Wheelchair Ultimate

Il progetto fotografico di Andrea Mancuso che racconta il primo torneo mondiale di Wheelchair Ultimate

Wheelchair Ultimate: lo sport che che pone la responsabilità del “fair play” su ogni persona.

Wheelchair Ultimate è uno sport di squadra in carrozzina 4 contro 4, in cui si gioca con il frisbee, facendolo avanzare da una parte all’altra del campo, fino alla ricezione finale dentro l’area di meta avversaria. Adatto a tutti e tutte, dinamico, divertente, ha la peculiarità di essere uno sport auto-arbitrato e senza contatto fisico, in cui tutti i giocatori e le giocatrici sono responsabili della conduzione del gioco e del rispetto delle regole.

Nasce in America. L’idea di portarlo stabilmente nel nostro Paese proviene da un’idea della Commissione Medica condivisa con la Commissione Sviluppo e Scuola, sull’onda della forte spinta della mentalità inclusiva a 360° che già di per sé proviene dall’Ultimate. Nato circa due anni fa, il progetto prevede un piano strutturato per proporre alcune discipline alle persone con disabilità motoria, così da offrire una serie di opportunità sportive. Grazie alla collaborazione con l’ A.S.D. AUSportiva, il progetto ha debuttato nel marzo del 2021 presso l’Unità Spinale Niguarda di Milano.

Foto di Andrea Mancuso

Alessandro Somaini, che gestisce la squadra di Milano e si occupa della promozione del Wheelchair Ultimate per conto di Flying Disc Italia, racconta: “Sono in carrozzina dal 2019, nei precedenti 16 anni ho respirato Ultimate quasi ogni giorno tra sport giocato, coordinato nella mia società sportiva e promosso nelle scuole, Nel 2021 sono stato contattato da Andrea Sambruni della Commissione Medica di Flying Disc Italia, appena ho capito che c’era una forte volontà da parte della federazione di creare la sezione Wheelchair Flying Disc mi sono subito tuffato a capofitto in questa nuova avventura. La cosa che ho scoperto di lì a poco è che la versione su carrozzina oltre che per me stesso si è dimostrata fin da subito molto piacevole e divertente per chiunque la provasse, anche persone con funzionalità residue molto diverse tra loro. Ho iniziato all’interno dell’Unità spinale dell’Ospedale Niguarda dove sono stato ricoverato. Nel 2021 era ancora periodo di covid, quindi abbiamo fatto delle lezioni pressoché individuali con pazienti interni, la stessa cosa è stata fatta anche presso l’Unità spinale di Montecatone in provincia di Imola,da parte di tecnici della ASD Bologna Flying Disc”.

Questa disciplina si è dimostrata abbastanza facile da apprendere e a differenza di altri sport dove a volte il gesto tecnico può essere uno scoglio nei primi momenti, così non è stato per l’Ultimate che risulta divertente e giocabile fin da subito. Con la fine delle restrizioni anti Covid, le lezioni individuali hanno lasciato il posto al gioco d’insieme. Ancora Alessandro: “Sono state coinvolte persone con la quali giocavo già a pallavolo presso l’A.S.D. AUSportiva , ma anche compagni di squadra di rugby ed altri poi da varie parti. I giocatori normodotati che ci danno una mano arrivano dalla associazione sportiva di Como di cui faccio parte, la Frasba dal Lac, ma la maggior parte sono milanesi e arrivano dalla società Flying disc Martesana, tutta gente con cui io ho giocato per anni l’ultimate tradizionale condividendo la nazionale e diversi tornei importanti. Con tutti loro abbiamo iniziato a fare i primi allenamenti e creare la prima vera e propria squadra a fine Aprile di quest’anno”.

Foto di Andrea Mancuso

Uno sport in continuo divenire, che allarga le sue conoscenze. Grazie alla presidente dell’Associazione Ultimate Torino (AUT), Giulia Ferrari, sono stati coinvolti dei giocatori di tennis e basket in carrozzina, che si sono dimostrati interessati alla disciplina. Si sono svolti tre raduni con milanesi e torinesi insieme, e nei prossimi mesi è previsto che AUT continui con delle lezioni a Torino per chiunque voglia approfondire la conoscenza. “Abbiamo fatto due raduni a Torino, uno iniziale molto alla mano in un’area Park, seguito da un altro più strutturato in una palestra. Il terzo, al palazzetto dello sport di Gerenzano, è stato il raduno più allargato, dove oltre alla squadra di Milano, hanno partecipato i giocatori di tennis e di basket in carrozzina”.

Il torneo che si è svolto a Lignano tra il 29 settembre e il 1 ottobre è ufficialmente il primo mondiale di Ultimate in carrozzina al mondo. Si è svolto in Europa perché praticato da più nazioni e in particolare in Italia, grazie al crescente fermento delle realtà di Milano e Bologna. “Dopo le risposte positive da varie federazioni, che hanno contribuito alla fiducia sulla fattibilità dell’evento, sono arrivate successivamente alcune defezioni, portando a un mondiale più ridotto, con quattro squadre di cui due italiane, la nazionale tedesca e una squadra internazionale composta per lo più da giocatori giapponesi”. Le quattro nazionali si sono sfidate in un girone unico che ha decretato la classifica per l’accoppiamento delle semifinali. Nelle partite serali, come nelle due finali, il pubblico per la prima volta ha potuto ammirare la bellezza dei movimenti, l’agonismo e il fair play che Wheelchair Ultimate sa dare.

Sotto lo stesso tetto, giocatori, staff volontari, hanno condiviso tutti i momenti, da quelli conviviali a quelli sportivi. Si sono consumati abbracci, confronti e sorrisi. Non sono mancate anche le lacrime, come quelle inconsolabili di un ragazzino tedesco per la gioia di una medaglia conquistata. La concentrazione e il sudore di una partita e il divertimento nel giocarla. L’Italia “White” è la prima nazionale campione del mondo di Wheelchair Ultimate, battendo in finale la selezione internazionale, la Germania chiude il podio battendo l’Italia “Blue” vincitrice della medaglia spirito del gioco. Già perché alla fine di ogni partita, le varie squadre compilano un modulo sul fair play dell’avversaria. Questo è Ultimate.

Foto di Andrea Mancuso

Attualmente l’Ultimate in carrozzina viene praticato con regolarità in pochissimi paesi, Stati Uniti e Canada (che purtroppo non sono riusciti ad organizzarsi in tempo per il mondiale), e Giappone. Poi esistono progetti iniziati e attualmente in standby come in Francia e timidi segnali di interesse in altri paesi, come la Colombia. L’obiettivo della federazione mondiale WFDF è incentivare la pratica delle discipline col disco in carrozzina.

Sempre Alessandro ” In Italia cercheremo di coinvolgere o creare altre realtà oltre a quella milanese; è uno degli sport adattati più inclusivi che conosca e ha un’elevata giocabilità già dopo pochi minuti di prova, ho grandi speranze che possa coinvolgere sempre più persone e diventare una disciplina di primo livello”.


Servizio di Andrea Mancuso