
di Manuel Beinat
Quando si pensa al fenomeno del multiculturalismo in un’area circoscritta spesso ci si dimentica del fatto che anche la cultura d’appartenenza (in questo caso, quella italiana) ha un ruolo fondamentale nell’ecosistema della zona analizzata.
Le fotografie della giovane Tiziana Moccia ci accompagnano in questo secondo capitolo di What Comes Next, incentrato sulle attività commerciali gestite da proprietari italiani. Il Borgo Stazione della città di Udine ha assistito, nell’ultimo trentennio, ad un cambiamento morfologico radicale; gli effetti della globalizzazione si sono infatti sentiti anche nel comune friulano, e si possono notare tutt’oggi grazie ai vari negozi cinesi, africani, ecc…

Rimangono in piedi, però, le piccole società gestite da italiani. Le attività prese in considerazione sono quelle che operano in Via Roma, una delle vie principali del borgo che si affaccia su entrambe le stazioni, quella dei treni e quella delle corriere. I proprietari di queste attività commerciali hanno potuto assistere ai cambiamenti culturali e sociali del quartiere durante i tumultuosi Anni Novanta, e hanno risentito anch’essi delle dure conseguenze della pandemia causata dal covid-19.
Gli scatti di Tiziana Moccia ci portano all’interno delle mura dell’Autoscuola Gremese, il cui gestore, Fabio, si dimostra sensibile alle problematiche del Borgo che ormai da tempo vengono dibattute (quali spaccio, criminalità, discriminazione). Lavorando con i giovani, il proprietario dell’attività ricorda che le seconde generazioni ultimamente si stanno impegnando affinché il quartiere non venga costantemente dipinto come una zona pericolosa o inabitabile.

Il coronavirus, dal canto suo, ha bloccato temporaneamente le lezioni di guida, ha prorogato le date di scadenza dei fogli rosa e sospeso esami teorici e pratici. Nonostante le difficoltà economiche, l’Autoscuola ha ripreso regolarmente l’attività, continuando a stare in contatto con le giovani generazioni che animano il Borgo.
Proprio a fianco all’attività Gremese, troviamo un’altra realtà commerciale particolarmente frequentata, seppur da un tipo di clientela completamente diverso: si tratta dell’Ottica da Rio, gestita da Luca e da sua moglie Roberta. I clienti dell’Ottica sono ormai quelli storici, abituali, che trovano nell’attività commerciale un piccolo nucleo accogliente e famigliare. Le conseguenze del covid non si fanno sentire troppo, se non visivamente: mascherine, gel igienizzante e distanziamento sono diventate ormai una prassi, ma a detta di Tiziana che ha avuto modo di passare del tempo con i proprietari, “il sorriso sul loro volto non è cambiato”.

La convivenza delle realtà commerciali multietniche e italiane non fa altro che riconfermare quanto il multiculturalismo si sia stabilizzato anche nelle piccole realtà cittadine. Ancora una volta il Borgo Stazione di Udine si mostra come immagine speculare di una realtà più grande, nella quale il locale incontra il globale, non solo per le conseguenze apportate dalla pandemia, ma anche per tutti gli attori e le comparse che recitano sul palcoscenico sociale e antropologico.

Tiziana Moccia
Nasce a Udine nel 2001, cresce tra il laboratorio della madre artigiana e i rullini del padre appassionato di fotografia. Appena maggiorenne fotografa le celebrità sul red carpet del Lido di Venezia, e si diploma l’anno successivo al Liceo Artistico Giovanni Sello nella città natale.
È decisa a fare della fotografia la sua principale occupazione; tramite i suoi ritratti tenta costantemente di sradicare pregiudizi e stereotipi ancora presenti nella società attuale, ed è proprio tramite la fotografia ritrattistica che decide di documentare le realtà commerciali del Borgo Stazione di Udine.
Manuel Beinat
Studente di curatela fotografica presso Fondazione Modena Arti Visive, lavora come assistente fotografo e curatore. Si appassiona al fotogiornalismo durante il percorso di studi e di seguito al lockdown propone “What Comes Next” come progetto curatoriale finalizzato a cambiare il volto del borgo stazione di Udine.