Rione Sanità
WJ #144Napule è tutto nu suonno,e a’ sape tutto o’ munno, ma nun sanno a’ verità”, così cantava e interpretava la sua Napoli, Pino Daniele. Parole nude, vere e piene, ci trasportano con naturalezza alle immagini altrettanto impregnate di colori e suoni della fotoreporter Federica Lamagra, che cerca, attraverso gradazioni di forme e tonalità, di interpretarla questa verità, celata tra un chiaroscuro, che si confonde nei vicoli e tra i ciottoli di un’antica città, sopravvissuta a terremoti e disastri, e persino a sé stessa.
Federica descrive la sua terra con una raccolta di panorami, paesaggi, volti e scorci, di cui riesce a cogliere le mille contraddizioni e contaminazioni. Rabbia e gioia si mescolano nelle stradine del Rione Sanità, dove una folata di vento spazza quell’apparente “strafottenza” fatta di verità decisa e incisa nei respiri e negli odori che affollano l’anima di chi le vive e ripercorre con lo sguardo.
Nei graffi sui muri e nel cuore: anziani minuti e annoiati, concentrati su un gioco di carte, compagne fedeli di lunghe giornate; vecchie sedute impagliate, impregnate di quel tessuto sociale che in parte ha lottato, in parte si è arreso inconsapevolmente, lasciandosi trascinare più a mare, calpestato, vissuto, ripercorso.
È una Napoli popolare quella raccontata Federica, che pulsa al centro di una città nella città, fatta di famiglie destinate ad arrivare a fatica a fine mese con i magri guadagni di un lavoro spesso precario e un destino incerto. C’è chi vive nel vicolo, ma aspira a condizioni migliori e fa distinzione fra la cerchia della parentela e i vicini, si identifica nella famiglia piuttosto che nel quartiere, e utilizza i rapporti ai soli fini di mobilitazione sociale. C’è chi invece, per vicende di natura individuale o familiare, si trova ad aver bisogno di chi li circonda e là dove le relazioni sociali del vicolo diventano indispensabili, sviluppa un senso di forte appartenenza al territorio, legandosi ad esso intimamente e dando un futuro alla tradizione. In bilico fra il brulicare della vita presente e la sua storica eredità di morte, il rione Sanità da sempre alimenta se stesso in una commistione di forza, contraddizioni, colore, disparità e bellezza, che lo rendono eccezionalmente unico.