Primordial Priority
WJ #128Fintanto che l’uomo continuerà a distruggere senza sosta tutte le forme di vita, che egli considera inferiori, non saprà mai cos’è la salute e non troverà mai la vera pace.
Pitagora
Primordial Priority – Hunting during Covid times
Negli ultimi due anni il tema della caccia e dell’approvvigionamento dei mercati di carne ha assunto nuova importanza a causa dell’esplosione della pandemia Covid-19 e della più recente peste suina. Il report dell’OMS sul virus SARS-CoV-2, stilato in collaborazione con la Cina e pubblicato a marzo 2021, indica infatti che frequentemente i virus come quest’ultimo effettuano il salto di specie dagli animali all’uomo attraverso una specie intermedia.
Fin dell’inizio della diffusione della pandemia quindi l’OMS ha suggerito ai governi di tutto il mondo di esaminare le catene di approvvigionamento dei mercati pubblici dove si smerciano carni provenienti dalle attività venatorie, e di predazione della fauna selvatica, al fine di garantire il rispetto delle condizioni igienico-sanitarie per cercare di identificare esattamente le specie animali coinvolte nella diffusione del virus. Il rispetto delle condizioni igienico sanitarie richiesto dall’OMS non è sempre stato garantito, come mostra Manuel Micheli in questo reportage che denuncia il modo in cui venivano svolte queste attività proprio durante il picco pandemico del Covid (le fotografie sono di gennaio 2021), in baracche di lamiera fatiscenti in mezzo al bosco, senza acqua corrente, senza preliminare sanificazione o igienizzazione alcuna, senza areazione dell’ambiente, tutti comportamenti venatori vettori di virus, senza tenere in conto le altre molteplici violazioni commesse dai cacciatori, come il fatto non indossare abbigliamento ad alta visibilità o l’irresponsabile dispersione nei boschi delle cartucce, che possono causare intossicazioni da piombo.
A segnalare la pericolosità delle condizioni igieniche delle attività di caccia è stata anche la Lega Anti Vivisezione, secondo la quale “la caccia è un enorme wet-market domestico” (i wet-market sono mercati di beni alimentari freschi, come pesce e carne, che non rispettano le norme igienico sanitarie e favoriscono il salto di specie dei virus). La L.A.V. spiega infatti che le pratiche venatorie relative alla gestione dei corpi degli animali uccisi durante le battute di caccia prevedono l’eviscerazione e il dissanguamento degli animali con gravi carenze nel rispetto delle norme igienico sanitarie, che possono portare all’immediata diffusione di malattie come la recente peste suina. Durante il primo lockdown del 2020 la caccia è stata sospesa per alcuni mesi per poi riprendere più attiva che mai anche durante i periodi di zona rossa mentre la gente comune non poteva uscire liberamente di casa o portare i figli al parco. Mentre le strade italiane erano deserte le attività venatorie procedevano a ritmi serrati e con sempre meno controlli. Abbiamo forse già dimenticato come ha avuto origine quest’ultima pandemia?