Sebastian’s path
WJ #91Sebastian era un ragazzo quando ha lasciato Catania e la famiglia per fare il clown e l’artista di strada. Una scelta difficile
A Torpignattara, simbolo della convivenza multietnica della Capitale, lontano dal palcoscenico di monumenti e turisti, Li Gioi incontra Sebastian e dal caso nasce un’amicizia, che lo porta a catturare l’animo nobile di un siciliano nomade.
Nella Sicilia di fine anni ’70, per una parte della popolazione, uscire dall’ordine familiare era ancora percepito come presagio di sventure. Cresciuto in una famiglia patriarcale, Sebastian con la sua disobbedienza scalfiva l’autorità paterna e scuoteva la base della famiglia. Fare l’artista voleva dire, in più, lasciar adito a dubbi sulla propria virilità. La famiglia sarebbe stata derisa. Un figlio con la mania per l’arte, per il teatro, per la musica, era “puppo”, omosessuale.
Per il padre, c’erano solo due possibilità: rientrare nei ranghi o esserne escluso. Per Sebastian ne esisteva una sola: ribellarsi a una visione claustrofobica della vita. E così decide di cavarsela da solo, di andare via, a diciott’anni, in nord Europa. Gli scatti di Dario Li Gioi parlano di un artista poliedrico: musicista, attore, clown, scenografo, liutaio, artigiano. “Nella società contemporanea fare delle scelte non omologanti è molto difficile. Non so quanto oggi sia possibile essere padroni del proprio destino e vivere senza condizionamenti sociali e familiari. Sebastian ha scelto di vivere così, una vita zingaresca e libera a Roma”. In continua ricerca ed evoluzione, lavora a progetti sociali dedicati ai bambini e ai giovani, basandosi sul metodo educativo del pedagogista Paulo Freire, dando una mano al campo rom di via Gordiani, collaborando con l’Associazione 21 luglio, esibendosi a cappello per guadagnarsi da vivere. Nel tempo ha trasformato le ferite in risorse. Si è lasciato dietro vite e ne ha costruite altre, continuando a fare ciò che gli riesce meglio: non smettere di sognare e di far sognare.
“Sebastian’s path” è il prodotto di un lavoro intenso, durato dal dicembre 2013 all’agosto 2016, lungo cui scorrono le immagini del riscatto personale di un uomo. “Una persona generosa, libera, un artista, un uomo, che vive nella linea di confine tra il privato e la clownerie. Dove il clown è la maschera indossata per proteggere l’uomo”.