Una storia di amore e di perdita
WJ #95Una storia di amore e di perdita è – dal punto di vista del suo autore – il racconto privato e appassionato degli ultimi giorni di vita di una persona cara. Un approccio intimo, perfettamente reso attraverso un bianco e nero sfocato e trascendente, al concetto stesso di reportage, alieno rispetto al modus comunicandi impetuoso e sensazionalistico di un certo tipo di universo mediatico
Antonio, affetto dal morbo di Parkinson da quattordici anni, scompare il 18 febbraio 2016, all’età di 83 anni, dopo una settimana di coma. Il racconto dei suoi ultimi giorni di vita ritrae la profondità di una sofferenza privata e condivisa. Luoghi, situazioni e momenti di condivisione costruiscono un racconto fortemente segnato dal senso di solitudine, che riesce però a proiettarsi oltre e a comunicare in maniera efficace i sentimenti dei protagonisti di una storia allo stesso tempo privata e collettiva. Una storia di amore, al di sopra di tutto. Un amore fatto di forti valori, di costante presenza, di pura condivisione. Una famiglia salda e solida, affiatata, vissuta nella sontuosa semplicità.
Un amore che si manifesta nella genuinità di un mare che diviene casa, nello svegliarsi all’alba per pescare dal pontile, nelle passeggiate serali sul lungomare, nell’assistere alle partite di bocce, nella gioia dei mesi di villeggiatura estiva. Un amore che si palesa nella forza della rigogliosa terra, la “Chiusa”, nelle corse tra le grosse zolle, nelle arrampicate sul ciliegio per coglierne il frutto, nel sole che tramonta dietro al vigneto mentre ci si appresta a tornare a casa dopo un pomeriggio da togliere il fiato. Un amore che si fa presenza tra le mura domestiche, nei pranzi in famiglia, nella bizzarra creatività quotidiana, in un abbraccio, in un sorriso che offrono riparo dalle intemperie del mondo.
Un amore che si fa perdita e porta con sé la distruzione di quell’imponente tempio, lasciando il vuoto, lo smarrimento, un forte senso di impotenza. Una perdita che diviene buio. Una storia di amore e di perdita è – dal punto di vista del suo autore – il racconto privato e appassionato degli ultimi giorni di vita di una persona cara. Un approccio intimo, perfettamente reso attraverso un bianco e nero sfocato e trascendente, al concetto stesso di reportage, alieno rispetto al modus comunicandi impetuoso e sensazionalistico di un certo tipo di universo mediatico. Un lieve senso di sgranatura rappresenta la diretta rispondenza formale all’evocazione di quella dialettica metafisica della presenza in assenza, dei gravosi vuoti lasciati in spazi un tempo abitati e attraversati dallo slancio della vita. Il tema della perdita e della disabilità viene così trattato con tenerezza e con grande lucidità, adottando un registro quanto mai distante dalla messa in mostra morbosa della malattia, e realizzando un tipo di storytelling delicato e sofisticato.
Le sfocature della forma aprono l’occhio dell’osservatore a contenuti sensibili in cui l’universalità della morte dialoga con la dimensione privata delle sofferenze familiari. La complessità del progetto compone la narrazione di un opprimente senso di impotenza, ma anche di un’osservazione ragionata sulle sensazioni lasciate in eredità dalle afflizioni di una perdita.