Witness Journal 102

Online WJ 102

Online WJ 102, secondo numero di questo 2019. Con il nuovo anno continuano i cambiamenti per Wj, dopo aver presentato con WJ 101 il nuovo formato della rivista, con nuove funzionalità e maggiore adattabilità ai device mobile, da questo numero i cambiamenti riguarderanno anche i contenuti, torneremo a parlarvi sempre più spesso con voce diversa anche di attualità, per approfondire insieme a voi i temi che più ci riguardano da vicino, quotidianamente.

Così non è se vi pare

Questo nuovo numero porta in dote con sé una serie di servizi davvero interessanti a cominciare da quello di copertina, dedicato alle proteste degli allevatori, iniziate in Sardegna ma presto propagatasi al resto delle regioni del Sud dove viene prodotto gran parte del latte ovino del nostro paese.

In queste poche righe però, vorrei soffermarmi sul pezzo dedicato a Bruno Vidoni e alle sue intelligenti provocazioni sul mondo della fotografia e del reportage in particolare, realizzate durante i primi anni ’70. Detto che il tema di fondo su cui l’artista ferrarese voleva porre l’attenzione, ossia il rapporto tra fotografia e verità, resta per certi versi ancora aperto ed attuale, oggi in un mondo dell’informazione sempre più social, digitale e impregnato di bufale e fake news, i falsi reportage realizzati con l’aiuto di Ando Gilardi e firmati con lo pseudonimo di Roger Walker, sono tornati di grande attualità proprio perché ci costringono a riflettere sui rischi che comporta la delegittimazione portata avanti da una certa politica nei confronti dell’informazione giornalistica e non solo.

Al di là dell’aspetto goliardico e divertente, le provocazioni di Vidoni non avevano affatto lo scopo di sminuire il valore dell’informazione ma semmai, al contrario, di farci riflettere sulla sua importanza evidenziando quanto, allora come oggi, sia facile indurre in errore i lettori meno attenti.

In un’epoca in cui i vaccini si sono improvvisamente trasformati in un pericolo, la Terra è diventata piatta e siamo tutti minacciati da misteriose scie chimiche, c’è infatti un gran bisogno di rimettere le cose a posto e ricordarsi che non abbiamo tutti le stesse competenze, che in democrazia è un bene che non sempre uno valga uno, che esistono delle regole e dei principi dai quali non si può prescindere e, soprattutto che la cosiddetta volontà popolare, per quanto importante, non può essere usata per giustificare scelte e comportamenti palesemente sbagliati.

Amedeo Novelli

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