fargli qualche domanda e capirci qualcosa di più.

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SCHEDA AUTORE
Claudio Aresi - www.claudioaresi.it
Fotocamera: Polaroid varie
Obiettivo: -

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Vice
Repubblica.it


Il reportage



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