Salanitro – Il legame indissolubile
WJ #116“Lo zucchero non serve a niente quando è il sale a mancare.” (Antico proverbio Yiddish)
Fin dai suoi albori, la storia del sale accompagna pari passo quella dell’umanità. La sua disponibilità, il suo controllo, il suo commercio, sposteranno potere, romperanno equilibri e spodesteranno potenti e governanti fino ai giorni nostri. La sua importanza è tale da entrare dapprima nei più importanti testi sacri come fonte di conoscenza, simbolo di saggezza, incorruttibilità e alleanza Per finire nella lingua di tutti i giorni con detti di uso comune.
Ci sono Luoghi però, dove il sale non è solo storia, non è solo lingua.
Ci sono luoghi dove il sale è ancora vita, morte sudore e speranza.
Ovunque nel mondo si ricavi il sale, sia esso mare o miniera, quel luogo assurge a simbolo di travaglio stesso dell’esistenza.
In Italia oggi sono sopravvissute dall’antichità circa 20 saline. Attorno a queste si può ancora riconoscere il perfetto esempio di convivenza tra operato umano e rispetto per l’ambiente. Tutte queste sono ancora visitabili. Grazie ad una serie di progetti lungimiranti nati attorno agli anni 90, siti come quelli di Trapani e Paceco gestiti direttamente dal WWF, quello di Cervia e alcune saline Sarde, sono ancora produttive. Gli altri sono diventati a testimonianza dell’importanza ancora attuale, Aree Protette Speciali o Siti di Interesse speciale.
Salanitro è un progetto a lungo termine, portato avanti da oltre 10 anni e che non si è ancora concluso.
Nella Sicilia nord occidentale, si hanno notizie delle prime saline già in epoca fenicia, nel V secolo A.C., ma solo con gli Aragonesi nel XV sec. l’industria del sale si sviluppa all’interno della Riserva naturale orientata delle Saline di Trapani e Marsala, in un percorso che attraversa vasche colme d’acqua, mulini a vento fra i più belli d’Europa, canali e montagne di sale. I canti dei salinai accompagnano ritmicamente i gesti, in una tradizione antica che si tramanda identica da generazioni. L’acqua di mare, raccolta nelle vasche, lentamente evapora sotto il cocente sole estivo, e giorno dopo giorno, il sale si incrosta sul fondo, pronto per essere frantumato e raccolto con pale e carriole, ma soprattutto forza e sudore. Negli ultimi anni il mercato ha messo in difficoltà molte famiglie di salinai a seguito dell’importazione di un sale meno pregiato dalla Tunisia, e alcune saline sono state costrette a chiudere. Ritrovarsi a fotografare il loro lavoro, non è un semplice reportage, ma un ritorno alle origini, ai colori e profumi che hanno connotato la nostra esistenza, il legame con la nostra Terra, indissolubile.