Scatto Fisso
WJ #123di Maria Paola Gentile
Testo a cura di Maria Paola Gentile e Antonio Oleari
L’esperienza di Ricicletta come catalizzatore sociale.
Esistono, nelle città che attraversiamo quotidianamente, dei luoghi che si sono amati a prima vista perché trasmettono anche solo affacciandosi occasionalmente delle sensazioni positive. A volte però i colpi di fulmine possono riservare grandi delusioni quando ci si avvicina e si guardano le cose da vicino senza filtri. Quindi con un misto di timore di sfatare e desiderio di confermare le mie aspettative ho varcato la soglia di “Ricicletta”, realtà ferrarese che conosco dal mio trasloco estense, ma che finora non avevo mai avuto la possibilità di analizzare a fondo.
Ricicletta nasce dalla visione avanguardista di Oreliano Tagliati che più di 15 anni fa immagina un luogo capace di unire il recupero di biciclette e di persone con svantaggio sociale attraverso una ricostruzione personale e professionale. Si scopre un equilibrio delicato tra riparazione di biciclette apparentemente troppo provate per rimettersi in pista e recupero umano di persone con un enorme potenziale che si esprime nella cura e dedizione verso il proprio lavoro. Più tempo si passa immersi tra pedali e chiacchiere, tra telai e pause sigaretta, più ci si rende conto che si stanno aprendo una serie di scatole cinesi che portano sempre più vicino all’anima di questo progetto. Si assiste via via più consapevoli ad un processo di trasformazione con una potente valenza sociale.
In queste giornate mi sono ritrovata spesso a fissare il movimento fluido e ciclico degli ingranaggi delle biciclette, una passione ereditata che mi trasmette serenità. Vivere da vicino le attività quotidiane della officina mi ha fatto riflettere su quanto anche un piccolo evento possa far deragliare i propri progetti di vita e quanto possa essere gratificante ritrovare un equilibrio non precario e la propria dimensione attraverso l’inserimento professionale e sociale. Ricorderò a lungo questa esperienza immersiva soprattutto attraverso una frase paradigmatica risuonata fra le pareti dell’officina: “anche se una bicicletta ti sembra in cattive condizioni, devi trattarla con rispetto e delicatezza, non sai cosa potrebbe diventare”.
Il reportage
Scheda autore
Maria Paola Gentile
Nata a Belluno ma trapiantata a Ferrara dai tempi dell’università sono sempre stata appassionata di fotografia, da fruitrice delle immagini altrui. Da qualche anno, stimolata da una macchina fotografica ricevuta in regalo, ho iniziato ad appassionarmi anche allo scatto. L’incontro con il fotografo Giulio Di Meo in occasione di un workshop mi sta permettendo di capire le potenzialità della fotografia sociale e del reportage.
Fotocamera: Fujifilm XT-30
Obiettivo: XF 18-55mm 2.4-4 R LM OIS
English version
Scatto Fisso – The experience of Ricicletta as social catalyst
Photo by Maria Paola Gentile and text by Maria Paola Gentile and Antonio Oleari
In the cities we live in there are places that you love at first sight because they immediately convey positive feelings. However sometimes love at first sight can lead to disappointment when you get close and look at things with no filters. Therefore with a mixture of fear of disillusion and wish to confirm my expectations, I crossed the treshold of “Ricicletta”, a space that I know from my move to the city of Ferrara but that I could never analyze deeply.
Ricicletta was born from the avant-garde vision of Oreliano Tagliati, that more than 15 years ago created a place able to merge restoration of both bicycles and people suffering from social disadvantage through personal and professional renovation. We discover a frail balance between the material recovery of bicycles, seemingly too damaged to work again, and human rehabilitation, showing to people their potential through their dedication to job. More time we spend surrounded by pedals and talk, frames and cigarette-breaks, more we realize that a series of Chinese Boxes are being opened, bringing us closer to the soul of this project. We witness a process of transformation with a powerful social value.
During these days I often found myself fixing the fluid and cyclic movement of the bicycles cogs, an inhereted passion that conveys me peacefulness. Being in close contact with the daily garage activities let me think how your life plans can derail because of minor events and how, on the other hand, can be rewarding to find a new stable balance and your own personal dimension through professional and social inclusion. This immersive experience will linger long in my memories above all through a paradigmatic sentence resonated between the walls of the garage: “even if a bicycle looks in rough shape, you have to manage it with respect and sensitivity, you never know what it could become”.