Pathos
WJ #109di Giorgio Negro
Testo a cura di Alessio Chiodi
Il processo fotografico è diventato una specie di “riscoperta” del mondo attraverso una lente critica: quella che permette di vedere ovunque e in chiunque la coesistenza del bene e il male
Il lavoro di Giorgio Negro, che ha vinto l’Italy Photo Award 2019, è una sorta di continua “riscoperta” attraverso le immagini di un Sud America ambivalente e complesso. l progetto è composto da cinquantanove immagini scattate per 15 anni in cinque Paesi (Messico, Cuba, Brasile, Perù ed Ecuador). Circa l’80% in analogico, il resto in digitale. Le fotografie sono frammenti di un viaggio intimo e personale e rappresentano la visione dell’autore di fronte ai contrasti del continente latinoamericano. Questa visione è fortemente influenzata dal suo background professionale: attivo da oltre 20 anni come delegato del Comitato internazionale della Croce Rossa, ha lavorato in molti paesi in situazioni di guerra o conflitti armati, confrontandosi quotidianamente con violenza, la crudeltà umana e le sue conseguenze. Il libro omonimo che ne è nato nel 2019 non ha velleità giornalistiche o documentarie.
Negro, per sua stessa ammissione si è “limitato a incontrare persone e animali, sempre alla ricerca di un contatto empatico con i soggetti delle foto”. Ha fotografato ciò attirava la sua attenzione. Dopotutto lo stesso titolo del lavoro “pathos” richiama il termine greco che sta a significare la capacità di suscitare un’emozione o una forte partecipazione, che sia essa estetica o affettiva. Empatia, forse, qualcosa che nasce dal profondo, che lega spettatore e soggetto ritratto. Negro con il titolo del suo lavoro sceglie una delle metà dell’animo umano, quella del sentimento che si contrappone al logos, alla ragione. C’è da chiedersi cosa proverà il lettore di questo articolo nel soffermarsi su queste foto. Quale sarà la scoperta emotiva che emergerà scorrendo il giornale.
Il reportage
Scheda autore
Giorgio Negro
Giorgio Negro nasce a Torino e trascorre infanzia e giovinezza nel tranquillo ambiente della provincia italiana, a Susa. Dopo l’Università Ottiene una laurea in Ingegneria elettronica ma dopo 10 anni di lavoro informatico decide di entrare nel Comité Internazionale della Croce Rossa. Lavorerà in molte parti del mondo per svolgere attività umanitarie in zone di guerra: Cecenia, Colombia, Peru, Ciad, Sudan, Israele, Libia, Irak ed altri paesi ancora. Nel 2005 incontra Ernesto Bazan, il fotografo italiano che gli farà scoprire la fotografia in bianco e nero e che diventerà suo amico e mentore. È l’inizio di un viaggio magico nel mondo della fotografia umanista. Nel poco tempo libero che il suo lavoro gli concede, Giorgio fotografa in America Latina.
Nel 2017, lascia il lavoro umanitario per dedicarsi alla famiglia ed alla fotografia. Nel 2019, il progetto sull’America Latina viene pubblicato come libro dal titolo “Pathos” e nello stesso anno viene insignito del premio festival della Fotografia Etica di Lodi come miglior portfolio. Ma è solo l’ultimo di una serie di riconoscimenti. Tra questi nel 2016 ottiene il Latin America fotografia award, nel 2018 vince il “Los Diez” Latin America fotografia award, il Lens Culture talent awards, è finalista al Miami street photography award e arriva al quarto posto al Pnd photojournalism in B&W award. Attualmente sta realizzando un progetto sulla sua patria di adozione, la Svizzera.
Fotocamera: Nikon f100, Nikon f90, Nikon f801, Nikon f5,
Obiettivo: Nikkor 35mm f2.0 AFD, Canon EF 35mm f2.0, Voigtländer 40mm f2.0
English version
Pathos
Photography by Giorgio Negro
Edited by Alessio Chiodi
The work of Giorgio Negro, who won the Festival of Ethical Photography in Lodi 2019 is a sort of continuous “rediscovery” through the images of an ambivalent and complex South America. The project is made up of fifty-nine images taken for 15 years in five countries (Mexico, Cuba, Brazil, Peru and Ecuador). About 80% in analogic, the rest in digital. The photographs are fragments of an intimate and personal journey and represent the author’s vision of the contrasts of the Latin American continent. This vision is strongly influenced by his professional background: active for over 20 years as a delegate of the International Committee of the Red Cross, he has worked in many countries in situations of war or armed conflict, confronting himself daily with violence, human cruelty and its consequences.
The book of the same name that was published in 2019 has no journalistic or documentary ambitions. Negro, by his own admission, “limited himself to meeting people and animals, always looking for empathic contact with the subjects of the photos”. He photographed what attracted his attention. After all, the same title of the work “pathos” recalls the Greek term which means the ability to arouse an emotional or a strong participation. Empathy, perhaps, something that comes from the depths, which binds the spectator and the portrait subject. With the title of his work, Negro chooses one of the halves of the human soul, that of feeling which is opposed to logos, the reason. One wonders what the reader of this article will feel in dwelling on these photos. What will be the emotional discovery that will emerge by scrolling through the newspaper.