SIN
WJ #123SIN, un’indagine sul territorio industriale italiano.
Un’indagine visiva del paesaggio industriale italiano che, agli inizi del ‘900, è stato fortemente segnato dall’attività umana. In Italia sono 12482 le aree potenzialmente contaminate in attesa di bonifica; 45 sono state considerate altamente inquinate. Infatti nel 1997 il decreto Ronchi le ha distinte e dichiarate “Siti di Interesse Nazionale (SIN)”. Nel quinto rapporto “Sentieri” (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio Inquinamento), realizzato nel 2019 dal Ministero della Salute, sono stati presi in considerazione questi 45 siti: 38 sono stati classificati come siti di interesse nazionale (SIN) e 7 di interesse regionale (SIR).
Il progetto riguarda tre SIN del centro Italia: Terni – Papigno (Umbria); Bussi sul Tirino – Piano d’Orta (Abruzzo); Orbetello (Toscana). Questi siti, sebbene situati in regioni diverse, presentano delle analogie. In tutte sono presenti aree naturalistiche e turistiche nelle vicinanze: Cascata delle Marmore, Parco Naturale del Gran Sasso, Monte Argentario. Tuttavia, il nodo fondamentale che lega queste aree è il tipo di inquinamento. Tutti hanno ex stabilimenti della società mineraria e chimica Montecatini (1888-1966), poli chimici attivi o abbandonati, amianto nello stato polverulento che impedisce la bonifica ed enormi discariche di rifiuti che sorgono nelle valli o stazionano sotto le case dei cittadini.
Il lavoro si articola anche come ricerca storica, realizzata per analizzare le differenze tra passato e presente. Questi luoghi hanno conosciuto le glorie industriali promesse dalla Montecatini, che oggi lascia delle carcasse sulla schiena del territorio ormai inglobate nella natura. L’obiettivo di questo progetto è quello di criticare l’immobilismo economico e sociale che può avere un futuro migliore, rendendo giustizia alle persone che continuano a vivere in questi luoghi sospesi e segnati.
MONTECATINI
La Montecatini è stata un’importante e storica azienda chimica italiana fondata nel 1888 a Firenze. Produceva principalmente fertilizzanti chimici, ammoniaca e acido solforico. Cessa la sua attività nel 1966 in seguito all’incorporazione in Edison, con la conseguente nascita del gruppo Montecatini Edison, poi Montedison. Queste campagne pubblicitarie sono state realizzate nella prima metà del 1900, quindi la gente non era ancora al 100% consapevole delle conseguenze sull’impatto ambientale. Aiutano infatti a capire come l’ignoranza sia una delle condizioni più negative che le persone possono assumere e come i media possano spesso confondere le idee piuttosto che chiarirle.
ABRUZZO
Bussi sul Tirino e Piano d’Orta sono due comuni della provincia di Pescara (Abruzzo), che sorgono nei pressi del Parco Naturale del Gran Sasso. Presentano discariche di rifiuti tossici, poli chimici attivi, ex stabilimenti Montecatini e una centrale elettrica. Il suolo, il sottosuolo e le falde acquifere sono particolarmente inquinati a causa della fuoriuscita di mercurio, piombo, idrocarburi, arsenico.
TOSCANA
Orbetello è un comune della provincia di Grosseto (Toscana) che sorge ai piedi del Monte Argentario. Presenta ex stabilimenti Montecatini che producevano fertilizzanti chimici. I rifiuti della società sono stati interrati sotto le case dei cittadini; l’amianto allo stato polvirulento impedisce invece la bonifica.
UMBRIA
Terni e la piccola frazione di Papigno sorgono a poche centinaia di metri dalle famose Cascate delle Marmore. Terni è una città fondata sull’industria, in particolare sull’Acciaieria, attiva ancora oggi. Papigno è afficancata dagli ex stabilimenti della Montecatini, dove si producevano fertilizzanti chimici, e da un’enorme discarica dove vengono raccolti i rifiuti dell’industria ternana.