Of Time, the silence
WJ #109Un mondo sospeso nel tempo e nello spazio, spezzato dall’irruenza del vento a rompere il silenzio assordante, scompiglia i prati, isolando i suoi abitanti dal resto del globo. È l’immaginario onirico creato dal fotografo Alessandro Scattolini che nel gennaio 2019 trascorre un periodo in una estancia nei pressi di El Calafate, nella Patagonia meridionale argentina.
Un immaginario fatto di semplicità, dove la vita e la morte si incontrano e scontrano e il quotidiano viene colto sia nella sua tenera intimità, sia nella crudeltà ancestrale di animali sacrificati. In fondo la morte non è che parte della vita, perché demonizzarla e averne dunque timore? È il fatidico momento in cui la terra si riappropria di ciò che essa stessa ha creato, del tempo che questo corpo ha trascorso vivendo. L’indagine del fotografo marchigiano si concentra su un micro-mondo puro e incontaminato, minacciato dall’avanzata del turismo di massa che sta conquistando l’Argentina.
El Calafate è un piccolo villaggio di circa 5000 abitanti, fondato nel 1927 da coloni spagnoli, che si trova nella Provincia di Santa Cruz, precisamente sulla sponda sud del Lago Argentino. Rappresenta inoltre il varco d’accesso per il rinomato Parco Nazionale Los Glaciares, patrimonio UNESCO dal 1981, dove è possibile ammirare estese superfici di ghiacciai risalenti a migliaia di anni fa. Qui partono i percorsi per i ghiacciai Viedma, Upsala, Onelli, Spegazzini, Mayo, Frías e per il celebre Perito Moreno. Grazie alla sua posizione strategica, El Calafate è in breve tempo diventato una meta turistica molto ambita, che ha portato negli anni 2000 alla costruzione dell’aeroporto, con l’aggiunta di negozi, hotel e ristoranti di lusso.
Per soddisfare la crescente richiesta da parte dei turisti, che in numero sempre maggiore vogliono rivivere l’atmosfera tradizionale, le agenzie di viaggio offrono pacchetti di soggiorno presso le estancias. Le estancias, caratteristiche dell’America Meridionale, erano originariamente tenute di proprietà privata situate nelle pianure argentine (las pampas) utilizzate per l’agricoltura e l’allevamento e risalenti ai primi coloni spagnoli del XVI secolo.
L’offerta comprende vitto, alloggio e attività varie ai quali si aggiungono spettacoli folkloristici che vedono protagonisti i guachos, i tradizionali mandriani delle pampas. Durante gli spettacoli, i guachos mostrano ai turisti la loro destrezza con il lazo e le boleadoras, domando gli animali e cavalcandoli in rodeo. Eppure si tratta di figure molto care alla cultura argentina, celebrate persino da un suo grande classico: il poema epico Martín Fierro di José Hernández risalente al XIX secolo.
Piccoli, grandi segni, stanno intaccando nella sua anima più profonda la Patagonia antica, una terra leggendaria agli estremi del mondo che rischia di perdere la purezza a fronte di un turismo di massa unicamente votato al Business.