Vivere Jannacci, la storia di Gianluca
Di Marina Mussapi / Foto di Marina Mussapi
Gianluca è ospite di Casa Jannacci da oltre due anni. Ha accettato di incontrarci e di condividere con Witness Journal la sua esperienza quotidiana. Marina Mussapi ha passato un giorno in sua compagnia e ne ha raccontato la storia.
Le difficoltà in strada
Gianluca è cresciuto a Milano nel quartiere Stadera, a sud della città. Un quartiere dal tessuto sociale complesso, ricco di storia e di contraddizioni tipiche della periferia della città meneghina. Durante gli anni della giovinezza Gianluca si è dovuto creare la sua rete di amicizie e in questo ha avuto un ruolo importante, racconta, un gruppo di poliziotti che operavano nel quartiere che hanno facilitato l’integrazione tra le tante anime di Stadera. Per certi versi sono stati più utili dei servizi sociali. Gli offrivano il caffè, parlavano con lui, gli davano consigli. All’epoca Gianluca era un ragazzino, ma ha fatto tesoro di quell’esperienza. Tuttavia la strada lui l’ha vissuta davvero. Per due anni ha vissuto dove capitava, quando tutto il suo mondo gli è crollato intorno e amici e famiglia gli hanno voltato le spalle. In più di un’occasione ha dovuto anche prendersi cura della sorella minore. Difficile anche la relazione con i suoi figli: Alessia 17 anni e Alessandro di 12. Per circa due anni, ha detto, ha dormito in un piccolo furgone sotto casa loro. A dargli però una mano nei momenti difficili è stato un suo caro amico di infanzia trasferitosi nel quartiere da bambino. È stato lui a supportarlo e a trovargli un appartamento poco fuori Milano dove Gianluca ha abitato per un breve periodo di tempo.
Il lavoro
Nonostante le difficoltà, Gianluca si è sempre dato da fare. Ha lavorato con una cooperativa di pulizie per tre anni a Palazzo Marino, sede del Comune, poi in una scuola sui Navigli. In quell’occasione è nata la prima figlia. Deve poi cambiare lavoro quando la ditta di pulizie inizia a perdere gli appalti. Dopo un nuovo trasferimento da Chiaravalle a Stadera trova lavoro come magazziniere e autotrasportatore. La madre intanto è tornata a vivere con lui e la sua famiglia. Guadagna bene, è soddisfatto e trova un’altra abitazione a Castelleone, vicino Cremona con Sonia e i figli. Tutto procede bene fino al 2008 quando Gianluca perde il lavoro. Seguono due anni difficili a causa anche della crisi con la compagna che alla fine lascia insieme ai figli e torna a Milano. Vive come può e si arrangia sulle panchine o presso le fontane dei giardini. Trova lavoro come trasportatore sulla tratta Milano-Roma per due anni, ma alla fine deve mollare di nuovo. Troppo estenuante, senza considerare la paga non elevatissima.
L’arrivo a Ortles 69 e il nuovo impiego
Ma la ruota gira per tutti e nel 2016 Gianluca arriva a Casa Jannacci e a novembre 2017 si presenta una nuova opportunità lavorativa. Una borsa lavoro alla Zeta service che ha la sede proprio davanti Casa Jannacci e che si occupa di amministrazione del personale e consulenza sul lavoro. Qui Gianluca ha trovato una dimensione accogliente e informale. Gli piace. Si attacca presto alla mattina, alle 9. Colazione in ufficio qualche minuto prima dell’inizio dell’orario di lavoro e poi via tra scartoffie da sistemare e scatole da consegnare. Rds tiene compagnia nei momenti più tranquilli fino alla pausa pranzo. Uno stacco che Gianluca si prende insieme all’amico Enrico con cui è solito accompagnare qualche boccone tra il turno di mattina e quello di pomeriggio. Ogni tanto una boccata d’aria, all’aperto, sul terrazzino che dà sullo scalo di Porta Romana, per staccare la mente e lasciarsi scivolare via qualche pensiero negativo.