Re-Start | La demolizione della Vela Verde
WJ #111“Abbattere per ricostruire. La speranza degli abitanti delle Vele di Scampia.”
Le Vele di Scampia sono un complesso residenziale inaugurato nel 1975, progettate dall’architetto Franz Di Salvo per il comune di Napoli. Si tratta di un progetto abitativo con lo scopo di riqualificare la zona periferica ad est di Napoli, dopo l’emanazione della legge 167 del 1962 in merito alla creazione di alloggi di carattere popolare. Comunemente, le Vele, sono associate alla malavita napoletana, ma il motivo che ha indotto una moltitudine di famiglie ad occupare gli appartamenti vacanti, è stato il terremoto del 1980, che le ha lasciate senza una casa. In questo contesto di degrado prolifera, sempre più, la criminalità organizzata, approfittando della manodopera a basso costo e della stessa architettura, considerata criminogena. E così, tra gli anni ’90 e i primi 2000, Scampia diventa una grande piazza di spaccio.
La popolazione, però, decide di agire e, con l’aiuto delle istituzioni, ottiene la demolizione del complesso. Nel 1997 viene demolita la prima delle sette vele, la Vela F. Poi il turno della Vela G e H nel 2000 e 2003. Le restanti quattro (A, B, C, D), rinominate dalla popolazione in Vela Rossa (D), Vela Gialla (C), Vela Celeste (B), Vela Verde (A), fanno parte del progetto “RESTART SCAMPIA”, lanciato dal comune di Napoli nel 2019, che prevede l’abbattimento di tre vele e la riqualifica della quarta. Il 20 febbraio 2020 è stato aperto il cantiere per la demolizione della Vela Verde, inaugurando l’inizio dei lavori della durata stimata di quaranta giorni. Quaranta giorni di strazio e di felicità, questo ciò che si evince dagli sguardi della popolazione mentre assiste al crollo di cemento e di pregiudizi, con la speranza di un nuovo inizio. Con la sua caduta, la Vela Verde, porta via con sé quella stessa criminalità che per anni l’ha emarginata.
Siamo spettatori dell’esecuzione del gigante. Tutto e tutti sono silenziosi. Ore 11 e 17, primo morso della gru, primo pezzo che cade. C’è chi applaude, c’è chi piange. Solo una cosa unisce tutti questi volti: la speranza di riscatto per questo luogo che per troppo tempo non ha visto la luce. Si abbatte per ricostruire. Si abbatte per restituire. Ricostruire e restituire una dignità che per oltre quarant’anni alla popolazione è mancata, che possa essere un principio di svolta per un quartiere martoriato e dimenticato.