Queer Divine
WJ #124Diverse culture in tutto il mondo riconoscono diversi generi sessuali e la presenza di società poligender possono essere ricondotte all’antichità̀ in quasi tutti i continenti.
(Carlo Bevilacqua)
Queer Divine è il titolo di un progetto fotografico in progress di Carlo Bevilacqua, sviluppato e realizzato in diversi paesi del mondo. E la composizione di questo stesso titolo ci introduce l’oggetto di ricerca del suo fotografo. La parola Queer ha iniziato a diffondersi in Europa nell’Ottocento, ed ha sempre cercato di catalogare l’omosessuale come una figura bizzarra e dalla facile discriminazione. Oggi, invece, quella stessa parola è utilizzata dalle persone per non definirsi parte di una categoria specifica e per riconvertire un termine da sempre dispregiativo (annullandone così l’effetto).
Dall’altra parte, Il termine Divine è chiaramente associato ad una dimensione non materiale, ultraterrena e spirituale. L’unione di queste due parole spiega l’intento del progetto di Bevilacqua: scoprire e comprendere qual è il legame (qualora esistesse) tra la fluidità di genere e il divino, nelle varie culture del mondo. È stato quindi interessante scoprire che quello della fluidità di genere è un concetto presente già nella maggior parte delle mitologie delle antiche organizzazioni sociali di ogni continente. Ciò è anche dimostrato da alcune culture che, ancora oggi, non hanno una concezione esclusivamente binaria dell’identità di genere e che non prevedono l’utilizzo di termini come gay o transgender, di natura occidentale.
In alcuni testi Indù risalenti alla civiltà vedica (tra il II e il I millennio a.C.), viene addirittura affermata l’esistenza di un terzo genere. Questi antichi scritti farebbero infatti riferimento a quegli individui nati con un’indole sia maschile che femminile, e che gli indù ortodossi definivano come benedetti dagli Dei. Ma gli Indù non sono i soli. Se in India sono presenti le Hijras e gli Havrani, in Messico possiamo trovare le Muxes; a Panama, tra le tribù Kuna delle isole San Blas, gli Omeggid; i Two Spirit tra i nativi del Nord America. Senza dimenticarci le Femminielle di Napoli, i Sekrata Malgasci, le Fa’afafine delle isole Samoa, insieme a tutti gli altri esempi sparsi per il mondo. Tutte queste culture ci raccontano la stessa storia e rappresentano la medesima testimonianza: il concetto di fluidità di genere è antico quanto l’umanità stessa.