Mentawai

WJ #105

La salvezza del mondo è nella natura selvaggia (Henry David Thoreau)

I Mentawai sono una popolazione indigena che vive nell’isola di Siberut a Sumatra. Scoperta verso il 1930, è una delle popolazioni asiatiche più antiche.

L’arcipelago è situato in una zona remota, quasi impenetrabile al progresso e alle molteplici influenze esterne in grado di contaminare il luogo.

Le vite dei Mentawai ruotano attorno alla natura e all’animismo. Il loro rapporto spirituale e terreno con la foresta consente loro di rimanere costantemente in armonia con tutto ciò che li circonda. È per questo che gli sciamani invocano gli spiriti usando le piante che la foresta può donare: piante dalle proprietà mistiche e medicinali che verranno usate durante le cerimonie, assieme agli animali, cacciati solo per quell’occasione.

I Mentawai, infatti, non mangiano tanta carne in quanto la foresta offre tutto ciò di cui hanno bisogno. Per questo motivo, il loro rispetto nei confronti dell’animale sacrificato è altissimo: specialmente durante il trapasso, questo viene ornato, lavato e accompagnato alla morte, così da avere un decorso sereno e senza provare sensazioni negative. L’anima (ketsat) di qualsiasi essere vivente e non ha una grande importanza ed è per questo motivo che deve essere trattata con riguardo e considerazione.

Se non ci si attiene a questo codice morale, si incita l’entità a vagare liberamente e senza pace. La tradizione, per i Mentawai, conta più della legge e del governo. Anche se le comunità si sono notevolmente ridotte, continuano a vivere all’interno della giungla, spostando le Uma, le case unifamiliari, da una sponda all’altra del fiume. Aree in cui solo loro possono orientarsi e districarsi.

Gli anziani confidano nell’ultima generazione affinché la vita indigena e le sue tradizioni non vadano a perdersi e a confondersi nella civiltà industrializzata che avanza giorno dopo giorno, contaminando tutto ciò che gli resta.

Preservarsi anziché omologarsi.

Il reportage

Scheda autore

Matteo Maimone

Matteo Maimone classe 1990, di Torino. Nel 2009 inizia a dedicarsi alla fotografia. Come un attento osservatore della vita quotidiana, intende la fotografia come una ricerca, mediante i quali racconta in maniera personale realtà culturali e sociali della propria terra e non solo. Innamorato dei viaggi, il 3 Settembre 2017, insieme alla sua compagna, danno inizio al progetto: NutshellTravel – il giro del mondo a caccia di storie da raccontare- abbracciando, così, la fotografia documentaristica.

 

Anna Elisa Sida, torinese classe 1991, appassionata di viaggi e scrittura da sempre. Ispirata da scrittori avventurieri come Bruce Chatwin, Jack Kerouac e Tiziano Terzani si perde nel mondo tra avventure da vivere e culture in cui mescolarsi. Anna utilizza la scrittura come terapia, riportando alla luce tutte le emozioni che vive lungo i suoi viaggi. Dal 2017, insieme al compagno, danno vita al progetto NutshellTravel -il giro del mondo via terra a caccia di storie da raccontare.

Fotocamera: Fujifilm XT-2
Obiettivo: Fujifilm 14 mm f2.8 e 35 mm f1.4

English version

Mentawai

by Matteo Maimone.

Story edited by Anna Elisa Sida and Stefano Pontiggia

 

In wildness is the salvation of the world (Henry David Thoreau)

 

The Mentawai are an indigenous population that lives on the island of Siberut, in Sumatra. Discovered around 1930, it is one of the oldest Asian populations.

 

The archipelago is in a remote area, almost impenetrable to progress and multiple external influences capable of contaminating the place.

Mentawai lives revolve around nature and animism. Their spiritual and earthly relationship with the forest allows them to remain always in harmony with everything around them. Shamans invoke spirits using the products that the forest can offer: plants with mystical and medicinal properties that they will use during ceremonies, along with animals, hunted only for that occasion.

 

The Mentawai do not eat so much meat because the forest provides them with everything they need. For this reason, their respect for the sacrificed animal is very high: during the ritual killing, it is adorned, washed and accompanied to death, so to give the animal a peaceful course without negative feelings. People have great regard of the soul (ketsat) lying in any expression of life; for this reason, they treat the environment with respect and consideration.

 

When this moral code is not strictly followed, the entity is encouraged to wander freely and without peace. The tradition, for the Mentawai, is more important than the law and the government. Even if the communities have significantly reduced, they continue to live inside the jungle, moving the Uma, the single-family homes, from one bank to the other of the river searching for areas in which only them can find orientation.

 

The elderly trust in the last generations for indigenous life and traditions to be perpetuated. They fear they can be swept away by the industrialized civilization that advances day after day, contaminating everything.

 

Preservation is the answer to the risk of homologation.