Mentawai
WJ #105La salvezza del mondo è nella natura selvaggia (Henry David Thoreau)
I Mentawai sono una popolazione indigena che vive nell’isola di Siberut a Sumatra. Scoperta verso il 1930, è una delle popolazioni asiatiche più antiche.
L’arcipelago è situato in una zona remota, quasi impenetrabile al progresso e alle molteplici influenze esterne in grado di contaminare il luogo.
Le vite dei Mentawai ruotano attorno alla natura e all’animismo. Il loro rapporto spirituale e terreno con la foresta consente loro di rimanere costantemente in armonia con tutto ciò che li circonda. È per questo che gli sciamani invocano gli spiriti usando le piante che la foresta può donare: piante dalle proprietà mistiche e medicinali che verranno usate durante le cerimonie, assieme agli animali, cacciati solo per quell’occasione.
I Mentawai, infatti, non mangiano tanta carne in quanto la foresta offre tutto ciò di cui hanno bisogno. Per questo motivo, il loro rispetto nei confronti dell’animale sacrificato è altissimo: specialmente durante il trapasso, questo viene ornato, lavato e accompagnato alla morte, così da avere un decorso sereno e senza provare sensazioni negative. L’anima (ketsat) di qualsiasi essere vivente e non ha una grande importanza ed è per questo motivo che deve essere trattata con riguardo e considerazione.
Se non ci si attiene a questo codice morale, si incita l’entità a vagare liberamente e senza pace. La tradizione, per i Mentawai, conta più della legge e del governo. Anche se le comunità si sono notevolmente ridotte, continuano a vivere all’interno della giungla, spostando le Uma, le case unifamiliari, da una sponda all’altra del fiume. Aree in cui solo loro possono orientarsi e districarsi.
Gli anziani confidano nell’ultima generazione affinché la vita indigena e le sue tradizioni non vadano a perdersi e a confondersi nella civiltà industrializzata che avanza giorno dopo giorno, contaminando tutto ciò che gli resta.
Preservarsi anziché omologarsi.