
Pensando a Giulio
L’assurdo omicidio di Giulio Regeni è senza ombra di dubbio una tragedia terribile che, forse, ha il solo “merito” di farci aprire gli occhi sull’effetto di politiche internazionali che continuano a creare problemi anziché risolverli. L’Egitto dei generali, in cui Giulio studiava e dove la sua vita è finita anzitempo, è un Paese che vive in uno stato di totale sospensione della democrazia. Nel tentativo di mettere fuori gioco i Fratelli Musulmani, in questi anni esercito e servizi egiziani si sono macchiati di una serie infinita di crimini senza che la comunità internazionale dicesse o facesse alcunché. L’idea che la democrazia sia un gioco nel quale, quando si perde, si possa eliminare l’avversario per riprendere il controllo della partita, non solo è sbagliata ma produce ingiustizie che alimentano la formazione di quella rabbia che è terreno fertile per il proselitismo degli estremisti religiosi. Questo perverso sistema di vasi comunicanti, in Medio Oriente alimenta da anni un meccanismo apparentemente perpetuo di azione e reazione, in un ciclo di conflitti che appare ormai infinito.
Ma la storia di Giulio è anche la storia di un ricercatore serio e preparato che diventa un bersaglio proprio a causa del suo lavoro di studioso, di testimone, ma solo da un punto di vista accademico. Sì, perché Giulio non faceva certo l’inviato e tanto meno la spia. I pochi articoli pubblicati dal Manifesto sotto pseudonimo non erano certo lo scopo della sua permanenza in Egitto e in ogni caso, riletti a posteriori, non giustificavano l’interesse dei servizi egiziani, deviati o non. Eppure, nonostante fosse tutt’altro che uno sprovveduto e si muovesse con la massima cautela è finito nel mirino di killer spietati, aguzzini che lo hanno torturato e ucciso, esecutori anonimi e silenziosi, emanazione di un regime totalitario al potere grazie anche al placet di Unione Europea e Stati Uniti. Così, al dolore per Giulio si accompagna la consapevolezza amara di un mondo che trasforma le sue menti migliori in martiti inconsapevoli.
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