The last grains of sand law
WJ#153di Alessandro Mirai
Testo a cura di Ester Sanna and Alessandro Mirai
In Costa Rica, lo sviluppo immobiliare lungo la costa è strettamente legato all’uso dei materiali alluvionali provenienti dai fiumi. Centrale in questo senso è il fiume Tempisque nella provincia di Guanacaste dove tra il 2022 e il 2023, si è registrato un notevole aumento delle costruzioni residenziali e commerciali, con un incremento del 90% e del 60% rispettivamente. In tale contesto, più il settore diviene trainante, più veloce diviene la corsa dei grandi investitori all’appropriazione delle sue materie prime, a favore di pochi.
Nel Tempisque le imprese meccanizzate sono diventate titolari di diversi chilometri di concessioni per l’estrazione di sabbie, che bene rispondono alla domanda del mercato secondo ben accetti principi di massimizzazione dei profitti. Qui, incastrati tra i metri concessionati alle braccia meccaniche, prova a resistere un’associazione di raccoglitori di sabbia artigianali, gli areneros, che per generazioni hanno vissuto dal fiume e per il fiume, estraendone le preziose risorse a mani nude accompagnati da secchi e pale su piccole imbarcazioni trainante da buoi, in armonia con l’ecosistema e la sua sopravvivenza. L’associazione da oltre un secolo è riuscita a dare di che vivere alle famiglie dei suoi associati, locali tanto quanto migranti, in prevalenza nicaraguensi, che attualmente formano gran parte della forza lavoro nel paese. Le generazioni si mescolano, lavorando fianco a fianco, immerse nelle fresche acque del fiume sin dalle prime luci dell’alba. Le loro vite sono intimamente legate al fiume, nelle cui sponde piccole e fatiscenti baracche ospitano dai 2 e 3 areneros per tutta la durata della stagione lavorativa, ed alcuni tutto l’anno. La loro gentile maniera di estrazione, non dolce per le loro schiene, non può più competere con le ben più efficienti braccia meccaniche che riescono ad ottenere permessi decennali mentre gli areneros subiscono assidui monitoraggi per il rischio di contaminazione che i loro buoi potrebbero causare.
“La leyes son para Los pobres”, nota la presidente dell’associazione che lotta per garantire agli areneros di sopravvivere. Questa è l’ennesima storia di un’altra realtà destinata a scomparire insieme ai suoi protagonisti ed ai loro valori e modus operandi, tanto in armonia con l’ambiente quanto poco efficienti, e per questo non appetibili neanche per il tanto decantato mercato dello sviluppo sostenibile.
Il reportage
Scheda autore
Alessandro Mirai
Nato e cresciuto in una città portuale, profondamente legata ai cambiamenti industriali, ha trovato la sua passione nella fotografia come mezzo per esplorare e rappresentare i margini della società. Formatosi nella ricerca visiva e nel fotogiornalismo, ha debuttato con “R-esistenze”, un video partecipativo sulle comunità locali emarginate. La sua fotografia è stata esposta a Parigi e presentata in “Independent Photography”, con un progetto di fotografia partecipata sull’albinismo. Nel 2023, il suo progetto “Dolores” è stato presentato alla Biennale di Phodar, offrendo un ritratto intimo di un legame silenzioso con una madre bipolare.
Fotocamera: Sony a7II
Obiettivo: Sony 35mm f2.8 Zeiss; Sony 24-70mm f4
English version
The last grains of sand law
Photo by Alessandro Mirai
Text by Ester Sanna and Alessandro Mirai
In Costa Rica, coastal real estate development relies heavily on the extraction of alluvial materials from rivers. Particularly significant is the Tempisque River in Guanacaste province, where residential and commercial construction saw a substantial surge between 2022 and 2023, increasing by 90% and 60% respectively.
Mechanized companies now hold concessions spanning kilometres along the Tempisque for sand extraction, meeting market demand and maximizing profit. Amidst these mechanized operations, an association of artisanal sand collectors, known as the “areneros,” strives to persist. They have traditionally depended on the river, extracting its resources manually with buckets and shovels on small oxen-pulled boats, in harmony with the ecosystem and its survival. For generations, the association has sustained local and migrant families, notably Nicaraguan, forming a significant portion of the country’s workforce. Different generations labor side by side, their lives intertwined with the river, residing in modest shacks along its banks during the working season or even all year round. However, their traditional extraction methods, though gentle on the environment while not so gentle for their backs, cannot compete with mechanization. While mechanized operations secure long-term permits from institutions, evidence suggests their contribution to the destruction of the river water table. Meanwhile, the areneros face diligent monitoring for potential contamination risks posed by their oxen.
“La leyes son para Los pobres” (Laws are for the poor), remarks the association president, highlighting their struggle for survival. Harassed and opposed, the “areneros” are a reality that, like many others, is destined to disappear, along with their values and practices, deemed inefficient even for the highly praised market of sustainable development.