San Miguel Los Lotes
WJ #122” … e come loro eredi dei Maya, scivolarono con piedi di piuma attraverso il fumo e rubarono il fuoco e lo nascosero nelle caverne delle loro montagne”
Eduardo Galeano
San Miguel Los Lotes era un paese del Guatemala vicino ad Antigua che la domenica del 3 giugno 2018, a seguito dell’eruzione del Volcan de Fuego, è stato sepolto da un flusso piroclastico di lava, cenere e lapilli. In questa comunità vivevano più di duemila abitanti per lo più dediti all’agricoltura, i morti sono stati quasi duecento e poco di più le persone disperse sotto oltre tre metri di materiale. Il luogo è stato dichiarato cimitero nazionale dalle autorità guatemalteche.
L’autore si è recato a San Miguel Los Lotes alla fine di agosto del 2019 ed ha trovato abbandono e desolazione, con il silenzio interrotto solo dai sordi colpi del vulcano in attività. Accanto ai resti delle case o sopra cumuli di lava, le croci addobbate da fiocchi neri, lugubri fiori a ricordo di chi ha abitato tra quelle case. Ormai qui non ci vive quasi più nessuno. Eufemia, su quella che una volta era una strada del paese, ha una pala, scava, è con il suo cane, vive in una baracca sopra una collinetta di lava sul luogo dove sorgevano le loro abitazioni. Poi si siede vicino alla baracca sotto una tettoia fatta di teloni di plastica: “Sono qui dal giorno in cui è avvenuta la tragedia” dice, “ho perso tutta la mia famiglia, ho perso i miei figli, sono rimasta senza mia sorella, senza i miei fratelli”. Il suo volto olivastro e ricco di rughe contrasta con la camicetta bianca, in lei c’è una grande dignità ma anche molta tristezza. “Resto per continuare a cercare i miei cari e perché, in un anno, il governo non ha potuto darci i macchinari per poter portare alla luce i nostri parenti”. La raggiunge anche Felipe, un parente: lui ha perso la moglie, un figlio e altri parenti. Viene nel fine settimana, anche lui è un testimone della tragedia e la loro presenza, come quella di altri che saltuariamente vengono, serve per cercare di indurre il governo a riprendere le attività di scavo e di ricerca ormai interrotte da diversi mesi.
Durante la settimana, ma soprattutto il sabato e la domenica, qualche altra persona raggiunge San Miguel Los Lotes. Sono sopravvissuti o parenti che portano fiori, dicono preghiere, controllano che non ci siano state attività di sciacallaggio. Le autorità, dopo i primi mesi dell’emergenza in cui sono stati effettuati alcuni scavi, sono praticamente assenti.
Su una pietra un libro aperto le parole ancora leggibili, le pagine ingiallite dal sole e sciupate dalla pioggia sono sfogliate dal vento.