Per amore di Lahore

WJ #110

“In un certo senso, stavo ripopolando mentalmente la mia città con quella che una volta era stata la sua essenza.”

Con 11 milioni di abitanti, Lahore è la seconda città del Pakistan. Il suo sviluppo incontrollato e la difficilissima gestione dei conflitti sociali sono lo specchio di un Paese profondamente mutato e chiamato ad affrontare sfide importanti legate alla lotta alla povertà, allo sviluppo demografico sostenibile e alla convivenza etnico-religiosa.

Nel 2017, dopo anni di lontananza, il fotografo Aun Raza è tornato nella sua città natale. “È stata un’esperienza inquietante” confessa. “Gli alberi erano stati tagliati, era proibito giocare con gli aquiloni, gli amici andavano in esilio o si arrendevano, nuove gigantesche autostrade sottraevano parti sempre più ampie della città.”

Raza non ha potuto fare a meno di fotografare quali fossero per lui i sintomi di una malattia letale di cui la città era affetta, creando così anche un ricordo, una registrazione diretta e allo stesso tempo metaforica di una città in via di disintegrazione. Parallelamente, ha fotografato persone che costituiscono l’anima della Lahore in cui era cresciuto, una città di musicisti, poeti, scrittori, artisti, artigiani e attivisti. “Persone che mi hanno dato speranza” spiega Raza, “individui che si sforzano di resistere, mantenendo le loro menti aperte, la loro intelligenza e curiosità intatte, il loro appetito per il dialogo e l’arte viva. In un certo senso, stavo ripopolando mentalmente la mia città con quella che una volta era stata la sua essenza. È diventato per me urgente rappresentarli perché molti di loro stanno invecchiando e potrebbero non avere molte altre occasioni di esprimersi”.

Ritratti e paesaggi urbani si rispecchiano e si affrontano a vicenda, creando dittici mentali e risonanze visive.

“Con questo corpus di ricordi, il mio obiettivo è stato quello di costruire un documento sia soggettivo che collettivo, singolare e plurale, in omaggio a una città che con difficoltà sta cercando di riprendere fiato”.

Il reportage

Scheda autore

Aun Raza

Per amore di Lahore

Aun Raza vive tra Italia e Austria. Oltre al proprio lavoro indipendente, è un collaboratore di Getty Images e collabora regolarmente con gallerie e musei in vari paesi. Nominato per il Prix Pictet 2019, è stato vincitore del Quai Branly Museum Grant 2018 a Parigi, nella categoria HIPA Black & white 2019 a Dubai e al Myanmar Deita Photo Competition di Yangon.

English version

For the Love of Lahore

Photography by Aun Raza

Story edited by Antonio Oleari

In 2017, after years out of Lahore, the city of my birth, I returned. It was an unsettling experience. Trees had been cut, kite-flying banned, friends gone into exile or giving up, giant new highways confiscating parts of the city and fragmenting it. I could not help but photograph what, for me, were symptoms of a lethal disease, at the same time create a keepsake, a direct albeit metaphorical record of a disintegrating city.

In parallel, I photographed people who constitute the very texture & soul of a certain Lahore that I grew up with, a city of musicians, poets, writers, artists, craftsmen, and activists. All of them are also educators and mentors to many. These are the people who had given me hope, individuals who strive to resist, keeping their minds open, their intelligence and curiosity intact, their appetite for dialogue and art alive. In a way, I was mentally repopulating my city with what had once been its essence. People who sow seeds of social change. It became urgent to portray them because many are ageing and may not be around for a very long time.

I constructed their portraits as the antidote to baleful powers at work. I built this series more like a plural but intimate conversation. Portraits and ‘cityscapes’ mirror and address each other, creating mental diptychs and visual resonances. With this corpus of memories, my aim is to build a record both subjective and collective, singular and plural, in tribute to the city that is barely catching its breath and its people who struggle to breathe life into it.