“U paese è mondo intero”, di Nicola Zolin

In attesa della pubblicazione sul numero 113 del mensile, uno sguardo al nuovo libro su Riace, paesino della Locride, diventato un esempio di buon governo nella gestione dell'immigrazione in Italia

"U paese è mondo intero", di Nicola Zolin

Di redazione Wj / Foto di Nicola Zolin

“Un libro è la sintesi di migliaia di parole che nella loro unità sono la rappresentazione di un pensiero. Le parole dunque sono il mezzo che consente la trasmissione di un messaggio, di un’idea, di un racconto, reale o immaginario che sia. E se è vero che queste danno impulso all’immaginazione, il libro fotografico contiene in sé qualcosa in più perché le immagini evocative della realtà, hanno mille sfumatura e chiavi di lettura diverse e possono avere significati che vanno oltre le parole stesse. Le immagini infatti, possono contenere la realtà ma anche il sogno.  E Nicola Zolin, autore di “U paese è mondo intero” (edito da Prospero editore) riesce egregiamente in questa rappresentazione del reale e dell’immaginario”, sono queste le parole che Raffaella Imbrìaco dedica alla recensione del libro del fotografo Nicola Zolin “U paese è mondo intero” sul suo blog “Curlies and books“. Il lavoro, che sarà presentato più ampiamente sul prossimo numero del giornale, il 113, è un lungo reportage che attraversa i luoghi della Locride in Calabria, apertisi negli ultimi vent’anni all’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo, con l’intento di riportare vitalità in terre dilaniate dallo spopolamento. Il progetto esplora per immagini e parole la storia dell’accoglienza a partire dalla Riace dell’ex sindaco Mimmo Lucano, che ha fatto parlare di sé in tutto il mondo e ispirato la nascita di altre realtà di integrazione che cercano di resistere al Decreto sicurezza e al vento di intolleranza soffiato sull’Italia negli ultimi anni.

Da Riace

Nel 1998 un’imbarcazione piena di esseri umani, in fuga dalle violenze al confine tra Turchia e Iraq, arrivò a Riace Marina. Erano quasi tutti curdi, un popolo senza stato, vittima degli schemi geopolitici del Novecento. Si trovarono all’improvviso accolti da una comunità ospitale, che mise a loro disposizione le case in disuso e s’impegnò a dar loro sostentamento. Lo stesso Zolin racconta di una conversazione avuta con Lucano. “Sognavamo una piccola città dove si potesse recuperare la cultura delle tradizioni, incontaminata dal capitalismo e dal consumismo dell’attuale società. Ci sembrava un segno del destino che mentre i riacesi partivano, delle altre persone arrivavano, seguendo il flusso dei mutamenti della storia”.

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…alla Locride

Alla fine il modello di Riace si è esteso a tutta la Locride con altri sessanta paesi. Era l’istituzione dello Sprar (Sistema di protezione per rifugiati e richiedenti asilo) contro la politica dei grandi campi, i vari Cas e Cara, dove le persone migranti non sono che numeri ai quali offrire servizi al più basso costo possibile. 

Belle storie possibili

In uno degli scatti qui presentati, Zolin riprende un momento del matrimonio tra Mohammed proveniente dal Mali e Afissiata dalla Costa d’Avorio. Afissata viveva a Riace e incontrò Mohammed a Caoulonia (RC) dopo che l’uomo era stato ammesso al progetto Sprar. Anche il comune di Caulonia, infatti, aveva messo in piedi un sistema di accoglienza sul modello di Riace.

L’arresto di Lucano

Il 2 Ottobre 2018, il sistema ha subito un brutto colpo dai suoi detrattori. Il sindaco Lucano viene messo agli arresi domiciliari con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e illeciti nell’affidamento diretto del servizio di raccolta rifiuti. Ma i fondi all’accoglienza erano già stati sospesi un anno prima di questo evento. Da lì c’è stato un meccanismo di indebitamento da parte delle cooperative sul territorio che si sono viste mancare la terra sotto i piedi. Non si è fatto poi attendere il dictat dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha disposto la chiusura dello Sprar. Due scelte, quindi per gli ospiti: ricollocamento o permanenza a Riace rinunciando ai fondi del progetto.

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Stignano, un paesino della Locride ormai abbandonato

 Il progetto Sprar

Il progetto dell’accoglienza si è vista privare della protezione umanitaria e soprattutto si è impedito ai richiedenti asilo di accedere ai progetti (che oggi spettano solo a minori o titolari di protezione internazionale). “La riforma dello Sprar colpisce al cuore il modello di accoglienza sviluppato nella Locride, in un terreno difficile dove il caporalato prospera e molti migranti sono sfruttati funzionalmente agli interessi dell’n’drangheta. Ciononostante i progetti di accoglienza nella Locride cercano di resistere con la forza delle idee e della solidarietà, uniche arme rimaste per difendere un progetto importante dall’invidia, dal razzismo e da un populismo privo di visione”, ha raccontato l’autore.