Vita Panika
WJ #132“Io non so se scelsi quel circo, ma di certo quel circo aveva scelto me”
Jacob Jankowsky
“Collettivo nomade composto da più di 20 artisti con 1 tendone da circo giallo a spicchi blu” cita la descrizione del Circo Paniko, una delle prime compagnie di circo contemporaneo italiane. Nato a Bologna nel 2009 con l’idea di scardinare il vecchio concetto di circo, fonda tecniche circensi, musica, teatro, danza e illusionismo.
Musica dal vivo, performance acrobatica e potenza attoriale sono le espressioni artistiche di questo gruppo nomade di liberi pensatori: non ci sono animali da domare, scimmie ammaestrate, cavalli da far stare in piedi, leoni in gabbia. C’è l’essere umano, esposto, riconoscibile, vero. Un circo teatro viaggiante, in cui attori, acrobati, musicisti creano un’atmosfera magica, romantica, decadente, felliniana, che trasporta lo spettatore in mondi lontani.
Il Circo Paniko viaggia con il suo tendone giallo portando i suoi spettacoli in tutta Europa.
Ha un’organizzazione interna orizzontale basta sul confronto, la delega e la decisione condivisa che permette agli artisti di svolgere tutte le mansioni necessarie al funzionamento del circo senza dover dipendere da finanziatori esterni. Anche il biglietto non è un obbligo: l’ingresso è libero e l’uscita a offerta.
Il pubblico, al centro degli spettacoli, è accompagnato in un’esperienza fantastica, in un’atmosfera di arte e festa che diventa aggregazione e condivisione.
Un filo invisibile separa la vita dalla scena, in cui l’autenticità dell’artista è la vera essenza della sua arte. Durante lo spettacolo, nell’intrecciarsi del racconto narrativo, tra comicità, riflessione, fascino, adrenalina e risate si può percepire chiaramente in controluce tutto quello che c’è dietro il tendone: la fatica delle prove, i bambini che giocano chiassosi sul prato, l’odore di sigarette, i panni stesi ad asciugare, la lontananza da casa, i dolori alle articolazioni, il cane che chiede carezze, la malinconia.
La forza del Circo Paniko sta proprio nella magia che è in grado di creare grazie alla sincera passione che questa “fanfara gitana” dedica ai suoi spettacoli, guidando lo spettatore in un viaggio fuori dal tempo e dentro la tenda.