Save Gaza: il grido della pace
WJ#155Domenica 15 giugno 2025, oltre diecimila persone hanno preso parte alla Marcia della Pace “Save Gaza”, sfilando tra i sentieri dell’Appennino bolognese, da Marzabotto a Monte Sole. Non una semplice manifestazione, ma una mobilitazione civile dal forte valore simbolico: camminare nei luoghi di una delle più atroci stragi nazifasciste in Italia per denunciare, oggi, nuovi crimini contro l’umanità.
“Quello che sta accadendo a Gaza è un genocidio”, ha dichiarato Valentina Cuppi, sindaca di Marzabotto, tracciando un parallelo tra la memoria della violenza subita in queste terre 81 anni fa e l’orrore che si sta consumando in Medio Oriente. Dall’inizio dell’offensiva israeliana nell’ottobre 2023, la Striscia di Gaza è sprofondata in una crisi umanitaria senza precedenti. Secondo gli ultimi dati di giugno 2025, basati su fonti del Ministero della Sanità di Gaza e delle Nazioni Unite, i numeri sono drammatici: oltre 56.000 palestinesi uccisi – per lo più civili – e più di 131.000 feriti. Tra questi, più di 15.600 sono bambini. Interi quartieri sono stati rasi al suolo, ospedali e scuole colpiti e distrutti. La popolazione civile affronta quotidianamente gravi carenze di acqua potabile, cibo e cure mediche.
La marcia si è snodata per chilometri, tra le curve e i boschi che furono teatro del massacro di 775 civili da parte delle truppe naziste. Ma oggi, quegli stessi sentieri sono stati attraversati da un’umanità diversa: donne e uomini, giovani, famiglie, militanti, anziani. C’erano anche bambini, i piedi impolverati e le borracce riempite dalla generosità dei residenti, piccoli gesti di accoglienza che raccontano una solidarietà concreta, fatta di acqua, sorrisi e mani tese. A Pian del Voglio si è unito un secondo gruppo di manifestanti, ampliando la partecipazione mentre la marcia proseguiva verso Monte Sole, luogo simbolo della Resistenza e della memoria. Davanti alla collina del Poggiolo, Flavio Lotti ha preso la parola: “La legalità internazionale viene calpestata sotto gli occhi di tutti. Noi siamo dalla parte del diritto, non di chi bombarda indiscriminatamente.”
Le sue parole sono riecheggiate tra i boschi di Monte Sole come un appello, come un’urgenza sotto le orme di una marcia che è al tempo stesso cammino, testimonianza e denuncia. Un modo per ricordare, ma anche per dire con fermezza: mai più. Da Gaza a Marzabotto, da ogni angolo del mondo: mai più guerra.