Partigiano Eros
WJ #120di Massimiliano Donati
Testo a cura di Cristiano Capuano
Bologna, 1945. Le prime luci dell’alba del 21 aprile accoglievano l’ingresso da Porta Maggiore del 2° Corpo Polacco al comando del generale Władysław Anders. Poche ore dopo, giungeva in città il resto delle unità alleate: la 91a e 34a Divisione USA, i gruppi di combattimento Legnano, Friuli e Folgore, e una parte della brigata partigiana “Maiella”. Tedeschi e fascisti battevano in ritirata già dalla sera precedente, ed erano ormai distanti dal capoluogo liberato.
Nel corso della giornata, una folla festante invase le strade del centro, mentre i mezzi dei reparti militari alleati convergevano su Piazza Vittorio Emanuele II (oggi Piazza Maggiore) assieme ai partigiani locali. Tra questi, vi era un ragazzo poco più che ventenne, nome di battaglia “Eros”, il quale diverso tempo prima aveva imboccato il sentiero dei monti: dopo la renitenza alla leva era riuscito a sfuggire all’arresto da parte di uno squadrone del capitano repubblichino Renato Tartarotti, rifugiandosi sull’Appennino Pistoiese. Era successivamente rientrato a Bologna unendosi al 4° Battaglione Pinardi della Prima Brigata SAP Irma Bandiera-Garibaldi. Già dall’estate del 1944, le SAP (Squadre d’Azione Patriottica) svolgevano azioni di guerriglia e sabotaggio, indicevano scioperi e manifestazioni, incentivavano il coinvolgimento popolare sul territorio, fungendo da tramite tra la cittadinanza e la lotta clandestina.
Quel 21 aprile Eros si trovava in compagnia di tante compagne e tanti compagni ad attendere l’ingresso delle unità alleate nella piazza centrale della città, prendendo successivamente parte all’organizzazione della riconsegna delle armi. Del periodo della Resistenza Eros ha parlato poco negli anni a venire: alcune vicende legate ai bombardamenti, qualche aneddoto sul dopoguerra, senza mai entrare a fondo nei dettagli della sua esperienza partigiana.
Eros è scomparso nel 2014, alcuni mesi prima del 70° Anniversario della Liberazione di Bologna, che ha visto andare in scena la ricostruzione – tra Piazza Maggiore e il Sacrario Partigiano di Piazza del Nettuno – degli eventi che hanno caratterizzato quel 21 aprile: dalla mostra statica dei mezzi militari, alla deposizione delle corone alle lapidi che commemorano l’ingresso delle formazioni alleate e italiane in città. Una rievocazione di ciò che il giovane Eros deve aver visto quel giorno, attraverso altri occhi, quelli di suo nipote.
Il reportage
Scheda autore
Massimiliano Donati
Massimiliano Donati è un fotogiornalista freelance nato a Bologna nel 1979. Inizia a fotografare per hobby a 14 anni, ma solo dopo l’abbandono degli studi in informatica comincia ad avvicinarsi al fotogiornalismo, seguendo le masterclass dei fotografi Alessandro Tosatto (nel 2005) e Paolo Marchetti (nel 2017). Attualmente vive a Bologna, e collabora con testate e agenzie nazionali e internazionali. È inoltre membro del collettivo Contrails.
Fotocamera: Leica M5 - Pellicola: Ilford Delta 400
Obiettivo: Leica Summicon-M 50mm f/2 / Voigtlander Color Skopar 28mm f/3.5
English version
Partigiano Eros
Pictures by Massimiliano Donati
Text by Cristiano Capuano
Bologna, April 21st 1945. By the first lights of dawn, the Polish II Corps led by General Władysław Anders had entered the city through Porta Maggiore, followed a few hours later by the 34th and the 91st US Infantry Division, the Italian Infantry Divisions Legano, Friuli and Folgore, and part of the Maiella Partisan Brigade. Nazi and fascist troops had retreated the night before and, by dawn, were far off from the capital city.
During the day, a cheering crowd flooded the streets of the city center, while vehicles of the Allied military units were converging on Piazza Vittorio Emanuele II (present day Piazza Maggiore) together with the local partisans. Among them, there was a boy in his twenties, code-named “Eros”, who had made his way through the mountains a while before: after the draft evasion he had managed to escape the arrest by a squadron led by fascist captain Renato Tartarotti, then taking refuge in the Pistoia Apennines. He had subsequently returned to Bologna to join the 4th Pinardi Battalion of the First SAP Irma Bandiera-Garibaldi Brigade. As early as the summer of 1944, the SAP (Patriotic Action Squads) were carrying out guerrilla and sabotage actions, soliciting strikes and demonstrations, encouraging popular involvement in the area, therefore working as a link between average citizens and the partisan struggle.
On April 21, along with many comrades, Eros was waiting for the Allied units to enter the central square of the city, subsequently taking part in the general return of weapons. Eros spoke little of the period of the Resistance in the following years: a few words about the bombings, a few more about the post-war time, never delving too deep into his partisan experience.
Eros passed away in 2014, a few months before the 70th Anniversary of the Liberation of Bologna, where – from Piazza Maggiore and the Partisan Memorial in Piazza del Nettuno – a re-enactment of the events from that April 21st took place: from the exhibition of military vehicles to the laying down of flower crowns on the tombstones commemorating the entry of the Allied and Italian corps into the city. A re-enactment of what a young Eros must have seen that day, this time through his nephew’s eyes.