Witness Journal 88

In questo numero di WJ si parla di: africa, uganda, missioni, salute, L'Aquila, terremoto, Abruzzo, Albania, immigrazione, profughi, Europa, Sibillini, ricostruzione, turismo, Bataclan, Parigi, Francia, terrorismo, Roma, Tevere, tradizioni, fiume, accoglienza, solidarietà, emergenza, distanze, Internet, comunicazione, web, Bologna, società e associazionismo

WJ88 cover | Fotografia di Alessandro Cinque
WJ88 cover | Fotografia di Alessandro Cinque

Ci sono tanti modi per festeggiare e celebrare l’anniversario della nostra festa di Liberazione e con essa i valori della lotta partigiana e della Costituzione. Noi abbiamo scelto di farlo a modo nostro, con un numero che mette insieme tante storie unite tra loro dal fil rouge della “resistenza” intesa come forma di risposta collettiva ai problemi della società

Resistenze

Per festeggiare il 25 aprile e la Resistenza, la redazione ha messo insieme un numero composto da storie molto diverse tra loro ma che in qualche modo toccano e condividono quei valori che sono ancora oggi alla base della nostra Repubblica, sebbene molti sembrino non ricordarsene più.

Storie dei nostri giorni fatte di uomini che resistono alla forza distruttiva della natura ma anche a quella, ancora più odiosa, della politica e della burocrazia, come i protagonisti del racconto sulle aree dei Sibillini colpite dal sisma.
Storie di denuncia come quella di Serena Vittorini che con il suo lavoro raccoglie virtualmente il testimone dai colleghi che l’hanno preceduta e che da otto anni vigilano sulla ricostruzione post terremoto a L’Aquila, realizzando un’informazione tanto indipendente quanto puntuale.

Se Padre Paolino e la sua missione in Uganda sono la dimostrazione che è possibile esportare con successo gli stessi principi di pace e fratellanza scritti nella nostra carta costituzionale anche in luoghi molto lontani, il racconto di Angelo Ferrillo e della rinascita del Bataclan a un anno dal tragico attentato terroristico, sono l’emblema della resistenza alla barbarie di un terrorismo cieco e sempre più spietato che mette a dura prova le democrazie europee.
No promised land di Andrea Ferro, infine, ci porta in Veneto, tra i sogni spezzati di chi invece non è riuscito a “resistere” e ha deciso di partire, di lasciare terre natali divenute invivibili senza però trovare, al di là del mare, quell’accoglienza in cui sperava.
Perché resistere non è solo un dovere ma soprattutto una necessità

Redazione di WJ

 

Leggi ora Witness Journal 88