Student Intifada

WJ#154

Prendere di mira infrastrutture civili, in particolare beni storici o culturali protetti da leggi speciali, non è solo una grave violazione del diritto umanitario internazionale e un crimine di guerra ai sensi dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale, ma rientra nell’ambito del crimine di genocidio.
(Euro-Med Human Rights Monitor)

Se già da ottobre 2023 era ben documentata la completa distruzione dell’Università Islamica di Gaza e a dicembre il Guardian denunciava il grave attacco alle istituzioni educative di Gaza, un primo bilancio dell’entità della distruzione causata da Israele è stato pubblicato il 20 gennaio 2024 dalla ONG svizzera “Euro-Med Human Rights Monitor”: «Nell’ambito della sua guerra genocida contro i palestinesi nella Striscia di Gaza, in corso dal 7 ottobre, l’esercito israeliano ha ucciso 94 professori universitari, centinaia di insegnanti di scuola e migliaia di studenti. Israele ha sistematicamente distrutto tutte le università della Striscia nel corso di un attacco in più fasi durato oltre 100 giorni».

La devastazione delle istituzioni accademiche di Gaza veniva descritta accuratamente il 15 maggio 2024 dalla rivista “Middle East Eye” in un articolo corredato di immagini e video che elencava le università colpite dall’esercito israeliano tra cui l’Università islamica di Gaza (IUG), frequentata da 7 mila studenti e 10 mila studentesse, distrutta il 10 ottobre e il cui rettore, Prof. Sufyan Tayeh, è stato ucciso qualche tempo dopo. Il mese successivo sono state bombardate le Università Al-Azhar e Al-Quds mentre nel gennaio 2024 sono state fatte esplodere l’Università Al-Israa, l’Università della Palestina, l’Università Al-Aqsa e l’Istituto Universitario di Scienze Applicate (UCAS). Quest’ultimo è stato bombardato mentre ospitava famiglie palestinesi sfollate. Durnate la Pasqua è stato il turno dell’Università Dar al-Kalima, nata per offrire una formazione accademica agli artisti così come laboratori e terapia artistica ai bambini traumatizzati.

Se una sola università israeliana subisse una piccola parte dei danni subiti dalle università di Gaza, la reazione delle istituzioni europee sarebbe immediata. Di fronte alla distruzione dell’intero patrimonio educativo della Striscia la reazione è stata invece il silenzio. Il silenzio di tutti tranne la Corte Penale Internazionale e l’Intifada Studentesca. Nata successivamente all’invasione israeliana di Gaza, l’Intifada Studentesca intensifica la sua attività dopo gli arresti di massa degli studenti della Columbia University di NYC, nell’aprile 2024. A maggio 2024 tutti i maggiori atenei italiani sono stati occupati. Le richieste sono apparse fin da subito chiare: boicottaggio totale del sistema accademico israeliano, ritenuto base fondamentale di supporto al complesso politico-militare; risoluzione immediata dell’Accordo di Cooperazione nel campo della Ricerca e dello Sviluppo tra Italia e Israele; istituzione di misure di sostegno per studenti, ricercatori e docenti palestinesi affinché possano svolgere le proprie attività presso università ed enti di ricerca italiani.

Terminata l’occupazione a giugno, l’attività dell’Intifada Studentesca continua con la regolare organizzazione di eventi e manifestazioni e la costante ricerca riguardante i rapporti tra le università e l’industria delle armi.

Il reportage

Scheda autore

Marioluca Bariona

Marioluca Bariona ha vissuto a Torino, Ventimiglia e Genova, dove si è laureato in scienze infermieristiche. Come attivista sociale, usa la fotografia come mezzo per sensibilizzare sulle questioni sociali e ambientali. Predilige un linguaggio fotografico concreto, volto a dipingere una realtà collettiva, corale, nella quale le identità si fondono in una sola narrativa che rivela valori, esigenze, bisogni condivisi.

Fotocamera: Canon EOS 1D mark IV, R3 e R6 mark II
Obiettivo: Canon EF 16-35/2.8, Canon EF 20-35/2.8, Canon RF 16/2.8, Canon RF 24-240/4-6.3

English version

Student Intifada

Photography by Marioluca Bariona
Text by Marioluca Bariona

While the complete destruction of the Islamic University of Gaza was well documented since October 2023 and in December the Guardian denounced the serious attack on educational institutions in Gaza, a first assessment of the extent of the destruction caused by Israel was published on January 20, 2024 by the Swiss NGO “Euro-Med Human Rights Monitor”: «As part of its genocidal war against Palestinians in the Gaza Strip, which has been ongoing since October 7, the Israeli army has killed 94 university professors, hundreds of school teachers and thousands of students. Israel has systematically destroyed all the universities in the Strip during a multi-stage attack that lasted over 100 days». The devastation of Gaza’s academic institutions was accurately described on May 15, 2024 by the magazine “Middle East Eye” in an article accompanied by images and videos that listed the universities hit by the Israeli army including the Islamic University of Gaza (IUG), attended by 7 thousand male and 10 thousand female students, destroyed on October 10.

If even a single Israeli university suffered a fraction of the damage inflicted on Gaza’s universities, the reaction from European institutions would be immediate. Yet, in the face of the complete destruction of Gaza’s entire educational infrastructure, the response has been silence—silence from all except the International Criminal Court and the Student Intifada.

Emerging after Israel’s invasion of Gaza, the Student Intifada intensified its activities following the mass arrests of students at Columbia University in NYC in April 2024. By May, all major Italian universities were occupied. Their demands were immediately clear: total boycott of the Israeli academic system, considered a fundamental basis of support for the political-military complex; immediate termination of the Cooperation Agreement in the field of Research and Development between Italy and Israel; establishment of support measures for Palestinian students, researchers and professors so that they can carry out their activities at Italian universities and research institutions. After the occupations ended in June, the Student Intifada continued organizing regular events, protests, and ongoing research into the ties between universities and the arms industry.