Di Andrea Mancuso / Foto di Andrea Mancuso
Era 12 aprile 1961 quando per la prima volta l’uomo raggiunse lo spazio. Ciò che generazioni di persone avevano sognato, quel giorno divenne realtà. A bordo della Vostok 1 Jurij Gagarin spianò la strada allo spazio per l’umanità, pronunciando quelle parole destinate poi ad entrare nella storia: “Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini”. Eppure ci fu un tempo in cui la paura dell’ignoto ci fece credere che la Terra fosse al centro di tutto e che il Sole ci girasse attorno per sentirci più sicuri, da creare confini dove questi non esistevano, per sentirci più protetti. Eravamo così piccoli allora, siamo rimasti piccoli ancora.
Circo senza frontiere
Ventimiglia, sabato 5 ottobre, un concentramento di corpi e di colori si apprestano a sfilare lungo le strade del centro. Oltre 500 persone rispondono all’appello lanciato dell’associazione Progetto 20K, Saltimbanchi Senza Frontiere e Mediterranea Saving Humans. “Costruiamo questa parata muovendoci tra arte, giocoleria, musica e fantasia, per coinvolgere tutte e tutti ad essere parte di un’alternativa, dove umanità e la libertà di muoversi e di restare diventano le fondamenta su cui costruire città migliori senza discriminazioni di provenienza, genere o reddito. Costruiamo una giornata di alternativa rispetto alle deportazioni, agli abusi delle forze dell’ordine, al respingimento dei minori e allo sfruttamento dei corpi e delle esistenze delle donne e uomini migranti”, dicono dall’organizzazione.
Città simbolo
Un luogo scelto non a caso. Ventimiglia col tempo è diventata una delle città simbolo delle migrazioni. Lo sa bene Progetto 20k, un gruppo di donne e uomini che, credendo nel diritto alla libera circolazione per ogni essere umano, tiene costantemente e quotidianamente sotto controllo la situazione nella città. Monitora eventuali abusi, violenze, fornisce informazioni dirette alle persone in transito sul confine, sui loro diritti, al viaggio che intendono fare e al modo più sicuro, dignitoso, protetto ed efficace per farlo.
La parata
Alle 15 la parata ha inizio. Le vie del centro di Ventimiglia si trasformano in una festa grazie ai balli e le coreografie dei Glamourga Macao, alle compagnie di artisti e giocolieri. Tra Maschere, nasi rossi da clown, palloni giganti e coriandoli, il fiume colorato sfila da via Cavour al Lungomare, scandendo cori e slogan contro la chiusura delle frontiere. Pochi i ventimigliesi presenti e quasi nessun migrante. Il corteo si ferma per qualche minuto davanti a Yurji Gagarin appena atterrato per l’occasione sulla città. Un gesto simbolico per ricordare ancora una volta che nonostante cambino i governi, le frontiere continuano a esistere e le persone ad esser fermate e a morire in mare.
Il corteo prosegue fino ad arrivare ai giardini pubblici di via Vittorio Veneto. Qui le persone si riposano sedute in semicerchio intrattenute da uno spettacolo di cabaret organizzato dai Saltinbanchi Senza Frontiere. Gli artisti si alternano con performance di giocoleria, clowneria e teatro, divertendo i più piccoli e non, tra impegno e sorrisi. Al termine c’è ancora tempo per i Glamourga Macao, che con i loro balli continuano tener calda l’atmosfera. Poi è seguita un’assemblea cittadina tenuta da Mediterranea Saving Humans.
Il progetto Circus Sea
Il connubio tra arte e migrazioni affonda le sue radici in un lontano passato. Saltimbanchi Senza Frontiere hanno aderito al progetto Circus Sea lanciato da AltroCirco, così come hanno fatto Teatro Galleggiante e altri collettivi circensi e artisti di strada presenti a Ventimiglia e non. Hanno organizzato o partecipato durante l’anno a spettacoli in varie città d’Italia e il ricavato è stato devoluto a Mediterranea Saving Humans. Da nord a sud, nelle palestre come all’aperto, gli spettacoli hanno stupito, emozionato e trattato con seria leggerezza il tema delle migrazioni coinvolgendo soprattutto i più piccoli. “Pensiamo che il circo sia l’arte della pluralità e delle differenze, dell’apertura delle prospettive, dello scambio e della condivisione umana e artistica. Vogliamo dare un segnale forte e concreto sostenendo chi salva vite nei nostri mari e si batte quotidianamente per un’Europa più accogliente”, dicono gli interessati.
La parata di Ventimiglia è stata la perfetta sintesi di un’esperienza che si è susseguita nel tempo, un punto di transito ma non di arrivo almeno finchè “la fantasia distruggerà il potere e una risata vi seppellirà!”