
di Manuel Beinat
Secondo uno studio condotto dalla Health Foundation durante l’estate del primo anno della pandemia da Covid-19, i giovani tra i 12 e i 24 anni appartengono alla generazione più colpita dalle conseguenze del virus; la cosiddetta gen z è stata infatti risparmiata dalle conseguenze fisiche del Covid, ma non dalle ricadute psicologiche che esso comporta.
What Comes Next si propone di analizzare anche questo aspetto; Alice Degrassi, giovane studentessa di arti cinematografiche, ha documentato la quotidianità di una liceale del Borgo Stazione della città di Udine.
È Elettra la protagonista di questo racconto, che viene ritratta in una serie di bianchi e neri dai contrasti forti e dalla grana accentuata. La pellicola viene scelta come strumento per immortalare i luoghi e gli ambienti della persona che li abita, quasi a sottolineare, dopo mesi di didattica a distanza, videochiamate e videoconferenze, la necessità di un supporto fisico e di una connessione materiale tra fotografa e persona ritratta.
La camera, i corridoi, gli oggetti e i poster, tutto anticipa la presenza della giovane liceale che ha subito maggiormente le conseguenze del virus durante il periodo della seconda ondata. La chitarra, strumento che la lega particolarmente al padre, l’ha aiutata ad affrontare l’isolamento da amici, compagni e familiari. Anche i rumori del Borgo Stazione, da sempre presenti, hanno iniziato a farsi sentire solo dalla finestra della camera da letto.

La vita di questa generazione si è abissata su Google Meet e Zoom, annichilendo qualsiasi forma di socializzazione, elemento indispensabile nella quotidianità di adolescenti e giovani studenti. Nella monotonia delle lezioni online, nelle quali il senso del tempo va a perdersi, la frase “Make art, not war” che emerge dalle immagini, sembra essere uno dei pochi simboli di speranza in un periodo dal futuro sempre più incerto. Elettra è figlia di artisti, di attori per essere precisi, e sembra che la necessità di fare arte (che essa sia nelle fotografie, nella recitazione o nella musica) rimanga un filo rosso che la pandemia non è ancora riuscita a spezzare.
Le fotografie di Alice sono state anche un interessante pretesto per discutere sulla situazione del mondo del teatro e dello spettacolo, e di come questa realtà si sia modificata e adattata alle esigenze del virus; il palcoscenico può essere trasferito online? Come fa un’arte performativa ad adeguarsi e riassestarsi nel mondo virtuale? Sono domande alle quali si sta cercando una risposta tramite tentativi ed esperimenti. Una cosa è certa: il pubblico ha bisogno del teatro, paragonato da Gabriele Vacis, regista e direttore della scuola per attori del Teatro Stabile di Torino e dell’Istituto di Pratiche Teatrali per la Cura della Persona, ad un servizio sociale, al pari “della metropolitana e dell’acqua potabile”.

Forse la costante ricerca di una sinergia tra le varie arti potrebbe essere una papabile risposta, se non risolutiva almeno temporanea, ad una situazione che sembra non avere una fine.
Sono proprio le ultime foto scattate da Alice a creare un ponte tra arti visive e performative: Elettra, anch’essa giovane attrice, reinterpreta uno dei ruoli per lei più significativi, Shylock de “Il Mercante di Venezia”, nel suo monologo più famoso. Proprio come sul palcoscenico, la luce cade drammatica sul volto della giovane studentessa: le ombre e i contrasti ricordano la scena introduttiva del personaggio di Vinz nel film “La Haine” di Mathieu Kassovitz; le tematiche trattate nel lungometraggio si discostano non di poco da ciò che vuole raccontare Alice tramite le sue immagini, ma in entrambi i casi si parla di una situazione di stallo, nella quale i protagonisti si ritrovano smarriti.
La situazione è destinata a risolversi. Il virus continuerà a circolare, ma con il tempo saremo sempre più capaci a gestirlo; ma qual è il retaggio di questa situazione? Che cosa lascia in eredità la pandemia ad una giovane attrice? La generazione z risente le conseguenze del virus già adesso, che cosa succederà tra qualche anno? Sono i giovani i protagonisti di una messinscena a dir poco drammatica, nella quale l’arte potrebbe non essere la soluzione al problema, ma potrebbe risultare utile come valvola di sfogo, come strumento catartico per alleviare i dolori delle ferite lasciate dal virus.

Alice Degrassi
Classe 2000, Alice è una giovane studentessa di arti cinematografiche presso la Brunel University di Londra. La sua passione per la settima arte si rispecchia nelle sue fotografie, che ricordano costantemente i migliori frame di un film d’epoca.
Decide di aderire al progetto What Comes Next per analizzare la situazione di una giovane attrice che abita nel Borgo Stazione della città di Udine, una voce del coro spesso ignorata in un ambiente sociale così complesso e sfaccettato. Le foto sono risultate anche un pretesto per declinare la tematica del mondo del teatro e di come questa realtà si sia dovuta adeguare alle conseguenze del Covid-19.
Manuel Beinat
Studente di curatela fotografica presso Fondazione Modena Arti Visive, lavora come assistente fotografo e curatore. Si appassiona al fotogiornalismo durante il percorso di studi e di seguito al lockdown propone “What Comes Next” come progetto curatoriale finalizzato a cambiare il volto del borgo stazione di Udine.