Santa Palomba
WJ #143di Flavia Todisco
Testo a cura di Flavia Todisco e Emanuela Corazziari
“L’uomo è l’unica specie che contamina il proprio nido.”
Albert Einstein
Santa Palomba | Lontano dagli occhi lontano da Roma
Grazie ai poteri speciali di commissario per il Giubileo 2025, il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri nel 2022 ha annunciato che la capitale si doterà di un termovalorizzatore. Sarà Santa Palomba, IX Municipio (20km a sud di Roma), ad ospitare l’impianto da 600mila tonnellate di rifiuti che entrerà in funzione nel 2028.
L’area in passato portava il nome di Albunea, data la notevole presenza di sorgenti d’acqua sulfurea di origine vulcanica, dal tipico colore bianco (albus in latino). Grazie a questo i romani in tarda età imperiale bonificarono il territorio e crearono un sistema di fossi artificiali per la gestione delle acque. La prosperità e gli interventi di bonifica incentivarono l’agricoltura, tanto che nell’ottavo secolo fu creato un sistema di centri di produzione agricola, le domuscultae (luogo abitato e coltivato). Oggi gli scheletri delle domus si alternano a complessi edilizi costruiti in zone isolate e prive dei servizi essenziali, discariche a cielo aperto, industrie e aziende agricole che dovranno fare i conti con le 600mila tonnellate annuali di raccolta indifferenziata provenienti da Roma.
L’area di Santa Palomba non è nuova ai rifiuti di Roma: dal 1995 questi vengono infatti smaltiti nella discarica di Roncigliano, al confine con Albano Laziale, il cui stato è critico. Dei quasi tre ettari su cui si estende la discarica, sono stati scavati ed esauriti sette invasi da 8mila metri cubi l’uno, compromettendo le falde acquifere sottostanti. Nonostante la prima denuncia di ARPA Lazio (agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) risalga al 2011, ad oggi l’area è ancora in attesa di bonifica. Inoltre, il Villaggio Ardeatino, che si trova a neanche 80 metri dalla discarica, vive da anni in questo stato di forte inquinamento. quasi cento famiglie dipendono infatti dalla consegna quotidiana di acqua potabile delle autobotti di Acea Ato2.
Le associazioni rappresentanti le varie voci cittadine da Santa Palomba fino ai Castelli Romani, si sono unite nella Rete Tutela Roma Sud per opporsi al termovalorizzatore proponendo piuttosto di investire in un’economia circolare del rifiuto. Questo lavoro fotografico racconta e testimonia la mobilitazione di queste associazioni nel territorio.
Il reportage
Scheda autore
Flavia Todisco
Flavia Todisco nasce a Roma nel 1998 e da quando ha 15 anni fotografa la vita in ogni sua declinazione. Nel Luglio 2023 consegue la Laurea Magistrale con una tesi sperimentale in Storia e tecnica della fotografia dal titolo “La fotografia come arte: un’analisi sull’uso e la presenza della fotografia nel panorama delle arti contemporanee visive presentate alle Biennali Internazionali d’Arte di Venezia dal 1995 al 2015”. A Dicembre 2023 si diploma alla Scuola di Fotogiornalismo dell’ISFCI e da Novembre fa parte del Circolo Fotografico Arci di Roma.
Fotocamera: Sony alpha 6100 E drone Dji mavic mini
Obiettivo: Sony 18-105mm
English version
Far from the eyes away from Rome The paradox of Santa Palomba
Photo by Flavia Todisco
Text by Flavia Todisco and Emanuela Corazziari
“Man is the only species that contaminates his nest.”
Albert Einstein
Thanks to the special powers of Commissioner for Jubilee 2025, the Mayor of Rome Roberto Gualtieri in 2022 announced that the capital will equip itself with a waste-to-energy plant. It will be Santa Palomba, IX Municipio (20km south of Rome) to host the 600,000-ton waste plant that will come into operation in 2028.
The area in the past bore the name of Albunea, given the remarkable presence of sulfur springs of volcanic origin, with a typical white color (albus in Latin). Thanks to this the Romans in the late imperial age reclaimed the territory and created a system of artificial ditches for the management of the waters. Prosperity and reclamation encouraged agriculture, so much so that in the eighth century a system of centers of agricultural production, domuscultae (inhabited and cultivated place) was created. Today the domus skeletons alternate with building complexes built in isolated areas and lacking essential services, open-air landfills, industries and farms that will have to deal with the 600,000 tons of unsirted waste coming from Rome.
The area of Santa Palomba is not new to the waste of Rome: since 1995 these are disposed of in the landfill of Roncigliano, on the border with Albano Laziale, whose state is critical. Of the almost three hectares on which the landfill extends, seven 8 thousand cubic meters each have been excavated and exhausted, compromising the aquifers below. Despite the first complaint of ARPA Lazio (regional agency for the protection of the environment) dating back to 2011, to date the area is still awaiting reclamation. In addition, the Village Ardeatino, which is not 80 meters from the landfill, has been living for years in this state of heavy pollution. Almost one hundred families depend on the daily delivery of drinking water from the cars of Acea Ato2.
The associations representing the various voices of the city from Santa Palomba to the Castelli Romani, have joined the Roma Sud Protection Network to oppose the waste-to-energy plant proposing instead to invest in a circular waste economy.
This photographic work tells and testifies to the mobilization of these associations in the territory.