Mixed
WJ #125di Mara Scampoli
Testo a cura di Mara Scampoli e Marika Ikonomu
“Qualsiasi unione è già un incontro tra due persone diverse e, far convivere in una relazione queste diversità, è proprio la scommessa di qualsiasi coppia, non certo solo delle coppie miste”, scrive Alberto Mascena, etnopsicologo e presidente di Aifcom, l’Associazione italiana famiglie e coppie miste. Secondo l’Istat, per coppia mista si intende l’unione tra un cittadino italiano e un cittadino straniero. Ma la definizione “coppia mista” è profondamente legata al concetto di differenza come costrutto culturale relativo a un particolare contesto storico e sociale. In un’epoca in cui l’immigrazione è considerata e gestita come un’emergenza, e non come un inevitabile fenomeno naturale, l’unione di persone di nazionalità diverse rappresenta la capacità di inclusione da parte della cultura ospitante.
La percezione della coppia mista è fortemente condizionata da stereotipi culturali e veicolata da una visione etnocentrica che porta a una maggiore assimilazione di significati e valori, propri del mondo occidentale, rispetto ad altre culture. Ad esempio, una coppia italo-statunitense non viene percepita come espressione di differenti sistemi di valori e significati, a differenza di una coppia italo-marocchina. Ogni persona è portatrice di valori e significati provenienti dalla propria cultura d’origine, poi arricchiti e trasformati dalle interazioni e dalle esperienze vissute. Una coppia mista rappresenta quindi, secondo Mascena, un “micro-laboratorio sociale in cui sperimentare pratiche interculturali che sappiano generare nuovi modi di costruire le relazioni”.
I dati Istat più recenti risalgono al 2018, anno in cui sono stati celebrati 33.933 matrimoni in cui almeno una persona è straniera. Si tratta del 17,3 per cento dei matrimoni totali. Tra questi, si contano oltre 24mila matrimoni misti. I numeri sono più alti nelle regioni del nord e del centro, “in cui è più stabile e radicato l’insediamento delle comunità straniere”, si legge nel rapporto Istat.
Mixed è un progetto in progress che vuole documentare l’unione tra persone con origini diverse come fenomeno sociale indissolubilmente legato a quello dell’immigrazione. Il progetto ha avuto inizio dalla città di Padova ed è stato sviluppato durante la pandemia, nei brevi spazi di tempo tra i diversi lockdown. Le coppie sono ritratte nei luoghi per loro emotivamente importanti. L’obiettivo è mettere in discussione il concetto di mixité, mostrando il suo carattere artificiale e rivendicando invece l’assoluta unicità di ogni essere umano e di ogni unione.
Il reportage
DIDASCALIE
1 – Anna (Italia) e Constant (Costa d’Avorio) sono sposati dal 2019. Constant quando è arrivato in Italia era minorenne e, da allora, ha vissuto in diverse città italiane e francesi e svolto innumerevoli lavori. Sentono il peso della differenza di origine solo a causa del contesto sociale. Ad esempio, hanno avuto difficoltà a trovare una casa in affitto. Secondo Constant, le differenze riguardano più la personalità dell’origine. Anna, invece, pensa che siano importanti le differenze culturali, come nella gestione del tempo.
2 – Silvia (Italia) e Sam Manawa (Nuova Zelanda). Entrambe sentono profondamente il legame con la terra e il potere generativo del femminile. Hanno creato un progetto di educazione all’aria aperta che si ispira alla pedagogia nel bosco e si sviluppa sui concetti di esplorazione e gioco libero, immersione nella natura e educazione di comunità. Manawa nel lavoro usa le sue conoscenze terapeutiche che derivano dalla cultura Maori.
3 – Wei (Cina) e Jacopo (Italia) si sono conosciuti durante un master a Varsavia. All’inizio Jacopo sentiva molto le differenze culturali e il modo in cui queste incidevano profondamente sul pensiero. “L’est e l’ovest hanno due approcci molto diversi al senso dell’esistenza”, dice Jacopo. Con il tempo però queste differenze hanno iniziato ad affascinarlo. Per loro è molto importante l’ascolto reciproco, tra loro parlano inglese.
4 – Alessandra (Italia) e Daniel (Spagna). La madre di Daniel è spagnola e il padre è di Santo Domingo. In questa foto aspettano la loro prima figlia. Si sono conosciuti a Palermo nel 2013 e si sono sposati nel 2018. Il fatto di usare due lingue diverse è stato anche fonte di fraintendimenti, ma secondo Alessandra è un arricchimento. A lei piace lo spagnolo e lo preferisce, a volte, per i modi in cui si esprimono alcuni concetti. Essere una coppia mista è un valore aggiunto. All’inizio della convivenza hanno dovuto trovare un loro modo di essere coppia e conciliare le diverse prospettive culturali.
5 – Giorgia (Italia) e Christoph (Svizzera). Giorgia ha la doppia cittadinanza, italiana e argentina. Ha due fratelli italo-tailandesi da parte di suo padre e un fratello argentino-siriano da parte di sua madre. Parlano tra loro in inglese, ma all’inizio c’erano difficoltà nella comunicazione.
6 – Antonella (Italia) e Hassan (Egitto) si sono conosciuti durante una vacanza, in cui Hassan faceva l’istruttore di sub. Per lui è stato difficile adattarsi al clima in Italia e pensa che vivere in un appartamento sia molto limitante. Ha avvertito la mancanza di solidarietà, avendo avuto molte difficoltà a trovare un lavoro. A entrambi, quando possono, piace andare al fiume.
7 – Camilla (Italia) e George (Cameroon) sono sposati dal 2013 e hanno due figli. “Se non ci fossero confini, sarebbe normale”, dice George sull’essere una coppia mista. “Ci sono differenze”, dice Camilla, “ma arricchiscono”. Come, ad esempio, il modo di gestire il tempo: per George si vive nel qui e ora, Camilla guarda al futuro.
8 – Françoise (Francia) e Bruno (Italia) si sono conosciuti a Parigi, dove lui si era trasferito negli anni Sessanta. I genitori di Françoise si opposero al matrimonio perché gli italiani erano considerati “frivoli, ladri e con molti figli”. Françoise sogna in italiano.
Scheda autore
Mara Scampoli
Mara Scampoli vive a Padova, dove lavora come psicologa e fotografa. Si occupa principalmente di fotografia sociale e documentaria. Si è avvicinata alla fotografia come mezzo di espressione personale e di ricerca nel campo delle relazioni umane. Ha preso parte a diversi progetti nel campo dell’indagine sociale, con particolare attenzione al fenomeno migratorio in Italia e in Europa. Ha documentato insediamenti informali lungo le rotte migratorie, realizzando reportage a Calais, Atene e Padova. I suoi lavori sono stati pubblicati su diverse riviste online ed esposti in varie rassegne fotografiche in Italia. Collabora con associazioni del territorio alla realizzazione di progetti in campo sociale, anche gestendo laboratori di photovoice.
Fotocamera: Nikon 700D, Sony Alpha 7-II
Obiettivo: Nikkor 24-120mm, Sony 28-70mm
English version
Mixed
Photo by Mara Scampoli
Story edited by Mara Scampoli e Marika Ikonomu
“Any union is an encounter of two different people and the bet for any couple, not only for mixed ones, is to make these differences coexist in a relationship”, says Alberto Mascena, ethnopsychologist and president of Aifcom, the Italian association of families and mixed couples. According to Italian national institute of statistics, the term mixed couple means the union between an Italian citizen and a foreign one. But the idea of “mixed couple” is deeply linked to the concept of diversity as a cultural construct relating to a specific historical and social context. Nowadays migration is managed as an emergency and not as an unavoidable natural phenomenon. Unions of people having different citizenships represent the openness of a culture to inclusion.
Cultural stereotypes strongly influence the detection of mixed couples. In fact, a US-Italian couple is not perceived as an expression of different systems of values and meanings, contrary to an Italian Moroccan couple. Every person has his own values and meanings, coming from the culture of origin and being enriched by interactions and experiences. Alberto Mascena says that a mixed couple is a “social micro-laboratory where it’s possible to explore intercultural practices that produce new ways of building relationships”.
Mixed is an ongoing project that aims to collect experiences of couples coming from different places as a social phenomenon strongly linked to migration. It started from the city of Padua, and it was firstly developed during the pandemic. Couples are portrayed in places which are emotionally important to them. The work aims to question the idea of mixité, showing its artificial nature and claiming instead the absolute uniqueness of every human being and every single union.