Scuola in pixel
WJ #122Fin da quando siamo molto piccoli ci abituiamo a passare più tempo delle nostre giornate all’interno di una scuola che a casa nostra, per questo non trovo sbagliato dire che la scuola può essere vista come una grande casa da noi ragazzi. Crescendo impariamo che tutto può cambiare, anche all’interno delle nostre case, ma sicuramente l’unica cosa che non cambierà mai è la scuola. A volte, anzi spesso, ci annoia anche, ci sembra che renda le nostre giornate tutte uguali e non particolarmente divertenti, ma nonostante questo, essa rimane la nostra quotidianità.
Era il 23 Febbraio 2020 quando arrivò la notizia. Inizialmente ci sembrava un sogno, pensavamo a tutte le cose che avremmo potuto fare non dovendo andare a scuola. Dopo circa due settimane, per noi ragazzi “più fortunati” sono iniziate le lezioni a distanza, anche questo ci sembrava surreale, poter fare lezione dal letto, mentre mangiavi o addirittura mentre eri in bagno. Era tutto davvero straordinario.
C’è stato un momento in cui però tutta questa bellezza è finita, il momento in cui abbiamo iniziato ad accorgerci che questa stava diventando la nostra quotidianità, stava diventando normale seguire una lezione per massimo 10 minuti consecutivi, era normale non studiare, era normale svegliarsi la mattina in pigiama sul letto e ritrovarsi nella stessa posizione la sera perché non c’era più niente che ci “obbligasse” ad uscire e a metterci un paio di jeans. Era normale non vedere un ragazzo della nostra età per diversi giorni consecutivi. È stato brutto quando abbiamo iniziato ad accorgerci che la scuola non è solo un obbligo ma è anche un nostro diritto, è ciò che ci dà la possibilità di imparare e quindi di poterci creare un futuro. È stato brutto quando ci siamo accorti che la scuola non è soltanto stare sui libri, è socialità, è risate, è amicizie, è la possibilità di poter prendere una boccata d’aria dai nostri problemi in famiglia, la scuola è il posto in cui possiamo conoscere nuove cose, è il posto dove possiamo trovare noi stessi.
Vorrei poter raccontare attraverso le immagini e le voci di noi ragazzi i nostri stati d’animo e quello che è voluto dire per noi fare DAD, quello che ci ha tolto ma anche quello che ci ha dato. Amedeo, Clara, Leonardo, Riccardo, Beatrice, Alice, Anna, Arianna e Jacopo sono le persone ritratte nelle foto. Li ringrazio per avermi regalato pensieri e frasi (presenti sotto ad ogni fotografia) che per loro raccontassero al meglio quell’istante o quella situazione.