SWPA 2023, tutti i vincitori

Con più di 415.000 lavori presentati, la prima edizione post pandemica è stata l’occasione per celebrare la fotografia ma anche per saggiarne lo stato di salute, con ottimi risultati

Natura: Cities gone wild di Corey Arnold

di Amedeo Novelli

Photographers of the Year 2023
Il vincitore assoluto, ossia l’autore del lavoro scelto tra tutti i vincitori di categoria di questa edizione è
Edgar Martins. Premiato nella categoria Ritratto, il lavoro del fotografo portoghese è in realtà difficile da
etichettare e certamente non è fatto di soli ritratti. Si tratta di un lavoro complesso sotto tutti gli aspetti
che abbraccia anche il linguaggio fotogiornalistico ma che è capace di aggiungere anche una dimensione più intima. Alla base di questo progetto c’è infatti la volontà di Martins di ricostruire gli ultimi giorni di vita di un suo amico e collega, Anton Hammerl, rapito e ucciso dalle milizie governative libiche il 5 aprile 2011, durante i giorni della deposizione di Gheddafi. Una volta capito che non sarebbe riuscito in alcun modo a ricostruire quanto era accaduto ad Anton, Edgar Martins ha cercato prima e fotografato poi alcune delle persone che erano state in contatto con il fotografo sudafricano prima della sua fine. Così, da questo imprevisto cambio di rotta, è nato un lavoro intenso che è difficile da classificare ma che si basa su immagini che riescono ad essere molto potenti ma al contempo delicate e discrete.

Our war – Edgar Martins

Tutti i vincitori della categoria pro 2023
Come detto oltre al vincitore dei vincitori, il concorso ha premiato altri nove fotografi, uno per ciascuna
delle catagorie, oltre al Ritratto. Vediamo in rassegna chi sono e quali lavori hanno visto premiare dalla
giuria.

Architettura e design
Cement factory, del fotografo cinese Fan Li, è un lavoro importante che usa la fotografia di architettura per raccontare l’ascesa e la caduta di un cementificio a Guilin City, nella regione autonoma dello Guangxi
Zhuang, nel sud della Cina. Costruita nel 1996, questa fabbrica ebbe un impatto decisivo nello sviluppo
economico della regione, almeno fino a quando non si decise di chiuderla anticipatamente per il suo
impatto negativo da un punto di vista paesaggistico, trasferendo la produzione in un altro sito ma
all’interno dell’area industriale. Le immagini che compongono il lavoro, rigorosamente monocromo, ci
raccontano di un Paese, la Cina che, vista da occidente non è mai semplice da capire fino in fondo.

Architettura: Fan Li

Fotografia creativa
Prima di presentare il lavoro vincitore, The right to play, della fotografa sudafricana Lee-Ann Olwage,
apriamo una piccola parentesi su quanto accaduto nella medesima categoria ma relativamente alla sezione Open, quella dedicata agli appassionati. Nel bel mezzo della cerimonia di premiazione, l’artista tedesco Boris Eldagsen, che si era visto prima assegnare e poi togliere il premio perché il suo lavoro era stato generato con l’uso di un sistema AI, è salito sul palco per una dichiarazione non prevista, naturalmente per spiegare la ragione provocatoria alla base del suo gesto. Con tutto il rispetto, ci è sembrato più un siparietto per far parlare di sé che non un tentativo di aprire una riflessione seria su un tema che in prospettiva sarà sicuramente centrale. Lasciata per così dire la cronaca, torniamo al lavoro di Lee-Ann Olwage che si occupa di un tema sociale, quale l’educazione femminile, utilizzando una tecnica mista di fotografia e collage per creare delle immagini suggestive, allegre e in qualche modo spensierate. Un approccio al contempo originale e delicato, perfetto per richiamare l’attenzione su un argomento così delicato ed importante.

Creative: Lee Ann Olwage – The Right to Play

Fotografia documentaria
A vincere il premio di categoria è stato il britannico Hugh Kinsella Cunningham con il suo The Women’s
Peace Movement in Congo. Come riassunto efficacemente dallo stesso autore il progetto parte da una
riflessione personale molto semplice ma decisamente personale: “Mostrare la guerra è tutto sommato
facile, ma come si fa a raccontare la pace?” Una domanda che ha trovato un’ottima risposta in questo
reportage dalla Repubblica Democratico del Congo che mette al centro le iniziative di pace portate avanti con successo da tante donne per evitare o sedare conflitti tra le comunità. Un viaggio fotografico che racconta, per una volta, “buone notizie”.

Documentary: Hugh Kinsella Cunningham – The Women s Peace Movement in Congo

Ambiente
Miruku, realizzato in coppia dalla boliviana Marisol Mendez e dall’Argentino Federico Kaplan affronta il
tema della questione ambientale attraverso una serie di dittici concettuali ma dal messaggio piuttosto
chiaro per chi li osserva. Un lavoro interessante che beneficia anche della reciproca contaminazione del
proprio stile avvenuta naturalmente durante la realizzazione del progetto come raccontato degli stessi
autori.

Ambiente: Miruku di Marisol Mendez e Federico Kaplanby

Paesaggio
Event horizon dell’artista polacco Kacper Kowalski è, per chi vi scrive, una grandissima scoperta. Si tratta di un lavoro “unico” e per certi aspetti anche un po’ pazzo composto però da immagini straordinarie. Detto che le fotografie di Event horizon a un primo sguardo non sembrano quello che sono, ossia immagini aerea di un lago ghiacciato nel nord della Polonia, bensì immagini quasi astratte, Kowalski, per realizzarle ha volato con un parapendio in una sorta di trance, lasciandosi pericolosamente trasportare dalla natura in una sorta di ricerca ascetica personale e non priva di rischi. Il risultato è un portfolio sorprendente e che la giuria ha avuto il coraggio di premiare dimostrando una volta di più la serietà del concorso stesso.

Landscape: Event Horizon di Kacper Kowalsk

Portfolio
Il premio per il miglior portfolio è andato al britannico James Deavin, fotografo commerciale che ha speso più che bene il suo tempo libero durante un incarico in Arabia Saudita. Il risultato sono immagini davvero belle a metà tra il metafisico e il surreale ma sempre coerenti tra loro per raccontare in modo credibile il lato b di un Paese che in pochi conoscono davvero. Una prima piccola soddisfazione di questa edizione degli SWPA è vedere premiata al secondo posto anche Marylise Vigneau, che ha pubblicato in passato su WJ e che è entrata con merito in shortlist.

Portfolio: James Deavin | Miglior portfolio
Portfolio: Marylise Vigneau – Secondo posto

Sport
Il fotografo americano Al Bello ha vinto la sezione sport grazie a un lavoro di lungo termine realizzato
seguendo passo dopo passo, la vicenda della prima giocatrice donna in una squadra maschile di baseball di una delle serie minori della Major League statunitense. Un lavoro fatto di immagini sportive ma che esplora il tema della parità di genere da una prospettiva differente e per questo ancora più interessante.

Sport: Al Bello – Female Pro Baseball Player Succeeds in All Male Pro League

Still life
Il lavoro di Kechun Zhang, The Sky Garden è davvero un piccolo capolavoro, sia per l’idea, sia per come è stato realizzato e, naturalmente anche per la capacità di attrarre l’occhio anche dell’osservatore più
distratto. Realizzate osservando il lavoro di un vivaio a pochi passi da casa sua, Zhang ha composto il suo surreale giardino nel cielo scattando le foto mentre venivano trasportate e per questo sollevate per mezzo di gru. Utilizzando le nuvole come sfondo l’effetto ottenuto è sorprendente.

Still life: The Sky Garden di Kechun Zhang

Natura
La carrellata dei vincitori di categoria si conclude con un altro lavoro davvero interessante come Cities gone wild del fotografo americano Corey Arnold. Un portfolio di immagini che hanno il grande dono di
raccontarci in modo per così dire divertente, quali sono gli effetti della riduzione degli aerali per le varie
specie sotto la pressione antropica crescente e che in molti casi conducono a una convivenza uomo-animali selvatici niente affatto semplice e sicuramente pericolosa per il futuro di molte specie.

Natura: Cities gone wild di Corey Arnold
Natura: Cities gone wild di Corey Arnold

Gli altri premi
Il primo premio speciale che segnaliamo è quello andato ad Alessandro Cinque, altro autore che ha
pubblicato più volte sul nostro giornale e che anche per questo ci ha fatto vedere premiato in un contesto così importante. Il Sustainability prize, novità di questa edizione, è andato a Atraplaniebas, il bellissimo lavoro documentario che racconta l’ingegnoso sistema messo a punto in Perù per sopperire alla cronica mancanza di acqua. Il premio alla carriera è andato alla pluripremiata autrice giapponese Rinko Kawauchi, il cui lavoro se non lo conoscete ancora, deve subito entrare nella vostra lista degli autori da scoprire prima possibile, il premio di Student Photographer è andato al cinese Long Jing con il suo portfolio sul teatro dello Yunnan, il premio Youth photographer ha anch’esso preso la direzione della Cina con il lavoro di Hai Wang e, infine, il vincitore assoluto della categoria Open del 2023 è andato alla messicana Dinorah Graue Obscura.