di Giulio Di Meo
Continuano anche nel 2017 gli incontri sul tema dell’informazione organizzati da Witness Journal. Nuove occasioni di confronto sul reportage, sull’informazione giornalistica e sull’approfondimento. L’iniziativa, partita nel 2016 con una serie di incontri a Milano e Bologna, proseguirà nel corso del 2017 toccando diverse città italiane per arricchire l’offerta culturale rivolta ai soci, ai lettori di WJ e a tutte le persone interessate al tema dell’informazione, “addetti ai lavori” e non. Siamo convinti che condividere esperienze di documentazione e discutere di temi critici come la credibilità dei mezzi di informazione e il valore di progetti indipendenti e partecipati dagli stessi autori, sia un utile e importante esercizio. La partecipazione agli incontri è gratuita.
Gli incontri sono organizzati in collaborazione con QR Photogallery, Libreria Igor, Senape Vivaio Urbano, Dynamo Velostazione, Itaca Festival.
IL CALENDARIO DEGLI INCONTRI
Giovedì 23 Marzo 2017 – Ore 19:30
Wj incontra Matteo Perini: Fotografia e Video documentazione sociale
Presentazione del documentario: Mystique Ouidah
Inaugurazione della mostra: Celestial Vodoo
Matteo Perini, nato nel 1982, Romagnolo di nascita e Bolognese di adozione. Il suo percorso professionale inizia nel 2006 grazie alla collaborazione fotografica con il “Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi”. Nel 2008 fonda Studio TamTam, collaborando con editori italiani ed internazionali nel settore sport ed eventi. Dal 2012 si dedica anche alla fotografia di spettacolo tramite l’agenzia fotografica ‘Sottopalco’. Dal 2013 il suo interesse per il reportage sociale lo porta a collaborare con associazioni no-profit ed a pubblicare i suoi lavori su riviste specializzate (Witness Journal, Nigrizia, Misna). Nel 2014 ha realizzato il reportage “Celestial Voodoo” che ha esposto ai festival fotografici di Bibbiena “Fotoconfronti”, Savignano “Si-Fest” ed al “Terra di Tutti” film festival di Bologna.
Documentario “Mystique Ouidah” di Matteo Perini e Simone Stefanelli
Il Vudù non è ciò che può saltare subito in mente suggerito dall’immaginario collettivo, bamboline, zombie e sacrifici. O meglio, non si limita solo a questo. ‘Mystique Ouidah’ racconta la capitale del Vudù africano, dalla sua terra natia per eccellenza. Parla di culti e di fedeli attraverso un linguaggio insolito, quasi fuori dal tempo per chi non conosce le dinamiche Africane. Ci si trova a domandarsi come sia possibile che questi riti così diversi possano avvenire negli stessi luoghi, come siano compatibili queste differenze di credo e stili di vita è il vero mistero.
Mostra Celestial Voodoo: “Celestial Voodoo” è un reportage scattato in Benin: il lavoro rappresenta il sincretismo fra fede tradizionale africana e le nuove religioni portate dai coloni europei, un fenomeno che rapisce lo sguardo e la mente, un incontro di differenti culture che ha portato alla fusione del Voodoo con il Cristianesimo, tradotti in modo non convenzionale nella Celestial Church of Christ, la chiesa dei Celesti. “Sono stato rapito da questi riti di così forte impatto, talvolta anche violenti, ma che ricordano che apertura e mescolanza spesso portano a risultati pacifici e costruttivi. Ciò è davvero notevole quando accade in campo religioso, ambito in cui spesso il rispetto delle diversità e la convivenza pacifica sono molto difficili se non impossibili.
Luogo: Senape Vivaio Urbano, via Santa Croce, 10/ABC 40122, Bologna
Giovedì 20 Aprile 2017 – Ore 19:30
Wj incontra Valeria Altavilla: la fotografia come atto politico
Inaugurazione della mostra: Bologna Wa(L)king
Valeria Altavilla: Valeria Altavilla gira per la città con una macchina fotografica appesa al collo e lo smartphone in tasca. Fotografa e bibliotecaria, utilizza supporti diversi esplorando le possibilità sempre nuove di una tecnologia in costante evoluzione.
Bologna Wa(L)king: Da sempre gli esseri viventi percorrono il mondo andando in cerca di un senso che appare spesso sfuggente. Definita fotografa dei movimenti, Valeria Altavilla utilizza la fotografia per immergersi nel tessuto sociale, ma nei suoi scatti, che da anni documentano la realtà dei Centri Sociali e di Bologna, a emergere è l’individuo: quell’umanità viva e talvolta affranta che nella battaglia di ogni giorno cerca di restare a galla, sopravvivere e persino sorridere.
Luogo: Senape Vivaio Urbano, via Santa Croce, 10/ABC 40122, Bologna
Domenica 28 Maggio 2017 ore 17.30
Per il Festival IT.A.CA migranti e viaggiatori: Festival del Turismo Responsabile, incontro organizzato da Qrphotogallery
Incontro con Massimo Branca e Igor Marchesan
Presentazione del libro: Inside Outside Under Bucharest
Massimo Branca: Si è laureato in Antropologia con una tesi sull’applicazione della fotografia nelle scienze sociali e ricerca culturale. Nel 2009 ha co-fondato Collettivo Fotosocial, associazione italiana che utilizza la narrazione visiva per diffondere la consapevolezza della condizione umana per promuovere un cambiamento sociale positivo. Dal 2011 collabora con IRFOSS (Istituto di Ricerca in Scienze Sociali) come docente e fotografo. Nel 2013 ha iniziato a lavorare su un progetto di ricerca a lungo termine sulla vita sotterranea a Bucarest: da allora ha vissuto in un ambiente surreale, osservando, sperimentando e documentando gli effetti di esclusione sociale. I suoi interessi si concentrano principalmente sui flussi culturali e le loro conseguenze sugli stili di vita contemporanei. Nel 2015, vince il premio Magnum 30 Under 30 con il progetto fotografico: Under the Surface.
Inside Outside Under Bucharest: Branca e Igor Marchesan nel 2013, ottengono il “visto”, dal leader del movimento dei sotterranei, conosciuto come “Bruce Lee”, figura che gestisce la vita nei tunnel, affinché possano documentare secondo schemi antropologici, la vita degli abitanti. Inside Outside Under Bucharest racconta la vita nei sotterranei di Bucarest, tunnel costruiti per volere dell’ex dittatore rumeno Nicolae Ceausescu per il riscaldamento centrale della città. Diventate vere e proprie abitazioni, nel corso del tempo, si accede attraverso tombini sparsi per la città, nel quale vivono intere generazioni. Secondo lo studio, si evince che la maggior parte degli occupanti, proviene da situazioni di disagio, molti sono malati di tubercolosi, sono sieropositivi o dipendenti da droghe, giunti in quei luoghi, a causa della mancanza di una sede stabile, molti sono ex orfani, esiliati dalle loro famiglie dopo aver contratto l’HIV, o persone che sono scappate dalla povertà o da situazioni di abuso. Un progetto fotografico, che non ha l’intento di “scioccare” l’osservatore e dunque di distanziarlo da quel tipo di vita, ma vuole stimolare l’empatia attraverso immagini, affinché possa verificarsi un cambiamento di comportamento di fronte a quel tipo di problemi.
Luogo: Aula delle Colonne presso il Complesso ex-Roncati, in via Sant’Isaia, 90 – Bologna.
Giovedì 8 Giugno 2017 – Ore 19:30
Incontro con Grazia Bucca, Garip Siyabend Dunen, Serkan Xozatl
Mostra di Grazia Bucca: Bakur, immagini di un popolo resistente
Mostra di Garip Siyabend Dunen: Convivenze
Grazia Bucca, giornalista pubblicista, ha curato documentazioni fotografiche per Arci (Carovana Antimafie 1994-2003) e Boats for People (2012 traversata dall’Italia alla Tunisia sulle rotte dei migranti). Vive e lavora a Palermo.
Bakur, immagini di un popolo resistente
Racconta di una guerra anomala, combattuta da uno Stato dentro i suoi stessi confini territoriali, dal governo turco contro la minoranza curda, che abita in prevalenza quel territorio martoriato e che tenta di sperimentare una forma di autogoverno, che punta sul rifiuto delle frontiere e delle divisioni tra i popoli. Sono immagini crude: case crivellate, macerie, persone in fuga da condizioni di vita durissime imposte dal governo di Ankara come negli altri centri urbani di Cizre, Sirnak, Silopi, Nusaybin. A Sur, il centro storico di Diyarbakir e patrimonio dell’Unesco, è stato in quei mesi imposto un coprifuoco 24 ore su 24, mentre mancavano luce e acqua e i soldati sparavano a vista su quanti si avventuravano fuori casa.
Garip Siyabend Dunen è nato nella regione curda in Turchia e dal 2013 vive in Italia. È autore del documentario “Di nekuje/Non uccidere, della mostra fotografica Sinor/Confine”. Dal 2008 al 2015 ha collaborato in medio oriente con giornalisti, documentaristi e fotografi conosciuti a livello internazionale.
Garip Siyabend Dunen: Convivenza
Nell’attuale Armenia vivono i discendenti degli antichi curdi yazidi, vittime a più riprese di brutali massacri e tentativi di genocidio. Nel Paese vivono undici minoranze cui sono stati riconosciuti ufficialmente i diritti politici e culturali. L’Armenia è stata anche uno dei centri della letteratura e dell’arte curda. Qui vi sono trentadue scuole nelle quali è prevista l’educazione in lingua curda ed esistono iniziative per proteggere la cultura dei curdi yazidi; in quelle scuole si sono formati intellettuali e scrittori. Gli armeni e i curdi yazidi in Armenia condividono la vita quotidiana in uno spirito di pace e fratellanza; le loro culture si influenzano l’un l’altra; è possibile rintracciare dei segni dell’influenza della cultura armena sui curdi yazidi, ma ciò non raggiunge mai livelli di assimilazione, e ai curdi yazidi è riconosciuta la possibilità di tramandare i loro valori culturali e religiosi.
Alì Ekber Sultan, Serkan per gli amici, è giunto in Italia nel1997. Nato a Dersim (oggi Tunceli) cresce in una cittadina costiera di Smirne(Izmir, in turco) forgiando pelli e studiando di notte. I primi cortei di pace, invocando la libertà per il suo paese, ai quali partecipa, risalgono quando lui aveva 17 anni. Imprigionato, torturato, rinnegato e trattato come un terrorista, lascia il suo paese, in seguito ad una confessione indotta a un suo amico, sottoposto a tortura, che lo segnala come cospiratore. Imbarcatosi clandestinamente, arriva in Calabria, dopo 5 anni giunge a Parma nel 2002, dove è sottoposto subito a una delicata operazione chirurgica alla schiena. Durante una manifestazione nel suo paese, è stato travolto da un carro armato, al quale è sopravvissuto grazie all’intervento di un suo amico. Serkan è stato uno dei primi a essere inserito nel programma dei rifugiati vittime di guerra e tortura dell’Ausl di Parma. Oggi lavora in un Kebab, “la valle dell’Eden”, la causa del popolo Curdo, resta fondamentale nella sua vita, diventando punto di riferimento per la comunità Curda locale, attivo politicamente, partecipa a diverse manifestazioni con interventi che riguardano la sua storia, la storia del suo paese e la libertà da qualsiasi forma di dittatura.
Luogo: Dynamo – La Velostazione di Bologna, Via dell’Indipendenza, 71/Z, 40121 Bologna