Sfitto 55
WJ #144“Se non c’è una politica per la residenzialità, tutto è finito e la città verrà destinata ad estinguersi”:
Marco Borghi, presidente della municipalità
Sfitto55 / Sinking Dream
Venezia è una città che conosco bene e dove per brevi periodi ho vissuto. Negli ultimi dieci anni ho visto la città cambiare velocemente, diventare sempre meno a misura dei propri abitanti per aderire ad una visione patinata e romantica che risponde solo ed esclusivamente alle aspettative del turismo di massa.
Venezia si regge su un equilibrio fragile, in più di un senso: i cambiamenti climatici la rendono soggetta a fenomeni di alta marea sempre più estremi e frequenti; la preziosa biodiversità della laguna è minacciata dall’inquinamento e dal traffico marittimo. La logistica della città, da sempre complicata per via della sua posizione lagunare, è diventata insostenibile per i suoi abitanti e per gli artigiani, al punto di costringere soprattutto quelli del centro storico, ad abbandonarla. Ad oggi il numero dei residenti infatti è sceso sotto le 50mila unità, mentre il numero dei posti letto delle affittanze turistiche ha superato questa soglia. Il fenomeno dello spopolamento, comune anche a molte altre città italiane ed europee, a Venezia assume connotati particolarmente drammatici, poiché pare non vi sia un’alternativa che permetta alla città di sottrarsi alla turistificazione nè di compensare con settori diversi da quello turistico, rischiando di diventre una sorta di parco giochi svuotata dei propri fondamentali contenuti culturali.
Uno dei tratti più evidenti di questo processo è che chiudono laboratori, piccoli negozi, lavanderie, ortofrutta, edicole e panifici, per essere immediatamente rimpiazzati da sportelli bancomat, locali dall’estetica accattivante e chioschi di souvenir a basso costo. Quelli che non subiscono questa trasformazione rimangono sfitti. Nel centro storico, il numero vetrine vuote e serrande abbassate è aumentato in modo esponenzialmente allarmante. Insieme alle attività artigiane vanno via anche la tradizione ad esse legata, storia, saperi e persone.
Il mio progetto si propone di indagare questa doppia, contrapposta realtà: da un lato la Venezia che “chiude” e dall’altro, l’avanzare dirompente di Veniceland, una città da sogno creata ad uso e consumo del turista.