
Anche se scrivere fa parte del tuo lavoro da quasi 30 anni, cercare di raccontare tutte le emozioni che ci hanno travolto da quando, questa estate, Alessio ci ha lasciati, è tutt’altro che semplice.
Potrei raccontarvi quanto sia difficile e surreale al tempo stesso per me firmare questo numero che contiene anche un suo articolo. Di quanto sia stata dura per Matilde ritrovarsi a Bruxelles per il progetto Erasmus senza averlo in squadra oppure di quanto sia difficile e doloroso per i suoi affetti più stretti convivere tutti i giorni con questo vuoto incolmabile.
Quando manca un affetto si dice spesso che era una persona “speciale”, finendo, senza volerlo nel luogo comune. Alessio però era davvero così. Riservato fin quasi a sembrar timido ma capace in realtà di entrare facilmente in contatto con tutti, grazie ai suoi modi gentili e discreti. Disponibile a risolvere i problemi della redazione, svolgeva il suo lavoro con grande professionalità riuscendo a stare sempre un passo indietro rispetto ai protagonisti delle storie che raccontava, piuttosto che dei fotografi che aiutava nella stesura degli articoli di WJ.
Un giornalista giovane ma già un giornalista vero. L’incontro con Witness Journal non era avvenuto per caso. Alessio infatti non amava solo la penna ma anche la macchina fotografica e l’idea di aggiungere al suo bagaglio un’esperienza fotogiornalistica lo aveva spinto a cercarci e unirsi a noi, fornendo un contributo divenuto sempre più importante nel corso degli anni.
La sua scomparsa improvvisa lascia un dolore profondo in chi gli voleva bene, un cassetto pieno di progetti che cercheremo di portare a termine e tanti ricordi bellissimi.
Ci mancherai
La redazione e WJ tutta
Leggi il numero 123 di Witness Journal

Sereno
Dopo tanta nebbia
a una a una
si svelano
le stelle
Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore del cielo
Mi riconosco
immagine
passeggera
Presa in un giro
Immortale.
Giuseppe Ungaretti