Nell’essere
WJ #117Incatenati alle abitudini ricorriamo il ciclico susseguirsi delle giornate
Frenetici come i primi treni a vapore, in uno schermo,
navighiamo, dissolvendoci in un potenziale illimitato.
Il mantra è fare, lavorare, bere, arrivare.
Ma dove vogliamo arrivare?
Avremo mai abbastanza?
E se il ritmo cambiasse?
Gli eventi ci hanno obbligati a guardarci allo specchio, in un anno in cui è necessario fermarsi
Una volta chiuse nel barattolo anche le pulci saltano verso il sole.
Scalpitanti in un corpo imprigionato, torniamo alla naturalezza dell’essere,
in armonia con un vivere più semplice e dimenticato.
Non apparteniamo a mattoni e cemento, siamo acqua e fibre,
condensate in circuiti artificiali.
Sono il selvaggio addomesticato,
finalmente,
mi rifletto nella purezza dell’elemento chimico.
Dalla terra, in una sinfonia, nasciamo con il tutto, siamo il mondo che viviamo.
Nella notte di San Lorenzo aspiriamo a non perdere il respiro.
Ci ritroviamo alberi, scossi nella tormenta, passeggera
Radici che si abbracciano nel terreno, guardando al futuro,
torniamo germoglio
Così rinasco, nell’acqua salata
e corro, come i bambini,
non per arrivare, ma per sentire cosa si prova a volare.