Wilde Gärtnerei

WJ #137

Un’agricoltura che rispetta le persone e la natura. Una comunità che porta insieme la responsabilità della produzione e dell’approvvigionamento alimentare. Una piccola utopia che esiste – viene vissuta da un Gruppo di Acquisto Solidale nelle vicinanze di Berlino, a Rüdnitz. Qui Sanna e Roberto praticano un’agricoltura rigenerativa e solidale.

Non lontano da Berlino, all’ingresso del paesino Rüdnitz, si trova la “Wilde Gärtnerei”, il “Vivaio Selvaggio” ovvero una formula unica di biotopo autosufficiente, orto e comunità. È qui che vivono Sanna e Roberto con i loro tre figli e diversi collaboratori a breve e lungo termine; insieme coltivano e praticano l’agricoltura rigenerativa, occupandosi di oltre cento tipi diversi di ortaggi, frutta, erbe e cereali. Con il raccolto provvedono a loro stessi, partecipano ad un mercato settimanale, conducono un negozio agricolo di loro proprietà in modalità self-service e riforniscono un Gruppo di Acquisto Solidale.

Il G.A.S. si fonda su un principio di agricoltura solidale, che ha lo scopo di svincolare la produzione e la distribuzione del cibo dalle grandi catene e dai prezzi di mercato. Si concretizza attraverso l’associazione di aziende agricole e orti a conduzione privata, dove produttori e consumatori si auto-organizzano lungo l’intera filiera: dalla produzione alla distribuzione, al consumo. Si forma così una comunità economica indipendente che permette di garantire un rapporto diretto e sintonico fra domanda e bisogno, nel rispetto dell’ambiente naturale.

Su una stima di base dei costi annui, i membri del gruppo sono tenuti ad anticipare una somma generalmente mensile all’azienda agricola, garantendone così il sostentamento e una continuità di lavoro delle persone che la conducono, rendendola essenzialmente sostenibile. Da un lato i consumatori ricevono prodotti freschi e biologici e possono partecipare attivamente ad una comunità; dall’altro i produttori godono di sicurezza e di una maggiore libertà lavorativa e di scelta. Il “GAS” si basa sulla fiducia reciproca e sulla responsabilità di ognuno dei suoi membri, alimentando un’agricoltura dinamica, sostenibile e solidale. Sono anche altre le finalità: oltre a produrre alimenti infatti, fra gli obiettivi del Wilde Gärtnerei ci sono la biodiversità e il miglioramento della fertilità del suolo.

Lo stile di vita di Sanna e Roberto è semplice, ma al tempo stesso estremamente impegnativo per chi è ormai abituato alle comodità cittadine. Il riscaldamento è a legna e si ricava dalla foresta, mentre l’acqua deve essere estratta giornalmente dal pozzo e la toilette si basa su una formula di compost naturale.

Non si tratta tuttavia di una vita solitaria; visitatori e volontari infatti si alternano continuamente, arricchendo la vita del Wilde Gärtnerei che si mantiene così in continuo mutamento. Chayenne e Tong, Jana e Mirko con i loro due figli, sono solo alcuni dei volontari che hanno contribuito alla sua crescita. Tutti vengono accolti a braccia aperte e il Wilde Gärtnerei appare davvero come una piccola utopia possibile, un’isola di rete sostenibile, un luogo di pace e mindfulness, ma anche di lavoro, fatica e condivisione.

Il reportage

Scheda autore

Antonia Bretschkow

Antonia Bretschkow è una fotografa e giornalista indipendente nata e cresciuta a Berlino, in Germania. Ha studiato scienze politiche a Berlino e a Roma, specializzandosi in teoria femminista, critica e postcoloniale. Ancora oggi s’interessa di tematiche quali il femminismo, la migrazione e la protezione del clima e dell’ambiente. Come attivista s’impegna per l’associazione SOS Humanity (prima SOS Mediterranneé) che realizza il soccorso civile nel Mare Mediterraneo. Dal 2023 collabora con il Witness Journal.

Fotocamera: Fuji X-T30
Obiettivo: 18-55mm

English version

Wilde Gärtnerei

Photo by Antonia Bretschkow 

Text by Antonia Bretschkow and Sanna Joenperä 

An agriculture that respects people and nature. A community that takes responsibility for food production and supply together. This is a small utopia that does already exist – it is lived by a group of people near Berlin, in Rüdnitz. Here Sanna and Roberto maintain their “Wild Gardening“, practising a regenerative and solidarity-based agriculture.

Not far from Berlin, at the entrance to the village Rüdnitz, is located the “Wilde Gärtnerei“ – the “Wild Gardening“ – which sees itself as a “self-sufficient biotope, garden and community“. This is where Sanna and Roberto live with their three children and several short- and long-term employees. Together they cultivate vegetables and practice a regenerative agriculture. They grow over a hundred different types of vegetables, fruits, herbs and cereals. With the harvest they provide for themselves, a weekly market, their self-service farm shop and a “CSA“ – a Community Supported Agriculture. The “CSA“ is based on the innovative concept of solidarity farming, which aims to ensure the production and supply of food independent of market constraints and prices.

In concrete terms, it is an association of farms or gardenings with a group of private individuals. Producers and consumers jointly organise the cultivation and distribution of food. They form an economic community in tune with the needs of the population, taking into account the natural environment.

Based on the estimated annual costs, the group pays a fixed amount (usually monthly) to the farm in advance. This strategy simultaneously guarantees the livelihood of the people working there and makes an essential contribution to sustainable development. Consumers receive fresh, organic food and are part of a community, producers gain security and the ability to operate more freely. The “CSA“’ is based on the trust and responsibility of each member and guarantees a vibrant, sustainable and solidarity-based agriculture.  In addition to producing food. one goal of the “Wild Gardening“, for example, is to improve soil fertility.

Sanna and Roberto’s lifestyle is simple – or rather, for me living in the city, extremely demanding: they heat their homes with firewood from the forest, all their water comes from their well and the toilet they build themselves is a compost toilet.

Constantly changing visitors and volunteers enrich the life of the farm, and so the “Wild Gardening“ is constantly changing. Present at the time of my visit were Chayenne and Tong as volunteers and Jana and Mirko with their two children. I too was welcomed with open arms. I experienced the “Wild Gardening“ as a small utopia, as a (networked) island of sustainability and mindfulness – but also as a place of permanent and  hard work.