Marsico – Down on the street
WJ #135“Può un pezzo di terra cambiare la storia e l’anima di chi ha fatto del mondo la propria casa?”.
Andrea Ciccarese
La storia della famiglia Marsico, che percorre lo scorrere di tutto un secolo, è la chiave di una porta capace di trasportare indietro nel tempo chi vi attraversa. Ci troveremmo nella Puglia dei primi anni ‘20, quando al saltimbanco Nicola Marsico viene in mente un’illuminazione: quella di fondare un circo, il Circo Marsico. Oltre a sancire il punto di partenza di questo racconto, l’idea di Nicola rappresenta anche quel momento decisivo in cui lui e la sua famiglia, senza guardarsi indietro, si dedicheranno a una vita in assenza di una casa e costantemente in movimento: nomade.
Sono anni duri e tormentati per il Bel Paese: la Prima guerra mondiale ha lasciato cicatrici ancora troppo fresche e solchi nelle anime degli italiani. La povertà è a livelli altissimi e le strade si riempiono di reduci ed ex combattenti, in cui è ancora in vita il trauma del conflitto. A far loro una momentanea compagnia, tra queste stesse strade, ci sono delle carovane, colori, e c’è della musica. Nicola ha coinvolto la sua famiglia, ormai al servizio del culto dello spettacolo e all’arte del circo. E a loro si sono aggiunti clown, trapezisti, acrobati e domatori di leoni. Questo è il Circo Marsico che migra e che risale lo stivale, e che, senza imporsi limiti, si spinge verso le lontane e sconosciute città europee, intrattenendo migliaia e migliaia di persone di tutte le età.
Per circa una quarantina d’anni questa è stata la vita della famiglia Marsico. Ma a un certo punto, precisamente intorno alla fine degli anni Sessanta, gli eredi di quel giovane saltimbanco pugliese capiscono che c’è bisogno di un cambio di rotta. Il Circo Marsico chiude infatti i battenti, a causa di un necessario bisogno di reinventarsi. Da un mondo composto da tendoni, domatori di animali e pagliacci, a un mondo composto da luci, giochi a premi e zucchero filato. I Marsico diventano quindi dei giostrai, professione che ancora oggi, a distanza di cinquant’anni, svolgono regolarmente. Anche la loro vita nomade sembra ormai un ricordo. Il figlio di Nicola, Domenico, decide di terminare questo processo di costante spostamento comprando un terreno a San Cesario di Lecce, donando un qualcosa che ai Marsico è mancato per troppo tempo: una casa.