Up with trees
WJ #145di Michele Lapini
Testo a cura di Michele Lapini, Emanuela Corazziari
“Bisogna volere l’impossibile affinchè l’impossibile accada”
Eraclito
Da diversi mesi, un comitato di residenti e attivisti occupa il Parco Don Bosco a Bologna, proprio sotto la sede della Regione Emilia-Romagna, nel quartiere San Donato. C’è un progetto che punta a costruire una nuova scuola accanto a quella esistente al costo di 18.437.645 euro (2 milioni di euro dal Pnrr, il resto coperto da un prestito del Comune). Per fare questo, il parco adiacente alla scuola andrebbe demolito, portando via un piccolo polmone verde, in un periodo caratterizzato da una crisi climatica e da un sempre più progressivo consumo di suolo.
La storia di questo parco occupato è una piccola storia ma sta assumendo un’importanza significativa. Il 29 gennaio, operai e agenti della polizia locale hanno cercato di recintare il parco per avviare il cantiere, non sono riusciti a causa dell’opposizione delle persone che difendono il parco. Da quel giorno I difensori del parco sono diventati una presenza permanente fatta di case sugli alberi, amache, tende, e una piccola struttura al centro del parco per ripararsi dalla pioggia. Questo parco è diventato improvvisamente una notizia rilevante anche per il resto della città. Il 3 aprile, oltre 10 furgoni della polizia antisommossa hanno cercato di sfrattare l’occupazione per iniziare a tagliare gli alberi, ancora una volta fallendo. Nonostante l’uso sproporzionato della forza e diverse ore di scontri, la polizia si è ritirata, non prima però di aver permesso alle aziende coinvolte di abbattere alcuni alberi. Da quel momento, il “caso Besta” è cresciuto, e sempre più persone si sono unite nella difesa del parco, portando il sindaco di Bologna Matteo Lepore a sospendere temporaneamente il progetto. La difesa di quegli alberi non è solo una difesa della salute dei cittadini ma anche una battaglia per la democrazia nelle nostre città, per rendere veramente partecipativi i processi decisionali, e per avere città sempre più su misura per chi ci abita.
Il 2023 è stato l’anno più caldo di sempre per Bologna, con aria sempre più irrespirabile. Questa piccola ma significativa battaglia insegna che anche la difesa di pochi alberi può far sì che accada ciò che sembra impossibile, può respingere decine di agenti di polizia, e può far fiorire gli alberi e salvare le vite che ruotano attorno a loro, riunendo tutta la comunità. E’ un esempio di come la mobilitazione civica possa sensibilizzare sull’importanza di preservare gli spazi verdi urbani e rendere i processi decisionali più inclusivi e trasparenti.
Questa battaglia dovrebbe servire da monito per tutte le città affinché si impegnino a proteggere gli spazi verdi e ad adottare politiche più sostenibili e partecipative.
Il reportage
Scheda autore
Michele Lapini
Michele Lapini (1983) è un fotogiornalista freelance di base a Bologna. Nato in Valdarno in Toscana ha studiato Economia dello Sviluppo e Cooperazione Internazionale prima a Firenze e poi a Bologna. Il suo lavoro si caratterizza per un profondo interesse verso le questioni ambientali, sociali e politiche. Ha pubblicato su media nazionali e internazionali come Stern, Internazionale, El Pais, L’Espresso, The Guardian, Die Zeit, Nature e altri.
Fotocamera: Nikon D5
Obiettivo: Nikon 50mm f. 1.4 - Nikon 28-70 f. 2.8
English version
Up with trees
Photo by Michele Lapini
Text by Michele Lapini and Emanuela Corazziari
“You have to want the impossible for the impossible to happen”
Heraclitus
For several months, a committee of residents and activists has been occupying Don Bosco Park in Bologna, right under the headquarters of the Emilia-Romagna Region in the San Donato district. There is a project that aims to build a new school next to the existing one at a cost of €18,437,645 (€2 million from the Pnrr, the rest covered by a loan from the Municipality). To do this, the park adjacent to the school would have to be demolished, taking away a small green lung, in a period characterized by a climate crisis and progressive soil consumption.
The story of this occupied park is a small story but is assuming significant importance. On January 29th, workers and local police officers tried to fence off the park to start the construction site but failed due to the opposition of the people defending the park. From that day, a permanent presence was established with tree houses, hammocks, tents, and a small structure in the center of the park to shelter from the rain. That park suddenly became news for the rest of the city. On April 3rd, over 10 riot police vans tried to evict the occupation to begin cutting down the trees, once again failing. Despite the disproportionate use of force and several hours of clashes, the police withdrew but not before allowing the companies involved to cut down some trees. From that moment, the “Besta case” grew, and many people joined in defending the park, leading Bologna Mayor Matteo Lepore to temporarily suspend the project. The defense of those trees is not only a defense of citizens’ health but also a battle for democracy in our cities, to truly make decision-making processes participatory, and to have cities increasingly tailored to those who live there.
2023 was the hottest year ever for Bologna, with increasingly unbreathable air. This small yet significant battle teaches us that even the defense of a few trees can make the impossible happen, can push back dozens of police officers, and can make trees flourish and save the lives that revolve around them, bringing the whole community together. It’s an example of how civic mobilization can raise awareness of the importance of preserving urban green spaces and making decision-making processes more inclusive and transparent.
This battle should serve as a warning for all cities to commit to protecting green spaces and adopting more sustainable and participatory policies.