Un villaggio a sostegno del mondo

WJ #107

E’ mezzogiorno, in una calda domenica di fine giugno. Il sole batte sulle strade del vecchio borgo, percorse da un centinaio di persone, per lo più anziani: marciano lentamente dietro al parroco del paese e una statua della Madonna. Una delle tante processioni cristiane, tipiche dell’Italia meridionale. ma qui, nella piazza di Camini, in Calabria, insieme ai bambini italiani vestiti a festa, corrono e giocano anche dei bambini eritrei.

Situato nella Locride, a soli tre chilometri di distanza da Riace, il comune di Camini era destinato allo spopolamento. Molti dei suoi abitanti hanno scelto di partire in cerca di un futuro migliore nel nord Italia, in Germania o negli Stati Uniti. Ma le abitazioni lasciate vuote trovano ora dei nuovi inquilini: migranti, per lo più provenienti da Siria, Eritrea, Bangladesh e Ghana che, grazie al progetto di accoglienza, ispirato a quello del vicino sindaco di “Città Futura”, trovano ospitalità in un paese che conta ormai solo circa 300 anime.

La cooperativa “Jungi Mundu” fondata da Rosario Zurzolo, insieme al comune stesso, ha aperto nel piccolo borgo una scuola di italiano, laboratori di ceramica, falegnameria, yoga, panificazione, scuola di calcio e ballo e una fattoria didattica, dove i “nuovi arrivati” imparano la lingua e nuove professioni. E così, passeggiando per le vie del centro, tra Madonne nelle teche e immagini di Padre Pio, troviamo Cosmano che insegna ad Hassan e Kolli il mestiere di muratore, ristrutturando uno dei tanti alloggi disabitati che potrà ospitare dei turisti. Anche il turismo infatti ha visto una ripresa da quando Camini è stata accreditata nel programma dei “Corpi Europei di Solidarietà”, ha vinto il progetto europeo Erasmus + e ospiterà i campi estivi di Amnesty International. Il ripopolamento ha giovato anche ai servizi del territorio: l’asilo nido e la scuola elementare hanno potuto riaprire e ora contano rispettivamente 25 e 50 bambini. Ed è così che quella stessa domenica, dopo aver assistito alla processione, ho potuto bere un caffè con la famiglia siriana di Hassan al riparo dal caldo e, più tardi, chiacchierare con l’anziana signora Stella di ricette tipiche. Perché qui, nella Locride che resiste a un’Italia sempre più ostile, si è unito il mondo.

Il reportage

Scheda autore

Ilaria Abo Rahmy, Helga Bernardini, Andrea Chierici, Riccardo Geminiani, Nicoletta Incerti, Gianmario Ledda, Fabrizio Martelli, Rossana Messana, Laura Raite, Lucia Zullo

Un villaggio a sostegno del mondo

Giulio Di Meo è un fotografo italiano impegnato da più di dieci anni nell’ambito del reportage e della didattica. Fotografo freelance, porta avanti i miei progetti in modo indipendente. Presidente dell’associazione Witness Journal. Collabora con diverse associazioni e ONG, in particolar modo con l’Arci e la sua ONG Arcs Culture Solidali, con la quale dal 2007 organizza workshop di fotografia sociale in diverse realtà del Sud del mondo (Argentina, Bolivia, Brasile, Camerun, Colombia, Cuba, Guatemala, Saharawi, Senegal).

Nicola Zolin è un fotoreporter e scrittore interessato alle trasformazioni sociali e ambientali ai confini di Europa, Medio Oriente e Asia. Ama esplorare cosa significhi la libertà per gli esseri umani, dai giovani ai cercatori di utopia, ai migranti in movimento alla ricerca di un futuro migliore. Spesso in viaggio con “base” tra Venezia, Roma e Atene. Ha scritto un libro sul suo primo viaggio senza soldi: “I Passeggeri della Terra”, pubblicato da Polaris.

English version

A village supporting world

Photo by: Ilaria Abo Rahmy, Helga Bernardini, Andrea Chierici, Riccardo Geminiani, Nicoletta Incerti, Gianmario Ledda, Fabrizio Martelli, Rossana Messana, Laura Raite, Lucia Zullo. Story by Ilaria Abu Rahmy

It is noon, on a warm Sunday in late June. The sun beats on the streets of the old village, covered by a hundred people, mostly elderly: they march slowly behind the village’s parish priest and a statue of the Madonna. One of the many Christian processions, typical of southern Italy. but here, in the square of Camini, in Calabria, together with the Italian children dressed up, they also run and play Eritrean children.

Located in the Locride, just three kilometers away from Riace, the municipality of Camini was destined to depopulation. Many of its inhabitants have chosen to leave in search of a better future in northern Italy, in Germany or in the United States. But now the empty houses find new tenants: migrants, mostly from Syria, Eritrea, Bangladesh and Ghana who, thanks to the reception project, inspired by that of the nearby mayor of “Città Futura”, find hospitality in a country which now counts only around 300 souls.

The cooperative “Jungi Mundu” founded by Rosario Zurzolo, together with the municipality itself, opened an Italian school in the small village, pottery workshops, carpentry, yoga, bakery, soccer and dance school and an educational farm, where the “new arrived” learn the language and new professions. And so, walking through the streets of the center, between Madonnas in the display cases and images of Padre Pio, we find Cosmano who teaches Hassan and Kolli the job of mason, renovating one of the many uninhabited lodgings that can accommodate tourists. Tourism has also seen a recovery since Camini was accredited in the “European Solidarity Bodies” program, won the European Erasmus + project and will host the summer camps of Amnesty International. The repopulation has also benefited the services of the territory: the nursery school and the elementary school have been able to reopen and now count 25 and 50 children respectively. And that’s how that same Sunday, after witnessing the procession, I was drinking a coffee with Hassan’s Syrian family sheltered from the heat and, later, chatting with the old lady Stella of typical recipes. Because here, in the Locride that resists an increasingly hostile Italy, the world has joined.