Oltre la Disabilità

WJ #146

La vera disabilità è negli occhi di chi la guarda

Cinquantaquattro persone in tutta Italia, 973 in tutto il mondo, pochissimi approcci terapeutici e nessuna cura: i numeri, aggiornati alla fine del 2023, non saranno del tutto completi, ma danno comunque un’idea ben precisa della rarità della mutazione genetica nel gene STXBP1. Presente in duplice copia e situato nel cromosoma nove, quest’ultimo potrebbe andare incontro a una mutazione patologica e, di conseguenza, causare una forma di encefalopatia epilettica a esordio neonatale, perlopiù refrattaria ai farmaci.

I numeri, si diceva: si è di fronte a una patologia rara ed estremamente grave, causa di disabilità intellettiva, sintomi neurologici quali disturbi dello spettro autistico, distonia, tremore, ipotonia, ma anche crisi epilettiche. Sono queste, in molti casi, le prime manifestazioni della STXBP1. Crisi epilettiche che possono perdurare fino all’età adulta, oppure, in altri casi, essere tenute più o meno sotto controllo, in altri ancora, risolversi in modo autonomo. Lo spettro delle situazioni, con la crescita, è molto ampio, sebbene una spiegazione scientifica a tale diversità di prognosi ancora non ci sia. Anche a questo medici e ricercatori stanno lavorando, come anche a una possibile cura che possa andare ad affiancarsi agli attuali approcci terapeutici – sintomatici, ovvero indirizzati ad affrontare un dato sintomo, e riabilitativi – e andare incontro alle famiglie che quotidianamente vivono e affrontano la STXBP1.

Proprio per promuovere la conoscenza e il trattamento di questa malattia rara, anni fa è nata l’associazione STXBP1 Italia, formata da diversi genitori di bambini e ragazzi con mutazione del gene STXBP1: alla base, la volontà di tutelare il diritto alla vita sociale e civile, di promuovere l’autonomia e il miglioramento della qualità della vita. Il principale scopo, poi, riuscire a trovare una cura.

È grazie a questa associazione che il reportage è stato possibile, un lavoro a diretto contatto con le famiglie; famiglie alle quali il sistema sanitario non riesce a garantire abbastanza ore di supporto per soddisfare le varie esigenze; per questo l’unica alternativa, molto spesso, è quella di rivolgersi a professionisti privati. Osservando i sottili equilibri delle famiglie fotografate per settimane si potrebbe dire anche un’altra cosa: la disabilità non è il risultato della malattia, ma il prodotto di una società impreparata ad accoglierla.

Non bisogna avere paura della disabilità, perché solo la conoscenza può abbattere alcune barriere: l’obbiettivo di questo progetto è anche quello di mostrare e far conoscere alcune malattie rare molto invalidanti che il sistema sanitario nazionale non riconosce come tali. La speranza è anche quella che si possa intervenire per poter garantire il sostegno e l’aiuto necessario ai nuclei familiari che hanno all’interno bambini affetti da malattie come la STXBP1; senza dimenticare come di malattie rare ve ne siano anche molte altre.

Il reportage

Scheda autore

Gabriele Rossi

Sono un fotografo freelance italiano nato nel 1990 con sede a Genova. Attraverso i miei progetti cerco di mostrare l’animo umano con tutte le sue sfumature e contraddizioni, pieno di odio e amore, forza e fragilità, delusione e speranza. Prima di vivere il fotogiornalismo come strumento di cronaca o di sensibilizzazione o come pretesto per vivere il mondo in prima persona, c’è la consapevolezza che questo lavoro rappresenta una grande responsabilità.

Fotocamera: Nikon D850
Obiettivo: Af-s Nikkor 24mm, 85mm, 24-70mm

English version

Beyond Disability

Photo by Gabriele Rossi

Text by Gabriele Rossi and Federica Nannetti

True disability is in the eye of the beholder

A disease is defined as “rare” when its incidence, understood as the number of cases present in a given population, does not exceed a certain number of subjects according to established parameters. STXBP1 is an extremely serious pathology that causes serious psychomotor delays which often results in the affected person not being completely self-sufficient. Fewer than 1000 people suffer from this disease in the world and the sufferers in Italy are just over 50 out of a population of around 60 million.

STXBP1 is a rare disease, which however is not recognized as such, since the list has not been updated by the ministry for years. A person affected by such disabling pathologies is often not self-sufficient and must rely on his family and this determines a substantial change in the management of his own life and that of the family unit. It is common within families that a parent has to look for a job that can allow them to stay at home as much as possible in order to care for the person suffering from the disease. The healthcare system is unable to guarantee enough hours of support to meet the needs of families who are therefore forced to turn to private professionals.

Observing the subtle balances of the families that I photographed for weeks (thanks to the help of the STXBP1 Italia APS association) I realized that disability is not the result of the disease but is the product of a society unprepared to welcome it. It is very important to show that we must not be afraid of disabilities, because only knowledge can break down some barriers since being inclusive represents the real challenge of society. The objective of this project is also to raise awareness of the fact that there are some rare diseases which are very disabling but which the national health system does not recognize as such, with the hope that action can be taken to guarantee the necessary support and help towards families that have children affected by illnesses like this.