Un ragazzo del ’24
WJ #123Negli anni non mi ero mai fermato a parlare con mio nonno, Giovanni Bassanelli, del suo periodo di prigionia in Germania e Polonia durante la seconda guerra mondiale.
Giovanni è nato il 9 Maggio 1924 a Ponte di Nossa, nel cuore della Val Seriana, tra le montagne bergamasche. Ha un taccuino su cui ha annotato nomi, date, avvenimenti. Ricorda ancora molto bene del 12 giugno del ’44, giorno in cui viene arrestato dai soldati tedeschi mentre lavora su una linea telefonica. Giovanni era un elettricista e i tedeschi avevano assoluto bisogno di forza lavoro. Viene mandato prima in Germania, in un campo tra Dresda e Lipsia, poi in Polonia vicino alla città di Katowice. Sul suo taccuino annota giorno per giorno tutto ciò che accade. “Scaricato mattoni” “Scaricato macerie bombardamenti” “Un italiano fucilato. Aveva rubato 5 patate”. Annota i giorni di digiuno, i giorni in cui suonavano gli allarmi del campo, i giorni in cui li vicino c’erano bombardamenti. Resiste, e nel ’45 gli americani liberano il campo. Per rimettere in forze i prigionieri offrono loro sacchi di zucchero e grandi cucchiai di burro d’arachidi, che ancora oggi, dopo 76 anni, in dispensa non può mancare.
Mi mostra la medaglia d’onore ricevuta dalle mani del Presidente Mattarella nel 2019. “Ai cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti 1943-1945”. Giovanni ha una vera passione per l’opera, vorrebbe ascoltare qualcosa anche adesso, ma ormai è ora di pranzo, così mi mostra qualche disco a cui tiene molto.
Mi mostra anche la sua immensa collezione di mignon di superalcolici, passione bizzarra per chi non è mai stato un bevitore, e una valigia di pelle nera, piena di fotografie e ricordi. La memoria però non è più quella di una volta e credo non riconosca tutti i volti di quegli scatti. Di recente ha perso la compagna di una vita, Virginia, portata via dal Covid. Anche lui si è ammalato, ma anche al virus, ha resistito.
Ci salutiamo e come sempre si perde ad ammirare le sue montagne.