We don’t need no education

Quinto articolo della nuova rubrica curata dal nostro socio e collaboratore Gianluca Uda. Una rubrica per tenervi informati sulla difficile e preoccupante situazione che attraversa il continente latinoamericano a causa del Covid-19

We don't need no education

Foto e testo di Gianluca Uda

Bolsonaro sostiene di avere la muffa nei polmoni e se la ride sostenendo che l’idrossiclorochina lo ha curato dal Covid-19. Sembrerebbe che ora l’esercito ne stia producendo due milioni di dosi e il ministero della Salute sta iniziato a raccomandarlo alla popolazione affetta dal virus. In realtà la pandemia è completamente fuori controllo e i contagi sembrano ora spostarsi fuori dai grandi centri abitati, ma a preoccupare ora sono le scuole.

La chiusura delle scuole è iniziata a marzo e da allora non c’è stato nessun piano concreto che riguardasse le loro riaperture e come gestire la situazione. La scuola in Brasile è fondamentalmente un bene di lusso, il sistema scolastico brasiliano ha due tipi di scuole quelle pubbliche e quelle private. La scuola pubblica è gratuita ed è frequentata dalla maggioranza dei bambini brasiliani, ma purtroppo non forma a dovere i propri alunni.

Le scuole private invece sono a pagamento e si dividono in base alla quota d’iscrizione, più la scuola è formativa più la retta mensile aumenta. Questo sistema non fa altro che dividere ulteriormente le classi sociali brasiliane.

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Un bambino che vive in una condizione sociale difficile non avrà accesso ad una formazione completa e questo non gli permetterà di emerge con facilità una volta diventato adulto. Le scuole pubbliche molto spesso, sia per carenza di fondi, sia per negligenza e per l’elevato numero di alunni non propone un piano formativo di buon livello.

Con l’arrivo della pandemia, le differenze tra i due modelli scolastici si sono ulteriormente fatti notare. Le private in un modo o in un altro hanno cercato di garantire un percorso formativo grazie all’ausilio di piattaforme e lezioni online. Le pubbliche sotto questo aspetto hanno avuto molti più problemi, sia per una disorganizzazione del sistema scolastico e sia perché molti degli alunni di queste scuole non possedevano una connessione internet per seguire le lezioni.

La linea che divide le classi sociali brasiliane è netta, da un lato c’è una minoranza che può usufruire di tutto mentre la stragrande maggioranza della popolazione deve vivere giorno per giorno. Attualmente non è stata presa ancora nessuna decisione certa sulla riapertura delle scuole, alcune scuole private sostengono che sono pronte e che hanno i mezzi per ricominciare in sicurezza. Diverso invece è la visione di molti funzionari e professori che non si sentono sicuri di rientrare nelle loro funzioni.

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A Rio de Janeiro la prefettura ha autorizzato un ritorno facoltativo alle aule private già a partire da questo lunedì ma a presentarsi sono stati solamente alcuni professori. Quasi tutte le altre scuole private della città carioca continueranno i loro percorsi formativi online.

La maggioranza dei familiari dei bambini non è molto convinta in un rientro immediato nelle aule, dato che la pandemia ancora non è in calo. Il vero problema è un’altro e riguarda chi ha avuto modo di seguire le lezioni online, con una famiglia alle spalle capace di supportare le necessità del bambino, mentre tutti gli altri bambini si ritroveranno ancora una volta ai margini e con un’anno in meno di studio.