Muxes: il terzo genere zapoteca

WJ #97

“Il fenomeno muxe rappresenta un tratto identitario specifico della cultura zapoteca, la quale conferisce un importante valore sociale al non-binarismo di genere e considera anche il solo fatto di avere un muxe in famiglia una sorta di benedizione. È comunemente ritenuto che la cultura sia caratterizzata da una pressoché totale assenza di omofobia, transfobia, e ostilità nei confronti di identità sessuali fluide”.

Istmo di Tehuantepec, Oaxaca. Questa rigogliosa regione del Messico meridionale è la culla degli zapotechi, civiltà indigena precolombiana stanziata in queste zone della Mesoamerica da oltre 2500 anni.

In netto contrasto con il machismo del meticciato dominante di origine coloniale, i tratti culturali zapotechi in materia di identità sessuale sono caratterizzati dall’esistenza di un cosiddetto “terzo genere”.

I muxes sono membri della società zapoteca nati biologicamente maschi, ma che scelgono già in tenera età di essere riconosciuti e cresciuti come femmine. Essi abbracciano abitudini sociali generalmente ritenute femminili, pur non sottoponendosi necessariamente a trattamenti ormonali e operazioni chirurgiche.

Benché semplicisticamente associato all’essere transgender, il fenomeno muxe rappresenta un tratto identitario specifico della cultura zapoteca, la quale conferisce un importante valore sociale al non-binarismo di genere e considera anche il solo fatto di avere un muxe in famiglia una sorta di benedizione. È comunemente ritenuto che la cultura zapoteca – così come numerose altre culture indigene mesoamericane – sia caratterizzata da una pressoché totale assenza di omofobia, transfobia, e ostilità nei confronti di identità sessuali fluide.

Nonostante l’etimologia del vocabolo muxe venga comunemente fatta risalire al termine spagnolo “mujer”, le origini del fenomeno sono assolutamente pre-coloniali e si riscontrano nel fatto che sacerdoti e ministri di culto di molti contesti sociali precolombiani vestissero sia alla maniera maschile che a quella femminile.

Quanto questo fenomeno sfugga alle tradizionali concettualizzazioni della tassonomia occidentale sullo spettro delle identità di genere è evidenziato dal fatto che un soggetto decida di manifestare il suo essere muxe in maniera assolutamente soggettiva: si può scegliere, infatti, di avere partner maschili o femminili, e di apparire in società come vestidas, ovvero indossando abiti femminili, o pintadas, vestendo cioè alla maniera maschile facendo uso di trucco.

Sebbene tragga origine da un contesto precolombiano, la questione dei muxe non è comunemente percepita nel quadro di categorie primordiali di tribalismo o pre-modernità. La loro integrazione nel contesto sociale e culturale del Messico contemporaneo è, infatti, largamente riconosciuta, e sono svariate le professioni svolte dai membri di una categoria che rappresenta circa il 10% della popolazione zapoteca. Tra queste, ampiamente diffusa tra i muxe è la pratica del ricamo, tramite cui vengono realizzati vivaci e variopinti abiti che vengono sfoggiati in occasione di festività o concorsi di bellezza appositamente dedicati.

Il reportage

Scheda autore

Luca Gaetano Pira

[:it][:it][:it][:it][:it][:it]Fotografo e foto reporter. Ha partecipato a varie esposizioni in Europa, America Latina e Stati Uniti ed è stato pubblicato in differenti riviste internazionali. Nei suoi lavori investiga la relazione tra corpo e natura, identità, questioni di genere e recupero della memoria storica della comunità LGBTQI.[:][:][:][:][:][:]

Fotocamera: Fujifilm X-e1
Obiettivo: 18-55 mm

English version

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Muxes

 

Photography by Luca Gaetano Pira

Story edited by Cristiano Capuano

 

 

The muxe phenomenon is a identity aspect in Zapotec culture, which confers a great social value to non-binarism gender. It is commonly believed that it is characterized by an almost total absence of homophobia, transphobia, and hostility towards fluid sexual identities.

 

Isthmus of Tehuantepec, Oaxaca. This lush southern Mexico region is the cradle of the Zapotecs, a pre-Columbian indigenous civilization established in these areas of Mesoamerica for over 2500 years.

The Zapotec cultural traits in matters of sexual identity are characterized by the existence of a so-called “third gender”. The muxe are members of the Zapotec society born biologically male, but who choose, in early age, to be recognized and raised as females. they acquire social habits generally considered feminine, while they do not necessarily undergo hormonal treatments and surgical operations. The origins of the phenomenon are precolonial and are found in the fact that priests and ministers of worship of many pre-Columbian social contexts dressed both male and female.

 

Although derived from a pre-Columbian context, the question of muxe is not commonly part of the framework of primordial categories of tribalism or pre-modernity. Their integration into the social and cultural context of contemporary Mexico is, in fact, widely recognized, and there are different professions carried out by members of a category that represents about 10% of Zapotec population. Among these, the practice of embroidery is widely spread among the muxe, through which are made bright and colorful clothes that are flaunted during the holidays or beauty competitions specially dedicated.[:][:][:][:][:][:]