Similitudes Without Latitudes
WJ #97Raccontare la vita, le speranze, le delusioni e i sogni dei ragazzi ospiti del Centro di Accoglienza Magyc di Eboli. Questo è l’obbiettivo del progetto fotografico “Similitudes Without Latitudes” di Armando di Lorenzo.
“Similitudes Without Latitudes” è un progetto che il fotografo freelance Armando Di Lorenzo ha realizzato ad Eboli, provincia di Salerno, all’interno del Centro d’Accoglienza Magyc e in collaborazione con il Circolo Legambiente Silaris.
Il progetto si compone di ritratti di ragazzi ospiti del centro e si prefigge l’obbiettivo di presentare un diverso punto di vista sul tema immigrazione, per restituire dignità e umanità a tutti quei ragazzi che, ogni giorno, decidono di mettere in pericolo la propria vita per giungere in Italia.
L’elemento che in ogni ritratto riconduce alle loro esperienze lavorative passate è il trait d’union tra le loro origini e la loro condizione attuale, sospesa tra la speranza di una possibile nuova vita e la frustrazione che i lunghi tempi della burocrazia italiana fa nascere in loro.
Attraverso le immagini Di Lorenzo mostra come questi ragazzi posseggono delle competenze, delle qualifiche, dei sogni, delle ambizioni che, grazie alla disponibilità del Centro e la collaborazione del Circolo Legambiente Silaris, mettono a disposizione della comunità svolgendo una serie di attività lavorative e di volontariato, attività che riescono anche a dare un senso alle loro giornate.
Per realizzare questi scatti l’autore ha trascorso diversi giorni all’interno del centro d’accoglienza e così ha commentato la sua esperienza con i ragazzi: «I loro racconti spesso narrano di come sono scappati dalle loro terre, del perché lo hanno fatto. Parlano del viaggio e delle infinite insidie che nasconde; della traversata, che spesso si conclude in fondo al mare. Poi, giunti nei porti di approdo, i racconti si fermano, come se non ci fosse più bisogno di sapere altro, perché a breve quelle anime diventeranno numeri o forse sarebbe meglio dire cifre, come le cifre dei conti di coloro che dell’immigrazione ne hanno fatto un business, ingrossando portafogli e conti correnti sulle spalle di ragazzi ai quali vengono riconosciuti appena 2,50 euro al giorno, che sono ben lontani dai 35 che le note leggende mediatiche fanno credere».