di Manuel Beinat
Comincia il viaggio alla scoperta del borgo multietnico della stazione di Udine, e di come il Covid-19 abbia influito sulle varie realtà che animano il quartiere.
What Comes Next comincia la sua analisi con un’attività commerciale fondamentale per il luogo: quella del trasporto pubblico “porta a porta”, documentata tramite le fotografie di Federico Del Gobbo.
I tassisti, protagonisti di questo primo reportage, non hanno mai smesso di lavorare dall’inizio dell’epidemia; questo fatto però, non ha sicuramente alleviato la preoccupazione degli interessati nei confronti di se stessi e dei propri cari. Stefano, conducente del taxi 28, esprime così la propria apprensione: “È stato preoccupante… Avendo un’attività individuale immaginavamo cosa potesse comportare una chiusura totale.”. Il lockdown dei mesi tra marzo e maggio ha penalizzato innumerevoli attività commerciali, indipendenti o meno; la prima ondata ha comportato un periodo durissimo da un punto di vista economico anche per i tassisti, i quali si sono ritrovati ad avere dalle zero alle due corse giornaliere.
Oltre al guadagno estremamente limitato, c’era (e purtroppo c’è ancora) anche il problema della tutela della salute, sia del conducente che del cliente. Il virus si sa, non fa eccezioni quando colpisce, e le possibilità di contagio all’interno di un abitacolo chiuso, nonostante mascherina e distanziamento, aumentano esponenzialmente.
Un’altra problematica relativa al lockdown di primavera faceva riferimento alle gestione dei figli dei lavoratori, costretti a stare a casa già da prima della chiusura nazionale. Gianluca, conducente del taxi 34, afferma che una delle difficoltà più grandi è stata quella relativa alla responsabilità dei propri bambini, a dimostrazione del fatto che chi non è stato colpito direttamente dal virus, ne ha sicuramente subito le conseguenze indirette.
Nelle fotografie presentate balzano all’occhio gli oggetti che i conducenti portano con sé all’interno della vettura; secondo Gianluca infatti “non sempre le cinture sono sufficienti.”. Semplici oggetti che assumono un significato altro, personale, più profondo, nella speranza che durante le varie corse qualcuno o qualcosa li protegga sempre, soprattutto durante questo periodo, in cui il pericolo non è neanche lontanamente visibile a occhio nudo.
La seconda ondata sta mettendo a dura prova l’economia, dimostrandosi più ostica e pericolosa della prima. Giorgio, del taxi 23, in riferimento alle ultime settimane, afferma che“I dati che abbiamo ci dicono questo, le cose stanno peggiorando’’.
A discapito di tutto ciò, i tassisti continuano a lavorare, nonostante le continue richieste da parte del governo di evitare qualsiasi tipo di trasporto pubblico…
Federico Del Gobbo
Classe 2002, comincia nel 2020 gli studi alla Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti. Aderisce al progetto What Comes Next per confrontarsi in maniera diversa con la fotografia, prima affrontata con puro spirito estetico, e per crescere da un punto di vista personale e professionale. Volendo analizzare l’aspetto più sociale e antropologico delle immagini, decide di documentare la realtà dei tassisti del borgo, con i quali instaura un’intimità che tenta di riproporre tramite le sue fotografie.
Manuel Beinat
Studente di curatela fotografica presso Fondazione Modena Arti Visive, lavora come assistente fotografo e curatore. Si appassiona al fotogiornalismo durante il percorso di studi e di seguito al lockdown propone “What Comes Next” come progetto curatoriale finalizzato a cambiare il volto del borgo stazione di Udine.