“U paese è Mondo Intero”

WJ #113

Un lungo reportage, estratto dal libro edito da Prospero Editore (2020), che attraversa i luoghi della Locride, Calabria, apertisi negli ultimi vent’anni all’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo, con l’intento di riportare vitalità in terre dilaniate dallo spopolamento. Il progetto esplora per immagini e parole la storia dell’accoglienza a partire dalla Riace di Mimmo Lucano, che ha fatto parlare di sé in tutto il mondo e ispirato la nascita di altre realtà di integrazione che cercano di resistere al Decreto sicurezza e al vento di intolleranza soffiato sull’Italia negli ultimi anni.

Il declino, la rinascita, l’utopia, l’arresto. Riace, il paese della Locride arroccato su aridi colli che svettano dinanzi alla costa ionica, non si è risparmiato le emozioni forti. Negli anni Novanta rischiava la morte per spopolamento. Il mondo rurale di antichi mestieri e tradizioni era svanito, lasciando nulla al suo posto. Molti abitanti emigravano al nord e all’estero, per trovare migliori opportunità professionali e così Riace si addormentò, in un sonno dal quale avrebbe potuto non svegliarsi più. Almeno finché nel 1998 un’imbarcazione piena di esseri umani, in fuga dalle violenze al confine tra Turchia e Iraq, arrivò a Riace Marina. Erano quasi tutti curdi, un popolo senza stato, vittima degli schemi geopolitici del Novecento. Si trovarono all’improvviso accolti da una comunità ospitale, che mise a loro disposizione le case in disuso e s’impegnò a dar loro sostentamento. All’ufficio di “Città Futura”, la prima cooperativa del paese, qualche anno fa il sindaco Domenico Lucano,  mi descrisse la visione originaria: “sognavamo una piccola città dove si potesse recuperare la cultura delle tradizioni, incontaminata dal capitalismo e dal consumismo dell’attuale società. Ci sembrava un segno del destino che mentre i riacesi partivano, delle altre persone arrivavano, seguendo il flusso dei mutamenti della storia. “Il sogno di Riace è diventato così un progetto di avanguardia del programma di accoglienza diffusa, lo SPRAR (Sistema di protezione per rifugiati e richiedenti asilo), scritto sulla base delle esperienze parallele di Riace e di Trieste (quest’ultima all’epoca aveva accolto centinaia di kosovari). In seguito altri sessanta paesi della Locride hanno adottato questo modello, che ribalta il modo di pensare all’immigrazione, contrapponendosi alla politica dei grandi campi, i vari CAS e CARA, dove le persone migranti non sono che numeri ai quali offrire servizi al più basso costo possibile.

Il 2 Ottobre 2018, il sindaco è stato messo agli arresti domiciliari con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e illeciti nell’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. Da quando sono iniziate le indagini su Riace, e cioè oltre un anno prima dell’arresto, i fondi destinati al progetto di accoglienza sono stati sospesi dal ministero dell’interno, mettendo in seria difficoltà le cooperative operanti sul territorio, che hanno dovuto indebitarsi pesantemente per permettere al paese di stare in piedi. L’economia dell’intero paese, ormai dipendente dal progetto di accoglienza è stato colpita pesantemente, polarizzando la popolazione.

Le voci di un matrimonio combinato tra una richiedente asilo, la quale domanda era stata rigettata tre volte, e un cittadino di Riace, confermate dalle intercettazioni telefoniche, hanno inchiodato Lucano. Qualche settimana dopo è arrivata la disposizione del ministero dell’interno: Riace deve chiudere. Gli ospiti del progetto Sprar devono accettare una nuova destinazione o rimanere a Riace, rinunciando però ai fondi del progetto. É una serata fredda e buia quella in cui i migranti si ritrovano alla mediateca a decidere il dafarsi. Sono in 74 a radunarsi: uomini, donne, bambini.

Eventi che hanno destato preoccupazione nei vicini progetti di accoglienza, specialmente a Caulonia e Camini, paesi che hanno puntato forte sull’accoglienza diffusa di rifugiati e richiedenti asilo. I decreti sicurezza hanno inoltre ridimensionato notevolmente i progetti SPRAR, cancellando la protezione umanitaria e togliendo il diritto ai richiedenti asilo di entrare nei progetti, oggi riservati soltanto ai minori non accompagnati e ai titolari di protezione internazionale.  La riforma dello SPRAR colpisce al cuore il modello di accoglienza sviluppato nella Locride, in un terreno difficile dove il caporalato prospera e molti migranti sono sfruttati funzionalmente agli interessi dell’n’drangheta. Ciononostante i progetti di accoglienza nella Locride cercano di resistere con la forza delle idee e della solidarietà, uniche arme rimaste per difendere un progetto importante dall’invidia, dal razzismo e da un populismo privo di visione.

Il reportage

Scheda autore

Nicola Zolin

"U paese è Mondo Intero" 15

Nicola Zolin è un fotografo e giornalista nato a Marostica (VI) nel 1984. Laureato in Scienze della Comunicazione e in Relazioni Internazionali, ha studiato in Italia, Olanda e Cina. Il suo lavoro giornalistico e documentario ruota intorno al tema della libertà. Le sue storie sono quelle dei giovani cresciuti in sistemi autoritari, dei migranti, delle donne ai margini, dei mondi utopici creati da individui visionari. Collabora con i principali quotidiani e magazine internazionali tra i quali De Volkskrant, Stern, Courrier International, Der Spiegel, Al Jazeera, Internazionale, Left.

U paese è mondo intero” (2020, Prospero) è il suo secondo libro, dopo “I passeggeri della Terra” (2016, Polaris).

Fotocamera: Leica Q / Canon 6D / Sony α7r I

English version

“U paese è Mondo Intero”

Photographs and texts by Nicola Zolin

A long reportage, extract from the book published by Prospero Editore, through the places of Locride, Calabria, which has opened in the last twenty years to the reception of refugees and asylum seekers, with the aim of restoring vitality in lands torn apart by depopulation. The project explores in images and words the history of hospitality starting from the Riace of Mimmo Lucano, which has made people talk about it all over the world and inspired the birth of other integration realities that try to resist the Safety Decree and the wind of intolerance that has blown over Italy in recent years.

The decline, the rebirth, the utopia and the arrest. Riace, the town of Locride perched on arid hills that stands out in front of the Jonian coast, has not spared strong emotions. In the 1990s, it risked to fade away due to depopulation. The rural world of ancient crafts and traditions had vanished, leaving nothing in its place. Many inhabitants emigrated to the north and abroad to find better professional opportunities and so Riace fell asleep, in a sleep from which it could never wake up. At least until 1998, when a boat full of human beings fleeing the violence on the border between Turkey and Iraq, arrived in Riace Marina. Almost all were Kurds, a stateless people, victims of the geopolitical schemes of the twentieth century. They suddenly found themselves welcomed by a hospitable community, which placed the disused houses at their disposal and pledged to support them. At the offices of “Città Futura”, the first cooperative in the town, few years ago the mayor Domenico Lucano, described the original vision to me: “we dreamed of a small city where the culture of traditions could be recovered, uncontaminated by the capitalism and consumerism of the current society. It seemed to us a sign of destiny that while the people of Riace were leaving, other people were arriving, following the flow of changes in history. “Riace’s dream thus became an avant-garde project of the widespread reception program, the SPRAR (Protection system for refugees and asylum seekers), written on the basis of the parallel experiences of Riace and Trieste (the latter at the time had welcomed hundreds of Kosovars). Sixty other towns of Locride, later adopted this model, which overturns the way of thinking about immigration, opposing the policy of large camps, the various CAS and CARA, where migrant people are only numbers to which offer services at the lowest possible cost.

On October 2nd 2018, the mayor was placed under house arrest charged of aiding illegal immigration and wrongdoing in the direct assignment of the waste collection service. Since the investigation into Riace began, that is, more than a year before the arrest, the funds allocated to the reception project have been suspended by the Ministry of the Interior, seriously affecting the cooperatives operating in the area, which have had to borrow heavily to allow the country to stand. The economy of the entire town, now dependent on the reception project, has been severely affected, polarizing the population.

Rumors of an arranged marriage between an asylum seeker who had been rejected three times and a citizen of Riace, confirmed by wiretapping, nailed Lucano. A few weeks later, the Ministry of the Interior’s order arrived: Riace must close. Guests of the Sprar project must accept a new destination or stay in Riace and waive the project funds. It is a cold and dark evening when migrants find themselves at the media library to decide what to do. 74 people gather: men, women, children.

Events that have raised concerns in the nearby reception projects, especially in Caulonia and Camini, towns that have focused strongly on the widespread reception of refugees and asylum seekers. The security decree also significantly reduced the SPRAR projects, canceling humanitarian protection and removing the right of asylum seekers to enter the projects, now reserved only for unaccompanied minors and holders of international protection. The SPRAR reform affects the reception model developed in Locride, in a difficult terrain where the illegal hiring prosperous and many migrants are exploited functionally to the interests of the n’drangheta. Nevertheless, the reception projects in Locride try to resist with the strength of ideas and solidarity, the only weapons left to defend an important project from envy, racism and a populism devoid of vision.